Vini della Lombardia
L’associazione GoWine prosegue col suo nutrito programma autunnale di eventi. Nei giorni scorsi è stata la volta dei VINI DI LOMBARDIA presentati, al Westing Palace di Milano, a un pubblico di operatori e appassionati. Un centinaio di prodotti provenienti dalle diverse denominazioni regionali.
Pe la verità le aziende presenti non rispecchiavano la realtà vitivinicola regionale, perlomeno dal punto di vista delle percentuali; se da una parte alcune zone erano decisamente rappresentate – vedi ad esempio la provincia di Mantova, con otto aziende presenti, soprattutto della zona dei Colli Mantovani – altrettanto non si poteva certamente dire per le più conosciute denominazioni lombarde.
Solamente due le aziende franciacortine, in vero le più conosciute, e certamente quelle che meno necessitavano di farsi pubblicità, un plauso quindi a Bellavista e Cà del Bosco; una sola azienda valtellinese, anche in questo caso tra le più blasonate, la Nino Negri .
Pochi i produttori provenienti dall’Oltrepò, che pur rappresenta il settanta percento della produzione regionale (solamente quattro le aziende presenti), nulla dalle piccole denominazioni bresciane, quelle che certamente necessiterebbero di maggior visibilità, stiamo parlando delle Doc Botticino, Capriano del Colle e Cellatica. Poche le realtà gardesane, aziende del Lugana e del Garda Classico; un paio quelle valcalepine; per un totale di ventun produttori presenti.
Ma parliamo appunto dei presenti, e dei vini che abbiamo potuto assaggiare, pochi per la verità, non avendo molto tempo a disposizione, e quasi tutti bianchi o spumanti.
Iniziamo quindi dalle due aziende franciacortine: Bellavista, Grand Cuvéè 2004: poche parole per definire questo vino: grande complessità e notevole equilibrio, al naso leggere e piacevoli note ossidative; un grandissimo vino. Dello stesso produttore, sempre su grandi livelli, anche se non si raggiungono i vertici del precedente, la Cuvée: dal naso pulito e non estremamente complesso; morbido ed equilibrato in bocca, con buona effervescenza. Si tratta in definitiva di un vino lineare, senza alcuna sbavatura, non molto complesso ma tecnicamente perfetto.
L’altra azienda è la Cà del Bosco, della quale abbiamo apprezzato il Dosage Zerò 2003, vino del quale riconfermiamo sostanzialmente le valutazioni fornite poco tempo addietro durante il Festival di Franciacorta, in pratica: naso di grande complessità, piacevolmente ossidativo; molto secco (d’altronde è un Pas Dosè), con effervescenza un poco aggressiva e buona persistenza.
Interessante anche il Curtefranca Bianco 2007: dal bel naso, pulito e fruttato; molto pulito anche alla bocca, con un buon frutto e finale leggermente vegetale.
Passiamo ora alla zona del Garda Bresciano e rimaniamo nell’ambito spumantistico: il Metodo Classico Brut 2000 “La Bolina” di Radaelli de Zinis, azienda di Calvagese della Riviera, ci ha decisamente colpiti, naso complesso, piacevolmente ossidativo ma con note fruttate ancora ben in evidenza, accenni minerali; effervescenza decisa e buona complessità alla bocca, notevole equilibrio e lunga persistenza. Avevamo già incontrato questo spumante (senza saperlo), prodotto per la maggior parte con uve Chardonnay, durante il Concorso nazionale sSpumanti d’Italia, tenutosi a Conegliano nello scorso mese di luglio, dove facevamo parte della giuria; ebbene “La Bolina” ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi il Nastro d’Oro come miglior metodo classico.
Interessante anche il Garda Classico Chiaretto 2007: che presenta al naso note di piccoli frutti di bosco e di caramella al lampone; piacevolmente morbido in bocca, fruttato, e con una pronunciata sensazione salina; un vino semplice ma di piacevole beva.
Ancora spumanti, questa volta dei Colli Morenici Mantovani; “Matteo” Spumante Brut Metodo Classico dell’azienda Reale, di Volta Mantovana: vino fresco, pulito e dal buon frutto, sia al naso che alla bocca, discreta la persistenza; vino semplice ma piacevolissimo.
Sempre della medesima zona il Brut 2004 di Gozzi, di Monzambano: dal bel naso, pulito e con lieviti in evidenza; in bocca presenta un buon frutto, una discreta struttura ed una buona acidità, fin di bocca leggermente vegetale e buona persistenza.
Un bianco fermo, il “Meridiano” 2007 di Ricchi, sempre di Monzambano: prodotto con uve Chardonnay ed affinato per sei mesi in barrique, pulito al naso, dove emerge un buon frutto, pesca gialla e frutta tropicale; alla bocca percepiamo un leggero residuo zuccherino, gli stessi sentori fruttati riscontrati olfattivamente ed un finale leggermente amarognolo.
Chiudiamo con un altro Chardonnay, il “Blanc” 2006 dell’oltrapadana azienda Mazzolino: l’uso del piccolo legno è evidente già ad una prima analisi olfattiva, vaniglia decisa e leggera nota affumicata (ricorda la crosta di speck); il legno è chiaramente riscontrabile anche alla bocca, dove troviamo un vino dalla notevole struttura, grasso e dalla buona persistenza.
Lorenzo Colombo
pubblicato in origine su www.vinealia.org
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