Mangiar pesce tra il Trasimeno ed il Lago di Bolsena
Due indirizzi sicuri per gli amanti del pesce d’acqua dolce
Verso la fine di luglio abbiamo passato qualche giorno tra il Lago Trasimeno e quello di Bolsena ed ovviamente abbiamo pranzato e cenato in diversi locali.
Vogliamo qui segnalarvene due dove ci siamo trovati veramente bene, uno per ciascun lago.
Ma prima andiamo prima a scoprire questi due laghi, piuttosto vicini tra di loro, meno d’una cinquantina di chilometri, ma assai diversi.
Il Lago Trasimeno di trova in provincia di Perugia, al confine con la Toscana, con i suoi 128 Km² di superficie è il più vasto lago del centro Italia ed occupa la quarta posizione tra quelli Italiani, a tale estensione non corrisponde un’ugual profondità che nel suo punto massimo tocca a malapena i sei metri, si tratta infatti di un lago d’origine tettonica, ovvero formatosi in una depressione e non ha né fiumi immissari né emissari.

Il Tegamaccio – Osteria Rosso di sera
Numerose le specie ittiche presenti, le più interessanti, perlomeno dal punto di vista culinario sono lucci, carpe, tinche, alborelle, persici e anguille, tutte specie molto utilizzate nelle preparazioni dei ristoranti locali.
Tra i piatti più interessanti e tipici ci sono la Carpa Reale in porchetta ed il Tegamaccio, quest’ultimo è una zuppa di pesci vari che prende il nome dal contenitore nel quale viene cotto, un tegame di coccio.

Antipasto di lago – Osteria Rosso di sera
Il locale che vi consigliamo è l’Osteria Rosso di Sera e si trova a San Feliciano, frazione del comune di Magione.
Dotato di una magnifica terrazza dalla quale si domina il lago (spettacolari i tramonti che si possono osservare, ci simo stati una sera di fine luglio ed abbiamo iniziato la nostra cena con l’ Antipasto di lago, piatto composto da bruschetta di persico, latterini fritti, polenta e tinca, supplì al coregone e polpettine di pesce di lago, in pratica una summa di quanto il lago può offrire, a seguire Filetti di persico in crosta di pane alle erbe e ratatouille ed ovviamente (come poteva mancare) il Tegamaccio in una versione modernizzata, ovvero il pesce era già stato tutto spinato, adatto quindi anche a chi ha problemi con le lische del pesce.

Filetti di persico – Osteria Rosso di sera
In verità ci siamo concessi anche un piatto di carne, ovvero una semplice e succosa Tagliata di manzo, il tutto annaffiato dal Ciliegiolo di Narni Rosato 05035 di Leonardo Bussoletti.

Tagliata – Osteria Rosso di sera

Fritturina – L’Oasi del Pescatore
Di natura completamente diversa è il Lago di Bolsena, situato nella parte nord della provincia di Viterbo, si tratta di un lago di natura vulcanica, prodottosi da un collasso della caldera si alcuni vulcani dei monti Volsini.
Quinto lago italiano per estensione, è leggermente più piccolo rispetto al Trasimeno (114 Km² la sua superficie), in compenso, data la sua natura è assai più profondo, arrivando a toccare i 150 metri.
E’ dotato di un emissario, il fiume Marta.

Ravioli al coregone – L’Oasi del Pescatore
Anche in questo lago la fauna ittica è piuttosto varia ed in buona parte rispecchia quella del Trasimeno, vi si pescano infatti lucci, tinche, anguille, latterini, ma anche coregoni, granchi d’acqua dolce e gamberi di fiume, tutte specie che nei ristoranti posti sulle sue sponde vanno a costituire gustose preparazioni la più tipica delle quali è la Sbroscia, una locale zuppa di pesce di lago con pomodori e patate.

La Sbroscia – L’Oasi del Pescatore
Qui il locale da noi consigliato è L’Oasi del Pescatore, si trova proprio in riva al lago, nel comune di Gradoli, si tratta di un posto più rustico (nel senso buono del termine), ci eravamo già stati in passato in un paio d’occasioni e questa volta, sempre a fine luglio ci siamo stati per pranzo, un pranzo che teoricamente doveva essere semplice e veloce. Teoricamente.
Abbiamo iniziato con una frittura mista di pesce di lago, asciutta e leggera, per proseguire quindi con due Tortelloni ripieni di coregone, e, naturalmente con una mezza porzione di Sbroscia (chissà come poteva essere la porzione intera.
In questo caso il vino che ha accompagnato il nostro pranzo è stato il Grechetto 109 di Tenuta La Pazzaglia.
Lorenzo Colombo