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Beconcini e il Tempranillo in Toscana

Verticale di Vigna Le Nicchie…ed altro ancora

Il Tempranillo è uno dei vitigni più diffusi al mondo, coi suoi 231.000 ettari si colloca al terzo posto tra i vitigni da vino, dopo Cabernet Sauvignon e Merlot.
Nonostante sia presente, seppur in maniera sporadica  in 17 diversi paesi, è diffuso principalmente in Spagna dove se ne trovano ben 203.000 ettari (circa il 21% del vigneto spagnolo) ossia l’88% della sua superficie totale mondiale.

Nei vari paesi dov’è presente assume nomi diversi, nella stessa Spagna infatti è conosciuto anche come Tinta del Pais e Tinta Fina (Ribera del Duero), Tinta de Toro,  Ull de Llebre (Catalogna), Cencibel, quest’ultimo nome è valido anche in Argentina dove viene pure chiamato al femminile, ovvero Tempranilla, in Australia è conosciuto come Roriz, Aragones e Tinta Roriz. Quest’ultimo nome vale anche per Portogallo, Sud Africa e Brasile; altro nome col quale è conosciuto sia in Australia, Portogallo, Brasile e Nuova Zelanda è Aragonez, mentre negli USA viene anche chiamato Valdepenas.

L’Azienda Beconcini

Il Portogallo è il secondo paese per diffusione del vitigno, se ne trovano ben 18.000 ettari, segue l’Argentina con circa 6.100 ettari e molto staccati Francia (770 ettari) e USA (410 ettari).

In Italia il vitigno è praticamente quasi assente, iscritto nel 1999 nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, se ne contavano 23 ettari nel 2010 ed attualmente il suo utilizzo viene (teoricamente) ammesso in 16 vini ad IGT.

La storia di questo vitigno nel nostro paese è piuttosto curiosa, e come quasi sempre dovuta al caso, infatti nel 1990 Leonardo Beconcini subentra al padre nella conduzione dell’azienda, per prima cosa la amplia, impiantando nuovi vigneti sino ad arrivare a 14 ettari.
Si concentra quindi sugli studi dei diversi cloni si Sangiovese per la produzione del “Reciso” e tra i vecchi vigneti trova oltre 200 ceppi non ben identificati, che chiama “Vigne X”.
Tramite l’Università Agraria di Milano e l’Istituto Sperimentale di Selvicoltura di Arezzo vengono effettuati degli studi su queste piante e si scopre così che si tratta di Tempranillo, varietà della quale non risultava sino ad allora alcuna presenza in Italia.
Si tratta di piante pre-filosseriche, con almeno cent’anni d’età e Leonardo decide di farvi un vino, il Vigna Le Nicchie che noi abbiamo avuto il piacere di degustare in ben dieci diverse annate presso il BistRo Aimo e Nadia a Milano.

Eva Bellagamba e Leonardo Beconcini

In quanto alla presenza del vitigno a San Miniato, si suppone che vi sia stato portato da pellegrini spagnoli, che transitavano sulla Via Francigena attorno alla metà del ‘700, trovandosi la cittadina toscana su tale direttrice.
Opportunamente riprodotte le uve di Tempranillo sono andate a costituire un vigneto di 3,5 ettari dal quale si producono due vini uno dei quali ha per nome “IXE”, in ricordo dell’uva senza nome.
Nel 2017 è stato infine impiantato il primo vigneto interamente clonale di Tempranillo da vigna storica su piede franco.

Dopo questa doverosa premessa eccoci alla nostra degustazione, che si è tenuta nello scorso mese di dicembre.

La verticale:

 – Toscana Igt Tempranillo “Vigna Le Nicchie”
Meno di un ettaro di vigneto allevato a Cordone speronato con densità di 4.000 ceppi/ettaro, resa decisamente elevata per queste viti centenarie, circa 5 Kg per ceppo.
Il suolo è composto da argille bianche ricche di fossili marini (Le Nicchie nel dialetto locale).
Le uve subiscono un appassimento di quattro settimane, dopo di che vengono vinificate in vasche di cemento tramite lieviti indigeni, l’affinamento si svolge in barriques francesi per 24 mei ai quali ne seguono altrettanti in bottiglia.
3.000 le bottiglie prodotte.

2005: Granato di buona profondità.
Buona l’intensità olfattiva, austero, sentori di cuoio ed accenni di legno, note autunnali, china, sottobosco, spezie dolci, funghi, liquirizia alla menta, cioccolatini After Eight.
Buona la struttura, legno ancora in evidenza, tannini leggermente asciuganti, bella la vena acida, lunga la persistenza.
L’abbiamo preferito al naso.

2006: Color granato profondo.
Buona l’intensità olfattiva, austero, cuoio e china, note autunnali, accenni balsamici.
Tannino deciso e leggermente asciugante, legno in evidenza, bella vena acida, chiude leggermente amaricante su lunga persistenza.

2007: Granato profondissimo.
Di buona intensità, austero, cuoio, sentori ematici e d’inchiostro, accenni balsamici.
Buona la struttura, tannini decisi, speziato, note piccanti e leggermente pungenti, inchiostro, lunga la sua persistenza.

 – 2008: Color granato profondo.
Note balsamiche, frutta rossa matura speziata, legno dolce, spezie dolci, un poco evoluto.
Fruttato, speziato, tannini leggermente asciuganti, sentori di liquirizia, buona la persistenza.
Un poco stanco.

2009: Granato di buona profondità.
Mediamente intenso al naso, austero, cuoio, sottobosco.
Strutturato, con tannini importanti, legno ancora in evidenza, speziato, leggeri accenni piccanti (pepe), lunga la persistenza su sentori di liquirizia.

2010: Color granato profondo.
Mediamente intenso al naso, balsamico, di buona eleganza, accenni di cuoio, spezie, tabacco sa pipa.
Di buona struttura, fresco e succoso, con bella vena acida, e buona trama tannica, il legno pare ben digerito, lunga la sua persistenza.
Si tratta dell’annata che in assoluto abbiamo preferito.

2011: Profondissimo il colore.
Buona l’intensità olfattiva, austero, note autunnali e sentori di cuoio.
Di buona struttura, succoso, con legno in evidenza e tannini leggermente asciuganti, lunga la sua persistenza.

2012: Color granato-rubino profondo.
Mediamente intenso al naso, balsamico frutta a bacca scura, accenni chinati e di tabacco.
Fresco ed asciutto, con tannini in evidenza, leggermente asciuganti, legno percepibile, sentori di bastoncino di liquirizia.

2013: Color rubino-granato profondo.
Mediamente intenso al naso, note balsamiche, frutta rossa dolce, tabacco dolce.
Di buona struttura, fresco, con bella vena acida e tannini importanti e leggermente asciuganti, accenni vegetali.

2015: Color rubino, profondo e luminoso.
Discretamente intenso al naso, sentori do spezie e d’inchiostro.
Strutturato, con tannini importanti ed un poco asciuganti, legno in evidenza.
Richiede ancora tempo per potersi equilibrare.

Dopo questa impegnativa verticale c’è stato ancora spazio per poter degustare gli altri vini aziendali, serviti durante la cena.

Eccoli:

 – Toscana Igt Tempranillo “Fresco di Nero” 2018
Sempre da uve Tempranillo, Leonardo Beconcini trae questo vino rosato, frutto di una vendemmia anticipata svolta nella terza settimana d’agosto.
Le uve provengono da un vigneto di 3 ettari e mezzo allevato a Cordone speronato ad un’altitudine di 100-150 metri slm, su suoli composta da argille bianche, ricchi di fossili marini, la densità d’impianto è di 7.000 ceppi/ettaro.
Vinificato in vasche di cemento con due giorni di macerazione sulle bucce, s’affina negli stessi contenitori per quattro mesi prima d’essere imbottigliato.
Ci è stato proposto come aperitivo e purtroppo non abbiamo preso nota delle sue caratteristiche, lo ricordiamo comunque come un vino fresco e fruttato dalla leggera trama tannica.

 – Toscana Igt “Maurleo” 2016
Sangiovese e Malvasia nera in parti uguali per questo vino, le uve provengono da un vigneto di quattro ettari collocato tra i 100 ed i 150 metri d’altitudine su suoli composta d’arenaria e argilla con notevole presenza di fossili marini, il sistema d’allevamento è il Cordone speronato con densità d’impianto di 7.000 ceppi/ettaro.
La vinificazione si svolge in vasche di cemento utilizzando lieviti indigeni, mentre l’affinamento è effettuato in botti grandi per il Sangiovese ed in barriques usate per la Malviasia nera, il tutto per dodici mesi, seguono quindi sei mesi di sosta in bottiglia.

Il colore è rubino-granato di buona luminosità.
Intenso al naso, speziato, con sentori di frutta rossa fresca.
Fresco e verticale al palato, di media struttura, asciutto, con bella trama tannica e buona persistenza.

 – Chianti Docg “Antiche Vie” 2018
Le uve, 70% Sangiovese e 30% tra Colorino, Canaiolo e Malvasia nera , provengono da San Miniato, il sistema d’allevamento è a Cordone speronato con densità d’impianto di 7.000 ceppi/ettaro, i suoli suono costituita da argille bianche calcaree con elevata presenza di conchiglie fossili, i vigneti sono situati tra i 100 ed i 150 metri d’altitudine.
La vinificazione si svolge in vasche di cemento utilizzando lieviti indigeni, il vino s’affina quindi negli stessi contenitori per almeno sei mesi. 30.000 le bottiglie prodotte.

Il colore è granato di media intensità.
Intenso al naso, fruttato (ciliegia) e floreale.
Fresco alla bocca, con spiccata vena acida, mediamente strutturato, si coglie un frutto rosse leggermente acerbo, discreta la sua persistenza.

 – Chianti Riserva Docg “Pietro Beconcini” 2016
85% Sangiovese e 15% Canaiolo, da vigneti di 50/65 anni d’età, allevati a Cordone speronato con densità di 4.000 ceppi/ettaro, i suoli suono costituita da argille bianche calcaree con elevata presenza di conchiglie fossili e l’altitudine varia tra i 100 ed i 150 metri slm.
Vinificazione in vasche di cemento tramite l’utilizzo di lieviti indigeni, affinamento in botti di rovere di Slavonia per 18 mesi ai quali seguono ulteriori otto mesi di bottiglia.

Color rubino-granato luminoso.
Buona l’intensità olfattiva, note balsamiche, vanigliate e di legno dolce.
Di buona struttura, fresco, speziato (pepato), presenta leggere note piccanti, tannino deciso e leggermente asciugante, buona la persistenza.

 – Igt Toscana Tempranillo “IXE” 2016
Le uve provengono da un vigneto di 3,5 ettari con vigne di 10 e 19 anni d’età.
la vinificazione si svolge in vasche di cemento, mentre l’affinamento parte in barriques e parte in tonneaux di rovere francese per 10 mesi ai quali ne seguono altrettanti in bottiglia.

Color rubino luminoso, di media intensità.
Intenso al naso dove emerge la frutta rossa fresca accompagnata da leggeri accenni balsamici.
Fresco e succoso, con bella trama tannica, vi troviamo una ciliegia speziata, lunga la sua persistenza.

Igt Toscana Sangiovese “Reciso”
Il vino viene prodotto con due distinti cloni di Sangiovese selezionati in azienda, provenienti da sei diversi vigneti situati tra i 200 ed i 250 metri d’altitudine, allevati a Cordone speronato con età variabile dai 25 ai 45 anni, la densità d’impianto è di 7.000 ceppi/ettaro.
La vinificazione si svolge in cemento tramite l’utilizzo di lieviti indigeni mentre la maturazione in botti di rovere di Slavonia per 24 mesi ai quali seguono ulteriori 12 mesi in bottiglia.
La produzione annuale è di 9.000 bottiglie.
Due le annate presentate: 1997 e 2016.

 – 1997: Color granato di buona profondità.
Intenso al naso, ampio, balsamico e mentolato, elegante, presenta note dolci e frutto rosso maturo, notevole.
Di buona struttura, succoso, fresco ed asciutto, con tannini importanti, bella la vena acida, lunga la persistenza su sentori di radice di liquirizia.
Un vino ancora in forma smagliante.

2016: Color rubino-granato di media intensità.
Fresco, fruttato, balsamico, note vanigliate.
Fresco e succoso, con bella vena acid e tannino deciso, lunga la sua persistenza su sentori di bastoncino di liquirizia.

Vin Santo del Chianti Doc “Caratello” 2008
Malvasia bianca e nera, Trebbiano e San Colombano sono i vitigni che costituiscono questo vino, provenienti da vigneti di oltre 40 anni d’età allevati a Cordone speronato con densità d’impianto di 3.500 ceppi/ettaro.
La fermentazione si svolge in caratelli di rovere dove il vino riposa per cinque anni, segue un ulteriore anno d’affinamento in bottiglia.
Se ne producono 1.500 bottiglie.

Si presenta con un color ambra connotato da una leggera velatura.
Intenso ed ampio al naso, elegante, note ossidative che rimandano alla frutta secca, sentori di funghi secchi.
Fresco ed elegantissimo al palato, sentori di fichi secchi, leggere note piccanti che rimandano allo zenzero.
Un prodotto notevole.

Vin Santo del Chianti Doc Occhio di Pernice “Aria” 2008
Sangiovese in purezza, da un vigneto di 0,80 ettari con oltre 40 anni d’età allevato a Cordone speronato con densità d’impianto di 3.500 ceppi/ettaro.
Fermenta in caratelli di rovere dove rimane in affinamento per sette anni ai quali segue un ulteriore anno in bottiglia.
Solamente 650 le bottiglie prodotte.

Color tonaca di monaco.
Intenso al naso dove presenta sentori di caffè e carrube.
Le note di caffè sono nettamente percepibili anche al palato, lunghissima la sua persistenza connotata da sentori di liquirizia dolce.
Lorenzo Colombo