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Lacrima di Morro d’Alba “Luigino” 2003

Una Lacrima “diversa”

L’annata 2003 viene ricordata per l’anomalo andamento climatico contraddistinto da caldo torrido e da scarsa quantità di precipitazioni, ci si aspettava quindi vini pronti in tempi brevi ma non destinati ad un lungo invecchiamento.
La realtà però spesso è ben diversa da quanto ipotizzato e più di una volta abbiamo trovato vini di quell’annata ancora  freschi  anche a distanza di diversi anni.
E’ il caso anche del vino del quale stiamo scrivendo.

L’azienda

Piergiovanni Giusti dispone di tredici ettari vitati, tutti con uve Lacrima, messi a dimora su suoli argillosi; il sistema d’allevamento è il cordone speronato con densità d’impianto di 5.000 ceppi/ettaro.
La cantina storica, ancora utilizzata per l’affinamento dei vini, si trova a Castelferretti, frazione del comune di Falconara Marittima, mentre quella nuova, dedicata alla vinificazione, è situata a Montignano, frazione di Senigallia.
C’eravamo stati in quest’ultima –costruita appositamente poiché il disciplinare di produzione della Lacrima di Morro d’Alba stabilisce che le lavorazioni debbano essere effettuate obbligatoriamente all’interno dell’area  a DOC- una quindicina d’anni fa, quando ancora non era completamente terminata.

Piergiovanni ha puntato completamente sul vitigno Lacrima, basti pensare che ben sette degli otto vini prodotti utilizzano questo vitigno in purezza (l’ottavo è un vino bianco, da uve Verdicchio con una parte di Incrocio Bruni).
Il vitigno viene vinificato in diverse modalità, ottenendone vini rossi, dotati della classica e tipica nota aromatica, rossi lavorati in legno, come nel caso del “Luigino”, ma anche vini rosati ed uno Spumante Rosé prodotto col metodo Charmat lungo.

Il vitigno

Nel 2010 se ne contavano 421 ettari, può essere utilizzato in due vini a Doc: Lacrima di Morro d’Alba e Colli Maceratesi ed in una dozzina di Igt sparse tra Marche, Umbria e Puglia.
Maggiori informazioni le potete trovare in questo articolo, scritto quattro anni fa in occasione della nostra partecipazione alla prima edizione del Lacrima Wine Days, tenutosi a Morro d’Alba.

Il vino

Il vino frutto della nostra degustazione è il prodotto di punta dell’azienda, che Piergiovanni ha dedicato al padre, come ben riportato in retroetichetta.

Questa la descrizione di come viene prodotto questo vino, tratta dal sito aziendale: “Questo vino nasce in cantina e deriva dall’assemblaggio del prodotto ottenuto nel corso delle diverse svinature alla fine della fermentazione delle uve Lacrima di Morro d’Alba. Ogni tino-botte origina alcune barriques dotate di fecce nobili che vengono utilizzate per l’affinamento che si protrae per 12-14 mesi in botti nuove. In questo periodo si effettuano costanti interventi di batonnage e successivi travasi di chiarifica e pulizia. Al termine dell’affinamento vengono scelte le migliori botti ed assemblate. La maturazione in bottiglia avviene per 6 – 8 mesi”.

Le uve provengono da un vigneto di due ettari situato a Montignano, a 150 metri d’altitudine, messo a dimora nel 1994 ed allevato a cordone speronato con esposizione sud-est .

La degustazione

Chi si aspettasse di cogliere la riconoscibilissima e delicata aromaticità tipica del vitigno rimarrebbe deluso.
Queste caratteristiche si ritrovano infatti nei vini giovani, e solitamente la Lacrima di Morro d’Alba è per l’appunto un vino che normalmente si beve in gioventù, o perlomeno con non molti anni sulle spalle.
Ma il “”Luigino” è un vino concepito per un discreto invecchiamento, anche se diciassette anni sono in effetti molti, e mai avevamo assaggiato una Lacrima così vetusta.

All’apertura il tappo è perfetto e non denota nessun segno di colatura seppur parziale (la bottiglia per tutti questi anni è stata conservata coricata); il color granato-mattonato denota comunque che ci stiamo accingendo ad assaggiare un vino con diversi anni sulle spalle, rimane comunque intenso e luminoso.
Intenso al naso, austero, necessita di tempo per aprirsi, si percepiscono note terziarie che rimandano al cuoio ed ai fiori secchi, rose soprattutto, con accenni speziati e di caffè.
Discretamente strutturato, asciutto tannico, sentori di china e cioccolato amaro, leggermente amaricante il fin di bocca che chiude con buona persistenza su note di radice di liquirizia.
Lorenzo Colombo

https://www.lacrimagiusti.it/

 

1 commento

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  1. […] questi giorni degustato è la 2003, annata decisamente calda e siccitosa, come abbiamo scritto in questo recente articolo sempre relativo ad un vino marchigiano. Annata dalla quale ci si aspettavano vini […]

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