Delivery IGP: Intervista a Saverio Basagni
Saverio Basagni è un piccolo produttore di Gaiole in Chianti, che con sua moglie Fabiana Giuliani porta avanti l’azienda vinicola e agrituristica Monterotondo. Come lui stesso ci racconta “l’azienda nasce nel 1959 per volere di mio nonno, rimanendo un hobby di mio padre fino al 1994. Da allora io e mia moglie abbiamo deciso di fare di Monterotondo la nostra vita. Abbiamo ricostruito tutti i vigneti oramai vecchi e non più adatti a produrre vino di qualità. Adesso abbiamo circa 4,5 ettari di Chianti Classico, di cui 3,2 a Sangiovese e la rimanente parte a Canaiolo, Malvasia nera, Colorino, Ciliegiolo, Mammolo e altre uve locali anche a bacca bianca. La cantina è stata negli anni rinnovata completamente e attrezzata con vasche e un impianto di imbottigliamento e confezionamento tutto in acciaio inox. La stanza di invecchiamento è stata arredata di botti da 7,5 hl e 10 hl dove i vini trascorrono un periodo di 12 mesi. La nostra filosofia è quella di produrre un ottimo vino senza l’utilizzo di prodotti chimici, infatti la nostra azienda è biologica dal 2003.”
Il lockdown ha fatto chiudere enoteche e ristoranti, che sono il nostro lavoro principale quindi totale azzeramento delle vendite. La distribuzione che si occupa della commercializzazione dei nostri vini in pochi giorni ha annullato tutti gli ordini di Pasqua, facendoci piombare in smarrimento e preoccupazione. Nelle settimane successive sono comparse offerte di siti e-commerce, poteva sembrare una soluzione immediata e di basso costo per le aziende, ma invece quello è un settore molto complicato e che richiede molta competenza per non incorrere in sanzioni e soprattutto per non cadere in “incasso subito-con sconto”. Noi non abbiamo ceduto a questa tentazione. Purtroppo non abbiamo potuto fare quasi niente, siamo stati contattati da clienti fedeli che si sono fatti spedire a casa il vino, una piccola cosa ma in quel momento molto importante.
Sì apparentemente c’era stata una timida ripresa con un po’ di lavoro di turismo tutto italiano, i ristoranti lavorando con meno della metà della capienza ci hanno fatto poco più del 20% del lavoro annuale. Purtroppo per poter arrivare alla vendemmia abbiamo dovuto con notevole sacrificio comprare un serbatoio grande per poter stoccare il vino non ancora imbottigliato. Comunque una vendemmia di qualità ma con grandi problemi. Certo è che un anno questa situazione la si può cercare di arginare, due no!
Lo Stato ci ha dato due volte 300 euro. Purtroppo non siamo rientrati nel contributo a fondo perduto perché hanno calcolato il fatturato del solo mese di aprile dell’anno precedente; purtroppo questo calcolo è stato molto inadeguato per la situazione economica, le aziende agricole hanno sempre spese di gestione ogni mese, non si può fermarle come altre attività. Il Consorzio ci ha sostenuto nella prima fase con webinar su come lavorare sui social (quindi più una sponsorizzazione delle società di marketing! Perché sarebbe un investimento molto alto economicamente parlando) Successivamente ha reso operativo “il pegno rotativo” (consente di trasformare in liquidità economica il vino che riposa in cantina, che funge come garanzia di un prestito; il prodotto, però, rimane a disposizione del produttore, che all’occorrenza può sostituirlo con quello delle annate successive, ndr). Niente altro.
Pregare!!!!! A parte gli scherzi, essere una piccola azienda da un lato in questo momento ci aiuta, parlando di non avere dipendenti e personale da stipendiare. Cerchiamo di fare tutto in casa senza aiuti esterni, limitando così le spese. Cerchiamo di mantenere i contatti con i nostri clienti e speriamo in una piccola ripartenza almeno in primavera.
Fermo restando che nulla sarà come prima e nessuno può sapere come ripartiremo, sicuro che la strada è tutta in salita.
Roberto Giuliani