Monferace: una nuova (o vecchia) via per il Grignolino
Monferace è l’antico nome del Monferrato, nel trattato “Descrittione di tutta Italia” pubblicato nel 1550, Leandro Alberti chiama infatti col nome di Monferace quel territorio che oggi conosciamo come Monferrato.
Ed è Monferace il nome che hanno scelto per questa nuova tipologia di vino, prodotto con uve Grignolino, una dozzina di produttori riunitosi sotto il nome di Associazione tra Produttori del Monferace, che hanno redatto un disciplinare di produzione al quale coloro che intendono aderire al progetto debbono attenersi.
L’associazione è di tipo aperto, ovvero vi possono aderire tutti i produttori di Grignolino i vigneti dei quali risiedano entro il territorio sopra indicato e purché rispettino il disciplinare redatto, indifferentemente dal fatto che producano le denominazioni Grignolino del Monferrato Casalese, Grignolino d’Asti o Piemonte Grignolino.
La realtà vede però, almeno al momento, coinvolti nel progetto, quasi unicamente produttori di Grignolino del Monferrato Casalese.
Il disciplinare di produzione

Territorio di produzione e localizzazione aziende
Questa regolamentazione riguarda innanzitutto il territorio entro il quale questo vino può essere prodotto, regolamenta poi sia la parte agronomica come quella enologica, l’unico vitigno utilizzabile è il Grignolino, senza possibilità d’aggiunta, anche minima, di altre uve, i vigneti debbono essere situati unicamente in collina, su terreni calcarei, limosi, argillosi e la densità d’impianto non può essere inferiore ai 4.000 ceppi/ettaro e la resa non può superare le sette tonnellate /ettaro.
L’immissione sul mercato può avvenire solamente trascorsi almeno 40 mesi a partire dal 1° novembre dell’anno di vendemmia, è inoltre obbligatoria la sosta in legno del vino per un minimo di 24 mesi.
In pratica quest’anno possiamo trovare in commercio i vini dell’annata 2018 o precedenti.
Il vitigno

Grignolino – Fota tratta dal sito Vignaioli.it
Il Grignolino è uno dei vitigni tipici del Piemonte caratterizzato dalla limitata estensione vitata, nel 2016 se ne contavano infatti solamente 1.050 ettari collocati prevalentemente tra le province di Alessandria e d’Asti.
Il suo nome parrebbe derivare da “grignòle“, termine con cui vengono indicati in piemontese i vinaccioli, di cui abbondano gli acini. (In genere ne contengono 3).
Sebbene le prime notizie sul Grignolino risalgano alla fine del ‘700, sembra che esso fosse da tempo conosciuto e venisse utilizzato per produrre i vini “chiaretti” già nel Cinquecento.
La sua origine è localizzata nei colli tra Asti e Casale, che tuttora costituiscono la principale zona di coltura, anche se si diffuse in altre parti della provincia di Alessandria ed era presente anche in Lombardia e Veneto.

Vigneti in autunno
Un tempo il territorio del Grignolino era molto più esteso, ma il diffondersi in Europa delle malattie della vite portò come conseguenza la riduzione delle zone di coltura di molti vitigni ed in particolare del Grignolino.
Quasi certamente il progenitore è l’antico barbesino o barbexinus, citato negli archivi capitolari di Casale Monferrato del 1249.
Nel passato era infatti indicato con vari nomi: barbesino, arlandino, nebiolo rosato, ne esisteva anche una versione a bacca bianca coltivata quasi esclusivamente nel comune di Bobbio in Oltrepo’ Pavese.
Si tratta di un vitigno molto esigente in fatto di clima e terreni, difficile da coltivare e vinificare, ma che regala un vino originale, imprevedibile ed estroso.

I produttori del Monferace
Le uve tendono a maturare in modo non uniforme, tanto che nello stesso grappolo si possono vedere acini perfettamente maturi e altri ancora verdi.
Durante la fine dell’Ottocento conobbe il suo massimo livello di notorietà, era infatti considerato uno dei migliori vitigni piemontesi ed era apprezzato da molti, venne infatti elogiato anche da Umberto I di Savoia nel 1891 in occasione della sua venuta ad Asti.
Un tempo abbastanza diffuso, conosce un lungo oblio tra gli anni 70-80, diversi i motivi: è piuttosto sensibile alle malattie, la resa in mosto non è elevata, in cantina dà qualche problema.
In passato in molte cantine veniva tagliato con altri vini per smussarne le spigolosità snaturandone però le caratteristiche organolettiche e accelerandone il declino nelle richieste dei consumatori.
Il vino
Nel 1968 Luigi Veronelli definì questo vino “individualista ed anarchico” per il suo gusto forte e deciso.
Sempre Veronelli, nel 1995, sul “Novissimo Repertorio Veronelli dei Vini Italiani”, così descriveva i vini prodotti con uve Grignolino:

I vini in degustazione
Grignolino d’Asti: color rosso rubino con riflessi cerasuoli. Bouquet delicato e caratteristico (sentori d’arachidi). Asciutto, leggero ed elegante, pieno carattere. Ha minima capacità d’invecchiare.
Grignolino del Monferrato Casalese: color rubino tenue con riflessi geranio. Vinoso, con molta delicatezza, fresco ed insistente. Asciutto senza eccesso, brioso e fresco sulla sottolineata vena acidula. Ha discreta capacità d’invecchiare.
Nel “Dictionnaire des vins” del 1969 alla voce “Grignolino” si leggeva “Uno dei migliori vini rossi italiani, purtroppo difficile da trovare “originale” in quanto la sua produzione è molto inferiore al vino commercializzato effettivamente”.
Considerato (erroneamente?) un vino da bersi giovane i produttori del Monferace per la produzione del loro vino hanno preso spunto da quanto scrivevano a proposito del Grignolino nel 1875 Demaria e Leardi nella Ampelografia della provincia di Alessandria: “Dura assai, migliora invecchiando e resiste ai viaggi”.
La degustazione
A margine del convegno s’è tenuta, presso il Castello di Ponzano Monferrato, sede dell’Associazione Monferace, una degustazione di Monferace di dodici produttori, condotta dalla Master of Wine Robin Kick.
Il focus era ovviamente sull’annata 2018, quella attualmente in commercio, metà dei vini in assaggio erano infatti di quest’annata, erano inoltre presenti tre vini d’annate precedenti ed altrettanti di vini in divenire.
Ecco quant’abbiamo potuto degustare (i vini sono elencati in ordine di preferenza)
Annata 2018
– Agricola Accornero – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Bricco del Bosco Vigne Vecchie Monferace”
L’azienda che produce Grignolino affinato in legno sin dal 2006 ha sede a Vignale Monferrato e dispone di 25 ettari di vigna, la superficie destinata al Monferace è di 1,8 ettari.
La vinificazione prevede una macerazione sulle bucce di 60 giorni mentre l’affinamento del vino s’effettua in tonneaux nuovi dove sosta per 30 mesi ai quali ne seguono altri sedici di riposo in bottiglia.
Sono 3.861 le bottiglie prodotte alle quali s’aggiungono 208 Magnum.
Granato di media intensità, unghia aranciata.
Buona la sua intensità olfattiva come pure l’eleganza, note balsamiche e di legno dolce.
Fresco e succoso, asciutto, con bella vena acida, buon frutto, sentori di liquirizia, lunghissima la sua persistenza.
Notevole la sua qualità. Si tratta del vino che, assieme a quello di Liedholm abbiamo maggiormente apprezzato.
– Liedholm – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Monferace”
La tenuta, che fu si proprietà del grande calciatore ed allenatore di calcio Nils Liedholm si trova a Lu e Cuccaro Monferrato dove dispone di nove ettari di vigne, sette delle quali destinate al vitigno Grignolino.
Il Monferace viene prodotto con le viti più vecchie, la sua vinificazione prevede una macerazione sulle bucce di ben 60 giorni mentre l’affinamento avviene parte in tonneaux e parte in barriques dove il vino sosta per 28 mesi.
La 2018 è la sua prima annata di produzione, ne sono state ricavate 1.700 bottiglie.
Color granato-aranciato luminoso, non molto intenso.
Bel naso, intenso e di notevole eleganza, sottile, balsamico, sentori di legno dolce.
Fresco, intenso e succoso, buona la sua trama tannica, sentori di radice di liquirizia e leggeri accenni piccanti, lunga la sua persistenza.
Vino notevole, soprattutto al naso.
– Vicara – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Uccelletta Monferace”
Si tratta di un’azienda di grandi dimensioni, la sua superficie vitata è infatti di ben 70 ettari dei quali solamente 1 5 sono quelli utilizzati in proprio, mentre gli altri sono dati in affitto.
Gli ettari dedicati al Grignolino sono 6,3 dei quali un vigneto di 1,62 ettari situato sul Bricco dell’Uccelleta è riservato alla produzione del Monferace.
Sono ben 90 i giorni di macerazione sulle bucce mentre l’affinamento del vino avviene in tonneaux sia di rovere che d’acacia per un periodo di 24 mesi.
La tradizione d’affinare il Grignolino in legno risale al 1989.
Le bottiglie prodotte sono 1.482.
Granato-aranciato scarico, luminoso.
Mediamente intenso al naso, di buona eleganza, bel frutto, fiori secchi.
Strutturato e succoso, trama tannica importante ma non fastidiosa, legno percepibile, liquirizia, buona la vena acida e lunga la persistenza su sentori di radice di liquirizia.
– Tenuta Angelini Paolo – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Golden Arbian Monferace”
L’azienda, situata a Ozzano Monferrato dispone di 40 ettari di vigne, 3,5 ettari delle quali è allevata a Grignolino, al Monferace sono destinati 1,2 ettari suddivisi in due diversi vigneti.
La vinificazione prevede 28 giorni di macerazione sulle bucce ed un affinamento per 33 mesi in tonneaux francesi metà dei quali nuovi.
1.333 le bottiglie prodotte.
Color granato con sfumature mattonate.
Buona la sua intensità olfattiva, elegante, presenta un bel frutto, note floreali di fiori secchi, note balsamiche, liquirizia.
Discretamente strutturato, succoso, buona la vena acida come la trama tannica anche se il vino risulta un poco asciutto, buona la sua persistenza.
– Tenuta Santa Caterina – Grignolino d’Asti Doc “Monferace”
Si tratta dell’unica azienda del gruppo che produce un Grignolino d’Asti, si trova a Grazzano Badoglio e gestisce 20 ettari di vigneti, uno dei quali, suddiviso in due appezzamenti, è riservato alla produzione del Monferace.
Il tempo di macerazione sulle bucce è assai elevato, ben 90 giorni, l’affinamento del vino avviene in tonneaux, per metà nuovi ed in botti da 10 ettolitri, il periodo di sosta in legno è di 30 mesi ai quali seguono ulteriori 24 – 30 mesi di riposo in bottiglia.
Sono 1.898 le bottiglie prodotte.
Aranciato-granato di media intensità.
Buona l’intensità olfattiva, elegante, balsamico, sentori di fiori secchi.
Fresco ed intenso, con bella trama tannica, sentori di bastoncino di liquirizia, leggere note piccanti di pepe, buona la persistenza.
– Agricola Sulin – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Brasal Monferace”
L’azienda è situata a Grazzano Badoglio dove dispone di 22 ettari di vigneti, al Monferace è riservato un appezzamento di 0,85 ettari dove ci sono le vigne più vecchie, da quest’anno però verrà utilizzato un nuovo vigneto dove ci sono 45 clini diversi di Grignolino.
La macerazione sulle bucce si protrae per 15 giorni, per l’affinamento s’utilizzano tonneaux di rovere francese, metà dei quali nuovi, dove il vino sosta per 25 mesi.
La produzione è limitata a 666 bottiglie.
La prima annata in cui il vino è stato affinato in legno è la 2015.
Granato-aranciato luminoso di media intensità.
Di buona intensità olfattiva, elegante, bel frutto ancora fresco, ciliegia matura, note balsamiche e di fiori secchi.
Discretamente strutturato, con trama tannica leggermente asciugante, leggermente secchino, legno percepibile, sentori di liquirizia, discreta la sua persistenza.
Meglio al naso.
Annate precedenti
– Fratelli Natta – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Monferace” 2016
L’azienda, situata a Grazzano Badoglio dispone di 30 ettari a vigneto, quattro dei quali riservati al Grignolino, uno di questi è destinato alla produzione del Monferace.
La vinificazione prevede una macerazione sulle bucce di 20 giorni, mentre per l’affinamento s’utilizzano sia tonneaux nuovi che barriques usate dove il vino sosta per 30 mesi.
Ne sono state prodotte 1.200 bottiglie, mentre la sua prima produzione è avvenuta con l’annata 2015.
Aranciato-mattonato scarico di buona luminosità.
Buona l’intensità olfattiva, sottile, presenta note evolutive e balsamiche, foglie secche, frutto ancora presente, buona l’eleganza.
Intenso, ancora vivo e vibrante, buona la vena acida, tannino leggermente asciugante, legno percepibile, radice di liquirizia, lunga la sua persistenza.
L’abbiamo apprezzato maggiormente al naso.
– Tenuta Alemat – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Monferace” 2017
Si tratta di una piccola azienda -5,5 gli ettari vitati- situata a Ponzano Monferrato, in provincia d’Alessandria, la superficie dedicata alla produzione di Monferace è solamente di 0,35 ettari dai quali si sono ricavate 1.000 bottiglie.
La macerazione sulle bucce è stata protratta per 45 giorni e l’affinamento per 24 mesi, parte in tonneaux usati e parte in barriques nuove.
La prima annata di produzione è stata la 2015, mentre nel 2018 il vino non è stato prodotto a causa di una grandinata.
Nel 2017 sono state prodotte 1.000 bottiglie.
Il colore è granato di buona intensità con riflessi mattonati.
Intenso al naso, di buona eleganza, vi si colgono sentori di frutta rossa matura e note balsamiche.
Strutturato, leggermente piccante, tannino leggermente asciugante e legno un poco in evidenza, buona la sua persistenza.
Un vino dalla notevole eleganza olfattiva.
– Tenuta Tenaglia – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Monferace” 2017
L’azienda si trova a Serralunga di Crea, dispone di 30 ettari di vigneti dei quali solamente 0,76 ettari sono destinati alla produzione di Monferace.
La macerazione sulle bucce è di 15 giorni mentre l’affinamento del vino avviene in tonneaux usati per 30 mesi.
La produzione è stata di 1.300 bottiglie; prima annata di produzione 2015.
Il colore è granato di media intensità con unghia aranciata.
Purtroppo la nostra bottiglia presentava un principio d’ossidazione con sentori di mela matura che non ci ha permesso di valutare correttamente il vino.
Vini in divenire (non ancora in commercio)
Non molte le soddisfazioni dateci dai tre vini non ancora in commercio, anche se capiamo che si tratta di vini ancora allo stato embrionale, eccoli:
– Cinque Quinti – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Monferace” 2021
Situata a Cella Monte, l’azienda di recente costituzione dispone di 43 ettari di vigne solamente il 20% delle quali utilizzate pr la produzione dei loro vini, al Monferace è riservata la Vigna San Pietro di mezzo ettaro.
14 i giorni di macerazione sulle bucce mentre l’affinamento si svolge in tonneaux e barriques.
Questa è la prima annata di produzione del Monferace del quale se ne sono ricavate 1.600 bottiglie.
Color granato mediamente intenso, con unghia aranciata.
Buona la sua intensità olfattiva, frutto rosso speziato, note surmature, sentori balsamici e di legno dolce.
Dotato di buona struttura, frutto rosso, prugna e ciliegia, liquirizia forte, note piccanti, lunga la sua persistenza.
– Hic et Nunc – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Monferace” 2020
Azienda di recente costituzione con 21 ettari di vigneti a Vignale Monferrato, le uve destinate alla produzione di Monferace sono collocate in cima ad un Bricco.
La macerazione sulle bucce è si 12 giorni, l’affinamento di questo vino si è svolta in tonneaux usati ma si pensa in futuro d’utilizzare botti da 10 ettolitri.
La prima annata in cui il Grignolino è stato affinato in legno è la 2020, dell’annata 2021 sono state prodotte 1.300 bottiglie.
Il colore è rubino intenso e luminoso, assai poco tipico del vitigno.
Frutto rosso maturo al naso, ciliegia e sentori di spezie dolci.
Intenso al palato, speziato, presenta note piccanti, lunga la sua persistenza.
Fatichiamo un poco a riconoscervi il vitigno.
– Cascina Faletta – Grignolino del Monferrato Casalese Doc “Monferace” 2020
Sono 10 gli ettari vitati di quest’azienda, situata a Casale Monferrato, per la produzione del Monferace s’utilizzano due vigne con suoli di caratteristiche diverse, uno calcareo, l’altro argilloso.
La vinificazione prevede una macerazione sulle bucce di 15 giorni, l’affinamento si svolge in tonneaux usati, dopo di che il vino sosta per 12 mesi in bottiglia.
La 2020 è stata la prima annata in cui il Grignolino è stato affinato in legno, le bottiglie prodotte sono state 1.500.
Purtroppo il vino servitoci era ossidato, peccato.
Lorenzo Colombo
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