Vini del Montello: la nuova immagine del Consorzio
Il Consorzio Vini Asolo Montello rappresenta tre diverse denominazioni ricadenti sul medesimo territorio, 19 comuni della provincia di Treviso, si tratta delle Docg Asolo Prosecco e Montello e della Doc Montello Colli Asolani.
La zona di produzione s’estende da Ovest ad Est, per poco meno d’una quarantina di chilometri, da Borso del Grappa a Nervesa della Battaglia e, sebbene le due zone dei Colli Asolani e del Massiccio del Montello siano tra loro separate, tra Cornuda e Nogarè, da una vallata larga un paio di chilometri, in realtà dal punto di vista geologico costituiscono un’unica entità.
Entrambe le zone godono inoltre di un clima temperato, con estati mai troppo calde ed inverni mai troppo freddi essendo protette a Nord-Ovest dal massiccio del Monte Grappa e subendo l’influenza del Mar Adriatico.
Nello scorso mese di maggio il Consorzio aveva presentato la nuova strategia di posizionamento dell’Asolo Prosecco Superiore (vedi) per il quale è stato sviluppato un apposito logo, mentre giovedì 3 dicembre Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio Vini Asolo Montello ed Angelo Peretti, consulente del Consorzio, hanno presentato il nuovo logo e la strategia di comunicazione delle altre due denominazioni, raggruppate -dal punto di vista della comunicazione- sotto il comune denominatore “I vini del Montello”.
Queste due denominazioni riguardano quasi esclusivamente vini rossi che rappresentano il 95% della produzione, la Docg poi è riservata esclusivamente a questa tipologia di colore, infatti il suo nome è sia Montello che Montello Rosso.
La produzione totale delle due denominazioni è di 618.000 bottiglie, a fronte dei 17 milioni dell’Asolo Prosecco, per la precisione 581.000 bottiglie sono di Montello Colli Asolani e solamente 37.000 della Docg Montello.
I vitigni utilizzati nelle due denominazioni sono principalmente i cosiddetti “bordolesi”, con il Merlot e Cabernet sauvignon come attori principali, coadiuvati da Cabernet franc e Carmenère.
Sempre più importante sta diventando un vitigno autoctono, la Recantina, uva interessante e ormai utilizzata da diversi produttori, con la quale si producono 37.000 bottiglie.
Ne avevamo scritto nel maggio dello scorso anno, quando avevamo partecipato ad un press tour nel territorio del Montello (vedi).
Come specificato sopra i vitigni a bacca bianca ricoprono un ruolo marginale all’interno della Doc Montello- Colli Asolani, i più interessanti sono il Manzoni bianco (Incrocio Manzoni 6.0.13.) e la Bianchetta, col primo si producono 26.000 bottiglie, col secondo unicamente 2.000; delle altre uve a bacca bianca consentite dal disciplinare, ovvero Chardonnay, Pinot bianco e Pinot grigio praticamente non c’è traccia produttiva se non in un numero infinitesimale di bottiglie.
Il logo (in realtà si tratta di due loghi) presentato durante la conferenza stampa veste un colore che da una parte ricorda quello dei suoli, ricchi di ferro, quindi una tonalità tra il rosso ferruginoso ed il marrone, curiosamente, sulla tabella dei Pantone il nome di questo colore è “Merlot”, che quindi singolarmente rappresenta contemporaneamente sia il territorio che uno dei vitigni principali che vi si coltivano.
Alcune considerazioni infine sulle due denominazioni, le cui differenze non sono facili da spiegare ad un consumatore.
La Docg Montello, che prevede anche la tipologia Superiore, come sopra specificato riguarda esclusivamente vini rossi dai sopracitati vitigni bordolesi, con il Cabernet sauvignon come attore principale.
La Doc Montello Colli Asolani contempla anche la produzione di vini bianchi, che nel caso di Pinot bianco e Chardonnay possono anche essere Spumanti.
Le varie tipologie prevedono sia vini “di colore”, rosso e bianco, che da monovitigno.
Per quanto riguarda il “Rosso” i vitigni utilizzati sono i medesimi della Docg, anche nelle percentuali degli stessi, esiste poi una sottozona, Venegazzù –anche questa prevede la versione “Superiore”- che riguarda unicamente una porzione di territorio del comune di Volpago del Montello, anche in questo caso i vitigni utilizzati sono i medesimi del Rosso, cambiano unicamente, seppur minimamente, le percentuali degli stessi.
Lorenzo Colombo