Lorenzo Colombo Io e Il vino Blog
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Santa Sofia

Qualche anno addietro, durante un Vinitaly, avevamo avuto l’occasione di partecipare ad una verticale di “Gioé”, il cru di Amarone della Valpolicella dell’azienda Santa Sofia.

Ricordiamo che fu una degustazione emozionante durante la quale si andò a ritroso nel tempo di quasi quarant’anni e ne scrivemmo qui.

Nei giorni scorsi invece, poco prima del Vinitaly (guarda la coincidenza) abbiamo avuto il piacere di poter degustare buona parte della gamma di vini prodotti dall’azienda, in un ambiente piacevole, il Ristorante di Daniel Canzian, a Milano.
In realtà dopo averli degustati li abbiamo anche bevuti questi vini, accompagnati da un menù appositamente creato per l’occasione da Daniel.

Procediamo dunque con ordine:

Situata a Pedemonte (frazione di San Pietro in Cariano) nel cuore della Valpolicella Classica, l’Azienda Santa Sofia ha sede nella Villa Sarego, costruita dal Palladio e vanta più di duecento anni di storia, essendo stata fondata nel 1811.
Sotto la villa e di fianco ad essa si trovano le cantine , la più antica delle quali risale al 1300, qui si trovano botti e barriques per l’affinamento dei numerosi vini prodotti.

L’azienda possiede ventiquattro ettari nella Valpolicella Classica e recentemente ne ha acquisiti altri quarantacinque in Valpantena; oltre ai classici vini della Valpolicella l’azienda produce anche in diverse zone del veronese, quindi nel catalogo troviamo vini delle seguenti denominazioni: Soave, Bardolino, Custoza, Lugana, oltre a numerosi IGT.
Poco meno del 90% di questi vini è destinata all’esportazione, con la presenza in 65 paesi del mondo

Santa Sofia è stata rilevata nel 1967 da Giancarlo Begnoni che attualmente la gestisce coadiuvato dal figlio Luciano (che ci ha accompagnato durante la nostra degustazione di Milano), recentemente è entrato in azienda, per collaborare con Giancarlo, il giovane enologo Matteo Tommasi.

Ecco quant’abbiamo assaggiato:

Bardolino Chiaretto Classico 2017
I vigneti sono situati sulle colline moreniche nei comuni di Lazise e Bardolino, la composizione del vino è data da: 55% corvina, 30% rondinella e 15% molinara. Fermentazione ed affinamento avvengono in acciaio.

Color rosa pallido luminoso (confetto rosa).
Fresco e pulito al naso, fruttato (frutti di bosco), note floreali, accenni di caramella al lampone.
Discretamente strutturato, sapido, fresco, fruttato, note di caramella, lunga la persistenza.
Un vino corretto, pulito, di piacevole beva.

Montegradella” Valpolicella Classico Superiore 2015
Le uve: 70% corvina e corvinone e 30% rondinella, provengono da vigneti situati sulle colline marnose dei comuni di Fumane e Marano, nella Valpolicella classica e vengono sottoposte ad un appassimento di circa 40 giorni.
La fermentazione avviene in acciaio mentre l’affinamento –che si protrae per ventiquattro mesi- si svolge  parte in barrique (30%) e parte in botti da 20-30 hl. Seguono quindi almeno altri dodici mesi di riposo in bottiglia.

Intenso il colore, granato profondo, unghia rubina.
Buona l’intensità olfattiva, il vino presenta diverse sfaccettature ed una notevole complessità: leggere note surmature e balsamiche, sentori di sottobosco, humus, foglie bagnate, frutta a bacca nera, spezie dolci, ben dosato l’uso del legno.
Strutturato, complesso, fresco, sapido, con bella vena acida, tannino ben integrato e legno ben dosato, si coglie un bel frutto rosso, sentori di liquirizia e note d’erbe e radici in infusione.
Il particolare metodo produttivo 8vedi appassimento) ci fornisce unn gran bel vino, anche se un poco fuori gli standard dei Valpolicella.

Amarone della Valpolicella Classico 2012
La percentuale delle uve rispecchia quella del Valpolicella “Montegradella”, più ampia però la zona di provenienza delle stesse, oltre ai vigneti di Fumane e marano, s’aggiungono quelli situati a San Pietro in Cariano e Negrar.
L’appassimento delle uve si protrae per tre/quattro mesi, riducendo così la resa a 40 litri ogni 100 chilogrammi. Dopo la fermentazione alcolica il vino sosta per almeno 36 mesi in botti di rovere e per almeno un anno in bottiglia.

Il colore è granato, intenso e profondo.
Buona l’intensità olfattiva, fresco, balsamico, elegante, con sentori di confettura di more e leggere note floreali.
Strutturato ma non pesante, freschissima la nota fruttata (more, prugne, ciliegie mature), balsamico, con note dolci, bella la vena acida e molto lunga la persistenza.
Un grande vino dalla facile e piacevolissima beva.

Gioè” Amarone della Valpolicella Classico 2011
Della nascita di questo vino avevamo già scritto nell’articolo sopra citato, le uve (70% corvina e corvinone,  25% rondinella e 5% molinara) vengono selezionate tra i vigneti di Marano, Fumane e San Pietro in Cariano, dopo un appassimento di circa 100 giorni danno una resa di 35-37 litri ogni cento chilogrammi.
Particolare l’affinamento di questo vino che prevede una sosta in botti di rovere per ventiquattro mesi ai quali seguono ulteriori diciotto mesi di barriques mediamente tostate ed infine un paio d’anni di bottiglia.

Profondissimo il colore, con unghia ancora rubina.
Molto intenso al naso, presenta sentori di frutto rosso dolce macerato, prugna secca, confettura di prugne, note balsamiche e di sottobosco, spezie dolci.
Vino di grande struttura, alcolico ma al contempo fresco, balsamico, note dolci e di prugna secca, lunga la persistenza.
Un vino tutto giocato su potenza e dolcezza di frutto, a tratti ci ha ricordato un Porto. Va da se che la beva è meno facile del precedente, quasi che richiedesse d’essere degustato senza accompagnamento alcuno.

Recioto della Valpolicella 2011
Le uve e la loro zona di provenienza sono le stesse dell’Amarone, l’appassimento si protrae per circa quattro mesi fornendo una resa di circa 35 litri ogni 100 chilogrammi.

Fermentazione con lunga macerazione sulle bucce e quindi sosta in barriques per quattordici mesi, un ulteriore anno in bottiglia completa l’affinamento.

Profondissimo il colore, quasi nero, con unghia violacea.
Intenso ed alcolico al naso, presenta note balsamiche e sentori di prugne secche, confettura di frutta rossa, marasche sotto spirito.
Dolce alla bocca ma non stucchevole, rinfrescato da una buona vena acida e da un tannino importante e ben amalgamato, sentori di ciliegia sotto spirito, boero e Mon Chery, lunghissima la persistenza.
Un vino decisamente valido ed interessante, anche per chi come noi non è un grande appassionato della tipologia.
Lorenzo Colombo

 
pubblicato in origine su www.vinealia.org