San Salvatore 1988, vini dal Cilento
160 ettari suddivisi tra vigneti (42 ettari), uliveti, frutteti, boschi e allevamenti di bufale questa è la realtà dell’azienda San Salvatore 1988 di Giuseppe Pagano, proprietario di due hotel a Paestum, re-innamoratosi del vino -che già produceva il padre Salvatore- durante una visita all’azienda toscana Ruffino, nel 1974, tanto da decidere di ricominciare a produrlo.
Avevamo avuto l’occasione di conoscere e d’assaggiare i vini di San Salvatore 1988 nel marzo dello scorso anno, in occasione del Paestum Wine Fest, durante il quale s’era tenuta una doppia verticale di ben sei annate -dalla 2017 alla 2022- del Fiano Pian di Stio e di sette annate -dalla 2020 alla 2013- dell’Aglianico Jungano. Degustazione ancor più valorizzata dal luogo nel quale s’è svolta, ovvero il giardino del Ristorante Nettuno, con vista spettacolare sul Parco Archeologico. (vedi).
Simbolo dell’azienda è il bufalo, che appare sempre-stilizzato- sulle etichette dei vini, sono infatti ben 750 le bufale dell’azienda di Giuseppe Pagano che forniscono il latte per la produzione di mozzarelle e latticini nel caseificio di proprietà, interessante la scelta del nome dei vini, quest’ultimi richiamano spesso -a volte con piccole variazioni- nomi di luoghi o paesi del Cilento.
I vigneti aziendali vengono condotti in regime biologico, spesso applicando anche i principi della biodinamica, il ciclo produttivo è focalizzato sul massimo rispetto della natura in modo d’avere un impatto ambientale minimo, tutta l’energia necessaria è autoprodotta, sia tramite un impianto fotovoltaico, sia tramite biodigestori che trasformano in energia il letame prodotto dalle bufale,
L’azienda San Salvatore 1988 ha così ottenuto nel 2023 il “Robert Parker Green Emblem Award”, prestigioso riconoscimento riservato alle aziende che hanno dimostrato risultati eccezionali in termini di sostenibilità e gestione ambientale.
Consulente per la parte enologica è Riccardo Cotarella.
I vini degustati
– Igp Paestum Rosato “Vetere” 2023
Prodotto con uve Aglianico provenienti da un vigneto situato in Località Cannito nel comune di Capaccio-Paestum, le vigne sono situate tra i 150 ed i 210 metri d’altitudine su suolo argilloso, con esposizione Sud-Ovest, hanno un’età media di 15 anni e sono potate a Guyot, la resa è di 180 ettolitri/ha.
Vinificazione ed affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta per circa sei mesi.
Sono 120.000 le bottiglie prodotte, alle quali s’aggiungono 10.000 mezze bottiglie, 4.000 magnum e qualche centinaio d’altri formati.
Color petalo di rosa appena accennato.
Intenso al naso, fresco pulito, sentori di fragolina di bosco e caramella alla frutta.
Fresco, sapido, pulito, piccoli frutti rossi e note d’agrumi, bella vena acida e buona persistenza.
Un vino semplice e corretto, dalla piacevolissima beva.
– Igp Paestum Fiano Bio “Pian di Stio” 2022
Le uve provengono da un vigneto situato tra i 550 ed i 650 metri d’altitudine nel comune di Stio, l’esposizione è Sud, il suolo è argilloso calcareo e la potatura è a Guyot con resa di 70 ettolitri/ha.
Vinificazione ed affinamento d’effettuano in vasche d’acciaio dove il vino sosta per sei mesi.
Le bottiglie prodotte sono 22.500 oltre a 1.500 mezze bottiglie e qualche centinaio d’altri formati.
Riassaggiamo dunque questo vino a distanza di circa un anno ed andiamo a verificare cos’è eventualmente cambiato dal punto di vista organolettico.
Il suo colore è paglierino scarico, luminoso.
Discreta la sua intensità olfattiva, vi cogliamo sentori di fieno, erbe aromatiche, frutta a polpa bianca, agrumi.
Mediamente strutturato, molto sapido e fresco, note d’agrumi e di frutta a polpa bianca, leggeri accenni piccanti di zenzero, lunga la sua persistenza.
L’abbiamo trovato decisamente migliorato rispetto alla nostra precedente degustazione.
– Igp Paestum Greco Bio “Calpazio” 2022
Prodotto con uve Greco provenienti da un vigneto posto tra i 150 ed i 210 metri d’altitudine su suolo di natura argillosa, in Località Cannito, nel comune di Capaccio Paestum, l’esposizione è Sud-Ovest ed il sistema di potatura è a Guyot. Le viti hanno un’età media di 13 anni e danno una resa di 80 ettolitri/ha.
Fermentazione ed affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta per circa otto mesi.
La produzione annuale è di circa 30mila bottiglie più in centinaio di Magnum.
Color giallo paglierino di discreta intensità.
Discreta anche la sua intensità olfattiva, vi troviamo frutta a polpa bianca matura, accenni di fiori gialli, fieno, erbe essiccate.
Dotato di buona struttura, fresco e sapido, presenta un bel frutto maturo, accenni d’agrumi e buona persistenza.
Un vino di maggior complessità rispetto al Pian di Stio.
– Igp Paestum Aglianico “Jungano” 2020
Jungano è il nome dialettale di Giungano, paese dove si trova la cantina.
Le uve per la produzione di questo vino provengono dalla località Cannito, sita nel comune di Capaccio Paestum, i vigneti hanno un’età media di 16 anni, si trovano su suolo argilloso calcareo ad un’altitudine tra i 150 ed i 210 metri slm, sono esposti a Sud-Ovest e sono potati a Guyot.
Il vino fermenta in vasche d’acciaio mentre l’affinamento si svolg per il 40% in barriques usate, per il 40% in botti da 25 ettolitri e per il rimanente 20% in vasche d’acciaio, il tutto per 12 mesi.
Le bottiglie prodotte annualmente sono 92.000 oltre a 10.000 mezze bottiglie ed a 1.500 magnum, un centinaio poi sono gli altri formati.
Molto bello il colore, profondo, purpureo luminoso.
Buona la sua intensità olfattiva, bel frutto, fresco, sentori di legno dolce, e leggeri accenni vegetali, buone sia la trama tannica come pure la vena acida, buona anche la sua persistenza.
Anche questo vino era stato assaggiato nel marzo 2023 ed anche in questo caso l’abbiamo trovato migliorato.
– Igp Paestum Aglianico “Gillo Dorfles” 2017
Questo vino è dedicato a Gillo Dorfles, professore di estetica alle Università di Milano e di Trieste, innamorato di Paestum, dove amava trascorrere le vacanze in uno degli hotel di Giuseppe Pagano del quale nel corso degli anni è diventato amico, tanto da disegnare 16 etichette di questo vino.
Le uve per la sua produzione vengono selezionate dal vigneto situato in Località Cannito, l’età media delle piante è di 14 anni
Profondo e luminoso il colore, molto bello, unghia purpurea.
Intenso al naso, fresco, balsamico ed elegante, spezie dolci, note mentolate.
Fresco e strutturato, con bella trama tannica e notevole equilibrio complessivo, legno dolce, bel frutto, buona la sua persistenza.
Un vino dalla notevole qualità che avevamo già avuto occasione di apprezzare la sera prima durante il gala dinner tenutosi presso il Ristorante Saint Georges Premier nel Parco di Monza.
Lorenzo Colombo