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Montepulciano d’Abruzzo Riserva “Trinità” in verticale – Marchesi De’ Cordano

Si sa che le verticali sono quelle degustazioni che danno le maggiori soddisfazioni, c’è modo di capire l’evoluzione nel tempo di un vino, sia per quanto riguarda il suo naturale invecchiamento, ma anche per verificare gli eventuali cambi di stile da parte del suo produttore, inoltre vi si coglie l’andamento dell’annata, ragione per cui abbiamo aderito prontamente alla degustazione verticale di questo Montepulciano d’Abruzzo Riserva che non conoscevamo e che viene prodotto dall’Azienda Marchesi De’ Cordano che ha sede a Loreto Aprutino.

Le Tenute

La Marchesi De’ Cordano in realtà è un gruppo che raccoglie diverse tenute, tutte situate in Abruzzo, per un totale di circa 50 ettari di vigneti e che fa capo alla famiglia D’Onofrio.
Oltre alla Marchesi De’ Cordano ci sono la Tenuta Palazzo Battaglini che dispone di oltre 18 ettari di vigneti a Villamagna, in provincia di Chieti, la Tenuta Santa Giusta con circa tre ettari a Campli, in provincia di Chieti, la Tenuta Altavilla, poco più di quattro ettari a Bucchianico, sempre in provincia di Chieti, la Tenuta Fontebianca, meno di un ettaro e mezzo a Canosa Sannita (la provincia è sempre quella di Chieti, la Tenuta Bauglione con circa tre ettari e mezzo a Civitacquana in provincia di Pescara e la Tenuta Cavaticchio con i suoi due ettari e venti a Spoltore sempre in provincia di Pescara.

La Casa madre, ovvero la Tenuta Marchesi De’ Cordano dispone di 18 ettari di vigneti dai quali ricava annualmente 250mila bottiglie, suddivise in una dozzina d’etichette.

Il vino
Le uve provengono da vigneti situati a Loreto Aprutino a 306 metri d’altitudine, messi a dimora nel 1978, sono esposti a Sud, Sud-Est e sono condotti a pergola abruzzese.
La vendemmia s’effettua tra la fine del mese d’ottobre e l’inizio di novembre, la vinificazione avviene in botti di grandi dimensioni con una macerazione di 15 giorni, il vino s’affina poi in barriques di secondo passaggio dove sosta per 12 mesi, ai quali ne seguono altrettanti di riposo in bottiglia.

La degustazione s’è tenuta nell’ambito dell’Italian Taste Summit, lo scorso 6 febbraio, presso la Reggia Reale di Monza.

2000 – Pima annata di produzione
Profondissimo il colore, molto bello, impressionante per un vino di oltre vent’anni d’età.
Intenso ed ampio al naso, con frutto ancora ben presente, prugna secca, spezie dolci, tabacco dolce, leggere note selvatiche.
Dotato di buona struttura, presenta sentori di liquirizia e accenni piccanti di pepe.
Notevole, soprattutto considerando l’età, è il vino che maggiormente ci ha impressionato, anche se poi il suo decadimento è pian piano iniziato dopo pochi minuti di sosta nel bicchiere, cosa peraltro normale in vini di simile età.

2006 – Molto bello il suo colore, profondo e luminoso.
Discretamente intenso al naso, elegante, note balsamiche e di legno dolce, frutto dolce, prugna matura.
Dotato di buona struttura, succoso, presenta un buon frutto, prugna secca, liquirizia dolce, tannini vellutati, accenni di radici sulla lunga persistenza.
Certamente il vino più completo, equilibrato, armonico, ha retto benissimo il trascorrere del tempo sia in bottiglia come nel bicchiere.

 – 2012 – Profondissimo il colore, quasi nero con unghia purpurea.
Intenso al naso dove presenta qualche problema di pulizia, speziato, prugna matura, sentori di cuoio e leggere note animali.
Discretamente strutturato, asciutto, trama tannica importante ma un poco secchino e polveroso, ricordi di legno, radice di liquirizia su lunga persistenza.
Il vino meno interessante dei quattro, con qualche problema di bottiglia e frutto di un’annata non troppo felice.

 – 2018– Profondo il colore, quasi nero, unghia violacea.
Intenso al naso, alcolicità pronunciata, frutta dolce, prugna secca, note di confettura, legno dolce in evidenza, vaniglia, tabacco dolce, sottobosco.
Dotato di buona struttura, alcolico, prugna secca, leggere note piccanti, tannino leggermente rugoso, leggere note polverose, buona la persistenza.
Già perfettamente godibile ma ancora troppo giovane per potersi esprimere al meglio, il potenziale c’è tutto, occorre aver la pazienza d’attenderlo.
Lorenzo Colombo