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Divin Orcia, la sesta edizione

E’ il terzo anno che veniamo in Val d’Orcia per seguire questa manifestazione, itinerante per quanto riguarda il luogo, e dalla data di svolgimento assai variabile; nel 2008, nei primi giorni del mese di dicembre, la manifestazione si è tenuta a San Quirico d’Orcia, in contemporanea con la Festa dell’olio, lo scorso anno si è svolta ai primi di novembre, a San Giovanni d’Asso, nel week end dedicato alla Mostra mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi, quest’anno invece, la sesta edizione di DIVIN ORCIA è stata abbinata alla quarantaduesima Sagra della Valdarbia, e quindi, nell’ultimo fine settimana di settembre, eravamo a Buonconvento, per degustare i vini della Doc Orcia, che proprio quest’anno compie il decennale.
Il perché di questo continuo cambiamento di date è presto detto: l’Orcia è una piccola denominazione, e, senza il sostegno di altre manifestazioni il consorzio non si potrebbe permettere gli oneri che l’organizzazione di un simile evento comportano, ecco quindi la sinergia con altre manifestazioni che si svolgono annualmente nei comuni di appartenenza della Doc; oltre a questo esiste anche la volontà di valorizzare appieno il territorio, ragione per cui tutti gli anni si cambia sede.

Accennavamo a una piccola denominazione, collocata però su un territorio assai vasto, che comprende in toto, o parzialmente ben tredici comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia e Trequanda, e parte dei comuni di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena; quattrocento sono gli ettari vitati, di cui novanta appartenenti a soci del consorzio, che attualmente sono trentotto, di cui ventotto imbottigliano il prodotto, per un totale di 160 mila bottiglie.
Le aziende sono generalmente – salvo rarissimi casi – di piccole dimensioni, a volte piccolissime, poche migliaia di bottiglie ciascuna, e quasi tutte non vivono esclusivamente con il vino, ma producono solitamente altre derrate agricole, olio principalmente, oppure affiancano all’azienda agricola l’attività di agriturismo.

Quest’anno, come dicevamo, ricorre il decennale della denominazione, una Doc nata in origine per cercare di risollevare le sorti di una zona che stava pian piano spopolandosi, dopo la fine della mezzadria, e per questa ragione il disciplinare di produzione dei vini è stato concepito in maniera piuttosto elastica, comportando l’utilizzo del sangiovese – vitigno principe della Toscana e non solo – per un minimo del sessanta percento. In questi anni abbiamo comunque notato un utilizzo sempre maggiore di questo vitigno, al punto che ormai parecchi produttori lo usano in purezza, e questo secondo noi è certamente un bene, non potendo definire un’identità territoriale, essendone l’ampiezza troppo vasta, occorre identificare in territorio con qualcosa di comune, ed il vitigno sangiovese potrebbe essere questo collante.

Il nuovo disciplinare, di cui accennavamo lo scorso anno, non è ancora stato approvato, anche se pare a buon punto, come ci ha riferito la Presidente del Consorzio, Donella Vannetti, e la qualità dei vini ci appare ogni anno in crescendo, pur mantenendo in genere prezzi ancora decisamente competitivi.
Durante i due giorni passati a Buonconvento abbiamo avuto il piacere di visitare, accompagnati dal suo direttore, professor Gianfranco Molteni, il “Museo della Mezzadria” sede delle degustazioni, dove tra strumenti agricoli, che ci appaiono così lontani nel tempo, anche se sino a pochi decenni fa erano normalmente utilizzati nelle nostre campagne, abbiamo potuto visionare il più antico contratto mezzadrie sinora trovato, è datato 15 agosto 1221 ed è stato edito e tradotto da Giuliano Pinto e Paolo Pirillo, descrive una situazione ancora generica ma già con i principali punti del patto colonico: “Orlando Righetto, per se e per i propri nipoti, concede a mezzadria per tre anni a Gianni di Gherardo un suo podere, sito a Monteliscai, eccetto alcune terre e vigne e i boschi e il prato. Si impegna sotto pena di dieci lire, di lavorare bene la terra e di non tagliare gli alberi; di comprare e di tenere a mezzo tutto il bestiame; di lasciare alla scadenza del patto tutta la paglia ed il letame sul podere; di consegnare a proprie spese la metà delle granaglie, del mosto, dell’acquarello, dell’olio, degli ortaggi e di ogni frutto: le granaglie condotte a Siena o a Monteliscai, come piacerà al proprietario, tutto il resto a Monteliscai”.
Un documento importantissimo, recentemente restaurato, di proprietà dell’ Archivio di Stato di Siena.

Noi di vinealia partecipiamo comunque a questi eventi principalmente per poter assaggiare i vini proposti, e anche questa volta eravamo, con pochi altri, nella saletta di degustazione, appositamente allestita all’interno del Museo della Mezzadria; sulla carta erano trentadue i vini in degustazione, anche se in realtà abbiamo potuto assaggiarne solamente ventiquattro in blind tasting – alcuni vini erano disponibili solamente presso i banchi dei produttori – il range della annate andava dal 2009, per i vini più giovani, sino al 2006; erano presenti solamente vini rossi.
Ecco i nostri migliori assaggi – per ragioni di spazio non elenchiamo tutti i vini degustati – elencati, come solito in base alle nostre preferenze.

Orcia Rosso “Dongiovanni” 2006 (90% Sangiovese grosso, 10% Colorino) La Canonica: Dal colore granato profondo. Ampio, elegante, balsamico, al naso, con note di cioccolato e sottobosco. Dotato di media struttura, buono l’equilibrio complessivo, tannino deciso, note di legno, lunga persistenza. In effetti abbiamo riscontrato un legno un poco eccessivo, ma nel complesso si tratta di un prodotto estremamente equilibrato e di buona complessità. 3.000 sono le bottiglie prodotte, vendute in cantina ad € 9,50.

Orcia Rosso “Fosso” 2009 (Sangiovese in purezza) La Casella: Rubino violaceo intenso e luminoso. Intenso e pulito al naso, sentori di frutto a bacca rossa speziato. Tannino deciso, buono l’ingresso di bocca, frutto in evidenza, leggera speziatura, quasi piccantino, buona la struttura, come pure la persistenza, fin di bocca piacevolmente ammandorlato. Solamente seicento le bottiglie prodotte.

Orcia Rosso “Capitoni” 2007 (80% Sangiovese, 20% Merlot) Capitoni Marco: Rubino granato luminoso. Buona l’intensità olfattiva, alcolico, sentori di frutto sotto spirito. Buona la struttura, intenso, frutto speziato, tannino evidente, note di legno, buona persistenza. 15.000 bottiglie proposte a € 10,00.

“Banditone di Campotondo” 2007 (90% Sangiovese, 10% tra Merlot e Colorino) Campotondo: Granato luminoso, non molto intenso. Intenso al naso, alcolico, note speziate ed accenni di legno. Legno in evidenza alla bocca, tannino deciso, buona struttura, lunga persistenza. 4.000 bottiglie vendute a € 12,00.

Orcia Rosso “Petruccino” 2007 (60-65% Sangiovese, 15-25% Merlot, 15-20% Cabernet Sauvignon) Podere Forte: Rubino violaceo, profondo e compatto, luminoso, intenso. Frutto macerato e note speziate al naso. Intenso, alcolico, potente alla bocca, notevole nota speziata su frutto rosso, leggermente piccante, discreta persistenza, note tostate. 5.000 le bottiglie, 22,00 euro il prezzo.

Orcia Rosso “Dongiovanni” 2007 (90% Sangiovese grosso, 10% Colorino) La Canonica: Granato di buona intensità. Elegante e balsamico al naso, con accenni speziati, pulito. Di media struttura, balsamico, buona eleganza, tannino presente ma ben fuso, buona la persistenza.

Orcia Rosso “Martin del Nero” 2008 (Sangiovese in purezza) Resta: Granato non molto intenso. Naso balsamico, con leggero frutto speziato. Media struttura, morbido, leggeri accenni di legno, pulito, media persistenza, fin di bocca piacevolmente amaricante. 3.550 le bottiglie, 10,00 euro il prezzo in cantina.

“Il Tocco di Campotondo” 2007 (90% Sangiovese, 10% Colorino) Campotondo: Granato profondo e compatto. Buona intensità olfattiva, ampio, con sentori di frutto speziato. Buona struttura, legno in evidenza, tannino deciso, leggermente amarognolo. 1.500 le bottiglie prodotte, vendute a € 19,00 in cantina.

Orcia Rosso “Trecalici” 2007 (95% Sangiovese, 5% altri vitigni) Trequanda: Rubino-granato di media intensità. Naso ampio, pulito, elegante, con accenni di smalto. Tannino in evidenza, leggermente vegetale, un poco verde, lunga la persistenza. 6.600 le bottiglie prodotte, più 128 magnum.

Orcia Rosso “Curzio” 2006 (Sangiovese in purezza) Sante Marie di Vignoni: Granato profondo. Ampio al naso, sentori di tabacco e sottobosco. Discreta la struttura, tannino presente, legno, liquirizia, buona la persistenza. 6.000 bottiglie a 10,00 euro.

“Arcere” 2007 (85% Sangiovese, 13% Cabernet Sauvignon) Poggio al Vento: Rubino- granato, profondo, intenso e compatto. Intenso al naso, con accenni animali e note di sottobosco. Strutturato, alcolico, con tostatura decisa, leggermente amarognolo, buona la persistenza. 8.000 bottiglie proposte a € 9,60.

“Terre dell’Asso” 2009 (70% Sangiovese, 30% Malvasia nera) La Canonica: Rubino luminoso non molto intenso. Frutto rosso in evidenza al naso. Media struttura, frutto leggermente speziato, non molto complesso ma di buona beva. 2.000 bottiglie vendute a € 7,00.

“Vencaia” 2009 (83% Sangiovese, 16% Merlot, 1% Petit Verdot) La Casella: Bello il colore, rubino intenso e compatto con unghia violacea. Buona l’eleganza olfattiva, discreta l’ampiezza, fruttato, con note d’umidità. Di media struttura, tannino in evidenza, leggermente vegetale, persistenza decisamente lunga.

Orcia Rosso “Petrucci” 2006 (Sangiovese in purezza) Podere Forte: Granato luminoso di discreta intensità. Bel naso, balsamico, pulito, elegante. Discreta struttura, legno percepibile, tannino deciso, persistenza molto lunga. 2.000 le bottiglie, € 60,00 il loro costo.

Orcia Rosso “Adone” 2006 (70% Sangiovese, 30% Merlot) Sante Marie di Vignoni: Granato di buona intensità. Frutto surmaturo, accenni di smalto, frutto sotto spirito, intenso al naso. Strutturato, con speziatura decisa, piccantino, un poco bruciante. 6.000 bottiglie vendute a € 8.00 Orcia Rosso

“Frasi” 2006 (90% Sangiovese, 8% Canaiolo, 2% Colorino) Capitoni Marco Az. Agraria: Granato di media intensità, luminoso. Pulito ed elegante al naso, con note di sottobosco. Discreta la struttura, legno e tannino presenti, discreta la persistenza. Un vino ancora chiuso, che necessita di un maggior affinamento per potersi esprimere al meglio. 4.000 le bottiglie prodotte, 15,00 gli euro richiesti.

Orcia Rosso 2008 (Sangiovese in purezza) SassodiSole: Color granato scarico. Naso di media complessità, con accenni di sottobosco, frutto maturo in sottofondo, buona eleganza. Legno in evidenza, note tostate, un poco bruciante, media persistenza, chiude su note di liquirizia. 7.200 le bottiglie prodotte.

Orcia Rosso “Tenuta Belsedere” 2007 (80% Sangiovese, 10% Merlot, 10% Cabernet Sauvignon) Belsedere: Violaceo profondissimo, quasi nero, molto bello il colore. Alcolico al naso, frutta rossa macerata, note di smalto. Notevole struttura, cioccolatoso, tostato, lunga persistenza e tannino deciso, sentori di legno. 57.000 bottiglie, vendute a € 9,00.

Ci sono piaciuti anche i seguenti vini, non presentati alle degustazioni riservate alla stampa, e quindi assaggiati in modo palese (sono sempre elencati in ordine di gradimento):

Orcia Rosso 2007 (Sangiovese in purezza) Poggio Grande: Color granato di media intensità. Bel naso, pulito ed elegante. Di grande equilibrio alla bocca, fresco. Un vino notevole, prodotto in 3.800 esemplari, e venduto a € 12,00.

“Atrium” 2006 (Sangiovese in purezza) Mencarelli Sonia: Rubino luminoso di media intensità. Pulito al naso, fruttato, con leggere note speziate. Dotato di media struttura, pulito alla bocca, sentori di pellicina di castagne, buona la persistenza. 1.300 le bottiglie, € 8,50 il loro costo.

“Scorbutico” 2008 (60% Sangiovese, 25% Cabernet, 15% Syrah) Poggio Grande: Rubino luminoso di media intensità. Bel naso, pulito ed elegante. Dotato di media struttura, con frutto speziato e buona persistenza. 6.000 le bottiglie a 10,00 euro.

“Atrium” 2007 (Campione di botte, Sangiovese in purezza) Mencarelli Sonia: Rubino luminoso e brillante. Intenso e pulito al naso, note affumicate. I sentori affumicati si percepiscono anche alla bocca, uniti a note tostate, buona la trama tannica, come pure la persistenza.
Lorenzo Colombo

Pubblicato in origine su www.vinealia.org il 3 ottobre 2010