Vino da tavola Rosso “POCULUM” 1999 – Az. Agr. F.lli Agnes
Emozione pura
Conosciamo i fratelli Agnes da almeno un quarto di secolo, in special modo Sergio, e riteniamo la loro azienda come una delle massime ambasciatrici del vitigno croatina e della Bonarda, prodotta in numerose versioni, da quelle più tradizionali, frizzanti o vivaci, dalla facile beva, sino a quelle ferme e più complesse, affinate in legno ed anche in barriques.
L’azienda
Situata a Rovescala l’azienda è attiva sin dal 1900 e attualmente dispone di 21 ettari a vigneto ed è gestita dai F.lli Sergio e Cristiano Agnes; nove le etichette prodotte, per un totale di 120.000 bottiglie/anno.
Rovescala è un territorio storicamente vocato per la viticoltura e specialmente per la croatina, che, complice la diversità nella composizione dei suoli, anche a brevi distanze, si può esprimere e può essere vinificata in diverse modalità.
Ed è appunto su questo vitigno che s’impernia la produzione dei F.lli Agnes.
Il vino
Il Poculum – il cui nome deriva dall’antica tazza da degustazione- è un Igt Provincia di Pavia, anche se nell’annata che abbiamo degustato era ancora classificato come Vino da tavola.
Ottenuto da croatina in purezza provenienti dai migliori vigneti, viene affinato in barriques.
La degustazione
Ogni volta che decidiamo d’aprire una bottiglia con parecchi anni sulle spalle, magari per un pranzo od una cena, prepariamo sempre un vino ben più giovane come riserva, poiché col passare degli anni in bottiglia il rischio di trovare un prodotto poco appetibile o addirittura non più bevibile aumenta decisamente.
E’ quindi opportuno non farsi trovare impreparati, soprattutto se si hanno ospiti.
Domenica ospiti non ce n’erano, ovviamente, data la situazione attuale, però il vino di riserva l’abbiamo ugualmente preparato ed aveva quasi vent’anni in meno rispetto a quello che ci accingevamo ad aprire, essendo una Barbera d’Asti del 2018.
Ebbene quest’ultima bottiglia dovrà ancora attendere prima d’essere stappata poiché il nostro vino del 1999 non solo era perfettamente bevibile, ma s’è rivelato decisamente emozionate.
Il color mattonato, con ricordi granati –comunque intenso e compatto- denota sin da subito la vetustà del vino.
La prima impressione all’olfatto è di una buona intensità, il naso è pulito ed i sentori decisamente terziari e crepuscolari; si colgono prugne cotte, note balsamiche e mentolate, sottobosco, cioccolato al latte, tabacco dolce, fiori secchi, viole, ed accenni d’agrumi, col passare del tempo, e riassaggiato dopo alcune ore s’apre in tutta la sua ampiezza ed eleganza. Un naso affascinante.
La cosa che ci ha maggiormente stupiti favorevolmente è che la barrique, che nei nostri assaggi dello stesso vino –ben più giovane, s’intende- faceva sentire la sua presenza, qui assolutamente non si nota, segno che è stata completamente digerita dal vino.
Alla bocca colpisce immediatamente la sua trama tannica, ancora netta e decisa seppur estremamente vellutata -tutto merito della croatina, che può esser rude in gioventù ma, se trattata bene, col passare degli anni smussa le sue spigolosità- la struttura s’è un poco affievolita in tutti questi anni, il vino però conserva un corpo discreto, la sua vena acida lo rende fresco, alla bocca le sensazioni s’amplificano, il vino s’esprime nella sua complessità, si colgono note di caffè d’orzo, cioccolato, prugne secche, fichi cotti al forno, melata, spezie dolci, liquirizia, scorze d’arancio candite ricoperte di cioccolato, cioccolatini After Eight; il lungo fin di bocca chiude su sentori di amaro alle erbe, rabarbaro e china.
Un vino EMOZIONANTE, peccato che di altre bottiglie in cantina non vi sia traccia.
Lorenzo Colombo