Non bastano le medaglie….
Non bastano le medaglie ad Emozioni dal Mondo. Letteralmente, perchè pur avendo superato la soglia degli 85/100, che li collocava tra i vini da premiare con la medaglia d’oro, ben nove campioni hanno dovuto rinunciare al premio poiché le medaglie erano finite.
Chiariamo l’arcano: il concorso enologico “EMOZIONI DAL MONDO”, la cui quarta edizione si è da poco conclusa a Bergamo, ha visto una tale partecipazione di vini pregevoli, che per la prima volta non solo non sono state assegnate medaglie d’argento (riservate ai vini che superano la soglia degli 80/100), ma anche quelle d’oro non sono bastate per premiare tutti i campioni meritevoli; infatti il regolamento dei concorsi che godono del patrocinio dell’Oiv (Organizzazione internazionale della vite e del vino) stabilisce che possa essere premiato un massimo del trenta percento dei vini in competizione, questo per evitare che basti partecipare a un concorso per essere premiati.
Ebbene in questa edizione era tale il livello dei competitori che anche vini che hanno raggiunto una valutazione complessiva di 86,5/100, sono stati di fatto non premiati essendoci appunto lo sbarramento del trenta percento.
Cinquantuno quindi i vini premiati, su un totale di centosettanta presentati (centodue provenienti dall’Italia e sessantotto stranieri, provenienti da ben diciotto diversi paesi, sia europei che extraeuropei), quattro le Gran Medaglie d’Oro, assegnate ai campioni valutati con oltre 90/100 e quarantasette le Medaglie d’Oro.
Poco meno di sessanta i giudici, provenienti da diciannove diverse nazioni (trentuno infatti erano gli stranieri) a testimonianza dell’internazionalità che il concorso sta via via assumendo; quaranta i giornalisti accreditati di testate nazionali e internazionali, sei le commissioni, ciascuna delle quali ha valutato oltre trenta vini.
I vini provenivano da Austria, Repubblica Ceca, Francia, Australia, Cile, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Macedonia, Serbia, Spagna, Sud Africa, Svizzera, Turchia, Israele, Croazia, Perù e Malta, mentre i giudici e i giornalisti arrivavano da Argentina, Austria, Canada, Cile, Croazia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Lettonia, Perù, Polonia, Francia, Repubblica Ceca, Sud Africa, Turchia, Inghilterra, Ungheria, Italia.
L’Italia ha avuto trentatre vini premiati (tre con Gran Medaglia d’Oro e trenta con Medaglia d’Oro, la quarta Gran Medaglia se l’è aggiudicata un vino proveniente dalla Germania), da notare inoltre le tre medaglie d’oro – su tre vini presentati – ottenute da vini provenienti dalla Turchia, ecco un altro paese che si affaccia nell’olimpo della vitivinicoltura mondiale, (l’enologo, che era al nostro tavolo durante la cena di venerdì sera, è un italiano, che sprizza entusiasmo per il suo lavoro da tutti i pori); notevole anche il riconoscimento avuto dai prodotti sudafricani (quattro i vini premiati), ottimi risultati hanno ottenuto anche quelli provenienti da Israele.
Possono sembrare poche le medaglie ottenute dalla Francia (tre), patria indiscussa dei vini a base Merlot e Cabernet, in realtà il risultato è da considerarsi lusinghiero, data la scarsa partecipazione di campioni provenienti da questa nazione.
Per quanto riguarda le nostre personali valutazioni Vi possiamo dire che dei trentaquattro campioni assaggiati, due sono stati accreditati di 90/100 (assegnati ad un vino cileno e ad uno israeliano), dieci campioni hanno avuto una valutazione tra gli 85 e gli 89/100 (con un unico ottantanove punti assegnato ad un vino francese), ed altri quattordici campioni hanno raggiunto e/o superato la soglia degli ottanta punti; in definitiva solamente otto vini non sono stati ritenuti degni di essere premiati con l’eventuale medaglia d’argento. Naturalmente la lista dei campioni degustati (unicamente la nazione di provenienza, non certamente il nome del vino ne del produttore) ci è stata fornita solamente a giochi finiti.
E’ la terza volta che siamo chiamati a partecipare come giurati in questo concorso (nella prima edizione infatti, dato il non elevato numero di campioni presentati, era stata utilizzata unicamente una giuria composta da stranieri), e abbiamo notato una costante crescita qualitativa, sia dei campioni che dell’organizzazione complessiva.
Per un raffronto con le edizioni precedenti potete accedere al sito dell’organizzazione oppure vedere i nostri precedenti reports su http://www.vinealia.org.
Nella mattina di sabato si è tenuto l’ormai tradizionale convegno, il tema di quest’anno verteva su: “L’importanza dei distretti agroalimentari per il settore agricolo”.
Moderato da Carlo Mangoni, presidente Agripromo, dopo i saluti di Bonaventura Grumelli Pedrocca, presidente Consorzio tutela Valcalepio, si sono succeduti gli interventi di Carlo Saffioti presidente della Commissione agricoltura e Comitato regionale per la montagna Regione Lombardia, che si è soffermato sui problemi dell’agricoltura di montagna e sulla necessità della “creazione dei Distretti come stimolo alla collaborazione tra soggetti diversi”; e di Luigi Pisoni assessore provinciale agricoltura, caccia e pesca, che ha evidenziato come l’agricoltura stia diventando sempre più un settore “terziario”, ed ha rimarcato il “costante aumento, in valore, del vino esportato”.
E’ quindi iniziata l’esposizione da parte dei diversi relatori: Ciro Lazzarin, coordinatore area economica Agri 2000 sull’argomento “L’importanza dei distretti economici per il settore agricolo” ha fornito una copiosa ed interessante mole di dati, ecco alcune frasi estrapolate dalla sua relazione: “Alla base di un modello economico c’è sempre un modello di umanità”.
“I distretti nascono in Europa – in Italia sono stati riconosciuti ufficialmente nel 1991 – si tratta di popolazioni composte da piccolo/medie imprese che sono in competizione tra loro, ma allo stesso tempo anche in collaborazione”.
“Il paradosso Italiano è dato dal fatto che nonostante di tratti di piccole imprese, con bassi capitali a disposizione, e generalmente a basso contenuto tecnologico, riescono ugualmente ad imporsi sui mercati internazionali”.
Infine alcuni tra i dati forniti: Il 13% tra le aziende agricole lombarde ha un’estensione inferiore all’ettaro.
Se facciamo riferimento solamente alle aziende vitivinicole circa il 70% ha un’estensione inferiore ai cinque ettari, e precisamente: 34% < ad 1 ettaro; 14% < a 2 ettari; 20% < a 5 ettari,
Relativamente alla provincia di Bergamo, 821 aziende vitivinicole lavorano una superficie totale di 735 ettari (meno di un ettaro a testa).
Marco Gatti, vicepresidente Associazione Club Papillon, nel suo intervento dal titolo “Il legame tra la produzione agricola e la ristorazione di qualità. Il prodotto tipico e la ricettività in azienda intese come strumento di marketing territoriale. De.Co.” ha evidenziato i tre punti cruciali sui quali si fonda il turismo in Italia: “bellezze naturali, bellezze artistiche ed enogastronomia”. Fondamentale inoltre è “l’autenticità del prodotto e dell’offerta proposti”.
Luigi Odello, presidente del Centro studi assaggiatori, in “Un nuovo metodo per garantire il piacere attraverso l’abbinamento dei prodotti tradizionali del territorio” ha affrontato il problema e le motivazioni di un corretto abbinamento da diverse angolazioni. Innanzitutto “un corretto abbinamento incrementa il piacere”. Curiosamente “l’abbinamento di territorio è spesso gradito anche a persone di culture diverse”. Fondamentale è la “ricerca di nuovi metodi d’abbinamento che non prescindano dall’utilizzo della vista”.
Per ultimo, Sergio Cantoni, direttore del Consorzio tutela Valcalepio ha analizzato “Il distretto enologico punto di partenza per un nuovo mercato del vino”. “Abbiamo pochi esempi in Italia di distretti enologici”. “Il mercato enologico presenta diverse specificità: è estremamente frammentato, molto litigioso, personalistico e solitamente con filiera completa (mancano quindi le competenze)”.
Cantoni ha quindi esaminato la filiera vitivinicola, che può essere riassunta in:” produzione delle uve, produzione del vino e commercializzazione”, analizzandone punto per punto le diverse problematiche ed ipotizzando le possibili soluzioni.
Da segnalare infine che, Mauro Carbone, direttore dell’Ente turismo Alba, Bra, Langhe e Roero, che doveva relazionare su “Interazione tra i distretti agroalimentare e il turismo”, causa imprevisti, non ha potuto essere presente.
pubblicato in origine su www.vinealia.org
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[…] Questa clausola, unita all’innalzamento qualitativo dei vini nel corso degli anni, fa sì che anche vini che abbiano superato la soglia minima del punteggio atto al conferimento delle medaglie, in realtà non vengano premiati. Ad esempio, nonostante partecipiamo da numerosi anni a diversi concorsi enologici, non abbiamo mai visto un vino premiato con la Medaglia di Bronzo (tanto che in numerosi concorsi quest’ultima non è neppure prevista), ed anche numerosi vini pur avendo ottenuto il punteggio minimo per ottenere quella d’Argento, in realtà non vengono premiati. C’è poi anche il caso limite dove, l’elevata qualità di alcuni vini faccia sì che non vengano assegnate neppure le medaglie d’argento. In effetti a noi, durante un concorso internazionale è capitato anche questo e, addirittura, alcuni vini che hanno raggiunto la soglia per ottenere l’Oro non siano stati premiati a causa del limite del 30%. Vedi. […]
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