L’annata 2018 nei Valtellina Superiore Riserva di Aldo Rainoldi
La produzione valtellinese si è da qualche tempo stabilizzata su una produzione annuale di poco superiore ai tre milioni di bottiglie, poco più del 10% delle quali rappresentate dallo Sforzato.
Abbiamo avuto l’opportunità di fare un veloce escursus sulle Riserva dell’annata 2018 durante l’ottava edizione dell’Italian Taste Summit tenutosi ad inizio febbraio nella prestigiosa sede della Reggia Reale di Monza.
La prima delle numerose Masterclasses in programma, dal titolo “Valtellina, il Nebbiolo delle Alpi” prevedeva infatti una degustazione di quattro vini dell’azienda Rainoldi, e precisamente tre Riserva 2018 di diverse sottozone e lo Sforzato 2020.
L’azienda
L’azienda Rainoldi è stata fondata nel 1925 da Aldo Rainoldi, ultimo di sette fratelli e nonno dell’attuale proprietario ed era dedicata al commercio del vino.
Negli anni Cinquanta entra in azienda il figlio Giuseppe e si decide di acquistare l’uva e di produrre in proprio il vino che dagli anni Sessanta inizierà ad essere venduto in bottiglia anziché in fusti,
In quel periodo inizia anche l’esportazione del vino che sino ad allora era commercializzato, oltre che in valle, soprattutto in Svizzera, paese che assorbiva circa il 70% della produzione.
Il passo seguente è l’acquisto di vigneti, spesso piccoli se non piccolissimi appezzamenti, alla fine anni Novanta entra in azienda la terza generazione, ovvero Aldo, fresco di studi in viticoltura ed enologia, che affianca lo zio Giuseppe.
Attualmente l’azienda dispone di circa una decina d’ettari di vigne, parte in proprietà e parte in affitto, inoltre vinifica le uve di circa una sessantina di piccoli viticoltori conferitori per una produzione annuale di circa 185.000 bottiglie.
Il principale vitigno è ovviamente la chiavennasca, nome locale del nebbiolo, ma, soprattutto nei nuovi impianti troviamo anche vitigni a bacca bianca, Sauvignon blanc, Traminer aromatico, Incrocio Manzoni, Pinot bianco e Riesling.
La produzione si basa soprattutto sui Valtellina Superiore delle tre sottozone: Sassella, Grumello ed Inferno, prodotti anche nella tipologia Riserva (del Sassella esiste inoltre una versione da singolo vigneto, il Vigna degli Apostoli), altri vini da uve Nebbiolo sono il Valtellina Superiore Prugnolo, il Rosso di Valtellina San Gregorio, due Sforzati ed un vino ad Igt Alpi Retiche.
Gli altri vini prodotti sono classificati come Alpi Retiche Igt, si tratta del Crespino, frutto di uva Nebbiolo con una piccola percentuale di Merlot e del Ghibellino, prodotto con uve Sauvignon, si produce inoltre lo Zapel, vino bianco da uve Chardonnay.
Completano la gamma due spumanti Metodo Classico, produzione questa nata quasi per gioco e divenuta importante nel corso degli anni, tanto che se ne producono 20mila bottiglie.
Entrambi Rosè sono prodotti con uva Chiavennasca più piccolissime percentuali di Pignola e Rossola.
Si tratta del Metodo Classico Brut Rosé Millesimato che sosta sui lieviti per almeno 36 mesi e del Cuvée Maria Vittori Rosé Nature Millesimato la cui sosta sui lieviti è di almeno 60 mesi.
Le sottozone e la degustazione
La sottozona della Sassella è situata tra i comuni di Castione Andevenno e quello di Sondrio, si tratta di circa 120 ettari di vigneti posti tra i 290 ed i 630 metri della frazione Piatta.
I vini qui prodotti sono in genere caratterizzati da eleganza e capacità d’invecchiamento.
– Valtellina Superiore Sassella Riserva 2018
Le uve provengono dai vigneti posti tra i 290 metri d’altitudine, nella frazione Grigioni (dove si trova il Santuario della Sassella, nel comune di Castione Andevenno ed i 630 metri della frazione di Triasso, nel comune di Sondrio, la resa è di 60 q.li/ettaro.
L’affinamento avviene in botti di rovere da 25 e da 56 ettolitri, dove il vino sosta per circa 24 mesi.
Color granato scarico con unghia aranciata.
Intenso ed ampio al naso, elegante, balsamico, fiori secchi, bel frutto, spezie e legno dolce, radici, rabarbaro, leggere note chinate.
Dotato di buona struttura con vene acida importante, bel frutto, sentori di radici e di bastoncino di liquirizia, speziato, accenni piccanti.
Un vino dalla notevole complessità, certamente il più sfaccettato ed ampio dei tre degustati.
Sono una sessantina gli ettari di vigna della sottozona Inferno, situati nei tre comuni di Montagna in Valtellina, Poggiridenti e Tresivio, tra i 350 ed i 550 metri d’altitudine.
I vini qui prodotti vengono generalmente considerati austeri e caratterizzati da un’importane nota tannica.
– Valtellina Superiore Inferno Riserva 2018
Le uve provengono dai tre sopracitati comuni, precisamente dalle frazioni Runsc, Guast e Calvario, la resa è di 60 q.li/ettaro e l’affinamento avviene in barriques dove il vino sosta per 18 mesi
Granato non molto intenso.
Intenso al naso, balsamico, frutto a bacca scura maturo, leggere note tostate.
Intenso, con tannino deciso, sentori di radici e di liquirizia forte, buona vena acida, chiude leggermente amaricante con buona persistenza.
Il più austero tra le tre Riserva, quello che, secondo noi avrebbe più bisogno di tempo.
Poco meno di 100 ettari costituiscono i vigneti della sottozona Grumello, si trovano nei comuni di Sondrio e di Montagna in Valtellina e sono situati tra i 350 metri ed i 650 metri d’altitudine dei Dossi Salati.
I vini sono in genere caratterizzati da frutto e freschezza oltre che da sapidità.
– Valtellina Superiore Grumello Riserva 2018
Il vigneto è situato nel comune di Sondrio nella località dei Dossi Salati, a 550 metri d’altitudine, la resa è di 60 q.li/ettaro.
Il vino s’affina in barriques nuove, dove sosta per 18 mesi.
Color granato di media intensità.
Discretamente intenso al naso, frutto rosso, leggere note di spezie dolci, accenni floreali.
Fresco, sapido e succoso, con un bel frutto e una buona trama tannica, buona la sua persistenza.
Gran bel prodotto, l’abbiamo trovato il più agile dei tre, fresco e dalla piacevole e facile beva.
In chiusura Aldo ha proposto in degustazione uno Sforzato del 2000
Lo Sforzato può essere prodotto con uve provenienti da tutti i vigneti valtellinesi, sia quelli a Doc come quelli a Docg e non può vantare sottozone.
Le uve per la produzione di questo vino sono le prime ad essere raccolte -solitamente nella prima settimana d’ottobre- e debbono essere selezionate tra i grappoli più sani e spargoli.
Poste in fruttai vengono sottoposte ad appassimento che si prolunga in genere sino all’inizio di dicembre, prima d’essere pigiate.
Sono due gli Sforzati prodotti da Rainoldi, il Fruttaio Ca’ Rizzieri e quello chiamato semplicemente Sforzato che è quello da noi degustato.
– Sfursat di Valtellina 2000
Le uve provengono da vigneti posti tra i 400 ed i 650 metri d’altitudine, la resa è di 75 q.li/ettaro.
L’appassimento avviene in un fruttaio posto a 350 metri d’altitudine dove le uve riposano per un paio di mesi, l’affinamento del vino si svolge in botti di rovere da 25 e da 56 ettolitri dove sosta per 20 mesi.
Color rubino di discreta intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, ciliegia matura, prugna, spezie dolci.
Dotato di buona struttura, succoso, fresco, con tannino importante ma vellutato, buona vena acida, note piccanti, liquirizia forte e bastoncino di liquirizia, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo