Fattoria di Grignano: verticale di Chianti Rufina Riserva Poggio Gualtieri, Vin Santo 1980 e prima annata di Fedra
Nell’aprile dello scorso anno, presso Palazzo Acerbi, sede milanese della famiglia Inghirami, avevamo conosciuto Tommaso Inghirami che dal 2018, dopo diverse esperienze internazionali in vari settori ha deciso d’occuparsi a tempo pieno della Fattoria di Grignano, l’azienda agricola di 600 ettari acquistata dalla famiglia Inghirami all’inizio degli anni Settanta.

Tommaso Inghirami
Tommaso, seppur nella continuità ha dato una svolta all’azienda, inserendo nuovi prodotti, circondandosi di collaboratori esperti e, come già evidenziato nell’articolo scritto lo scorso anno (vedi) chiamando a gestire la parte enologica Stefano Chioccioli.
In quell’occasione avevamo potuto degustare una selezione dei vini prodotti, mentre questa volta, presso il Ristorante Il Liberty, a Milano, Tommaso ha voluto dare una prova della longevità del vino storico dell’azienda, il Chianti Rufina Riserva “Poggio Gualtieri” con una verticale che ci ha portato sino all’annata 2000.
Ma ci sono state anche due sorprese, ovvero il Vin Santo 1980 servito come aperitivo ed il nuovo prodotto, ovvero l’Igt Toscana “Fedra”.
Ma veniamo alla degustazione.
– Vin Santo Vino da Tavola Toscano 1980
Giacomo Tachis nel suo libro “Il Vin Santo in Toscana” pubblicato nel 2003 inizia il primo capitolo “Origini, storia, appellazioni” con queste parole “…potrebbe persino essere impiegato come aperitivo nella qualità di quasi secco, qualità che sovente ricorre”.
E infatti Tommaso Inghirami così ce l’ha proposto, come primo vino, prima d’iniziare la verticale di Chianti Rufina Riserva.
Va da sé che ce lo siamo conservato anche per sorbircelo a fine pasto.
In etichetta troviamo l’indicazione Vino da Tavola, l’assegnazione delle Doc ai Vin Santo Toscani sono infatti avvenute più tardi, nel 1995 per il Vin Santo del Chianti Classico, nel 1996 per il Vin Santo di Montepulciano e nel 1997 per quello del Chianti, denominazione della quale si fregia con la specifica di Sottozona Rufina, quello prodotto attualmente dalla Fattoria Grignano.
Viene prodotto con 65% malvasia del Chianti e 35% Trebbiano, appositamente selezionate da diversi vigneti esposti a Sud-Est a 300 metri d’altitudine su suolo composto da Alberese, la densità d’impianto è di 2.500 ceppi/ha e la resa è di 60 q.li/ettaro.
L’appassimento delle uve si protrae per circa tre mesi con i grappoli appesi in locali areati, dopo la pressatura il mosto viene posto in caratelli di rovere da 50 e 225 litri dove avviene la fermentazione e l’affinamento, quest’ultimo si protrae per almeno cinque anni.
Bellissimo il suo colore, ambra luminoso.
Intenso al naso, frutta secca, noci, noci brasiliane, pasta di mandole, elegantissimo nella sua nota ossidativa.
Fresco, intenso, strutturato, morbido, armonico, dolce non dolce, con un leggerissimo accenno pungente che gli dona ulteriore freschezza, buona la sua vena acida, lunghissima la persistenza, vi ritroviamo i sentori di frutta secca, noci in primis.
impressionante la sua freschezza a 44 anni dalla vendemmia.
La verticale di Chianti Rufina Riserva Poggio Gualtieri
Il Poggio Gualtieri – la prima annata è stata la 1997- viene prodotto con uve Sangiovese in purezza provenienti da un vigneto situato a 350 metri d’altitudine su suolo composto da Alberese (argilla calcarea) con esposizione Sud-Est, rinnovato vent’anni fa ha una densità d’impianto di 4.000 ceppi/ha ed una resa di 65 q.li/ettaro.
La vendemmia s’effettua tra fine settembre ed inizio ottobre, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio mentre l’affinamento -malolattica compresa- prevede una prima sosta in botti di rovere da 18 ettolitri per otto-nove mesi e quindi un passaggio in barriques per altrettanto tempo, segue almeno un anno di sosta in bottiglia.
– 2000 – Color granato con unghia tendente al mattonato.
Mediamente intenso al naso, presenta note evolutive, sottobosco, radici.
Discretamente strutturato, asciutto, con tannino deciso e buona vena acida, sentori di radici su fin di bocca leggermente amarognolo.
– 2001– Granato di buona profondità, unghia aranciata.
Buona l’intensità olfattiva, accenni balsamici, sentori di radici, accenni di rabarbaro, frutto scuro ancora ben presente.
Fresco, asciutto, austero, con trama tannica importante e buona vena acida, discreta la sua persistenza.
– 2011– Granato luminoso di discreta profondità.
Buona la sua intensità olfattiva, appare un poco compresso, frutto a bacca scura e accenni di radici.
Intenso al palato, fresco, asciutto, con trama tannica decisa ma ben integrata, buona la vena acida, bastoncino di liquirizia, radici, pellicina di castagne, lunga la sua persistenza.
Si esprima meglio alla bocca che non al naso.
– 2013 – Color granato di buona intensità, unghia tendente all’aranciato.
Discretamente intenso al naso, bel frutto, accenni balsamici, di buona eleganza.
Intenso, fresco, asciutto, con bella trama tannica, accenni di pellicina di castagne, buona la vena acida, lunga la persistenza su sentori di radici.
– 2015 – Granato-rubino di media intensità.
Intenso al naso, austero, accenni di china e rabarbaro, liquirizia, buona l’eleganza.
Bel frutto, succoso, asciutto, sentori di radici e di bastoncino di liquirizia, tannino leggermente asciugante ed un poco polveroso, lunga la persistenza.
– 2019 – Granato non molto intenso, unghia tendente all’aranciato.
Bel naso, di discreta intensità e buona eleganza, bel frutto, legger note balsamiche e vanigliate.
Di media struttura, fresco e asciutto, con bella trama tannica e buona vena acida, netti sentori di liquirizia, pellicina di castagne, lunga la persistenza.
Tirando le somme di questa verticale dobbiamo dire che il vino che maggiormente ci ha colpiti è stato quello dell’ultima annata, ovvero la 2019, vino giovane, succoso, con un tannino più vellutato rispetto ai vini più anziani e già pienamente godibile in questo momento.
Per quanto riguarda le altre annate, tutte accomunate da una trama tannica piuttosto asciutta, abbiamo trovato la 2015 che si discosta un poco dalle altre annate, con un Sangiovese che ci è parso più rustico e graffiante, nella 2011 abbiamo apprezzato più la parte gusto-olfattiva che non quella olfattiva dove il vino appariva un poco compresso, mentre i vini più vecchi erano un poco segnati dalla loro età, con il 2001 che ci è parso più fresco rispetto al 2000, vino quest’ultimo in avanzato stadio evolutivo.
Veniamo ora all’ultimo nato, ovvero il Fedra, il cui progetto risale al 2016 e che vede la luce nel 2019, si tratta di un vino da collezione, prodotto in quantità limitata (1.200 bottiglie) vendute esclusivamente in cassette da tre e 100 Magnum, le etichette sono opera dell’artista Franco Alessandrini, in ogni cassa ci sarà inoltre la serigrafia numerata e firmata dall’autore.
– Igt Toscana Rosso “Fedra 2019” (prima annata di produzione)
Blend di Merlot e Cabernet sauvignon provenienti dai due ettari dei vigneti Vallebona e Pratello situati a 350 metri d’altitudine su suoli composti da Alberese, l’esposizione è Sud-Est e la densità d’impianto è di 4.000 ceppi/ha.
le vigne hanno vent’anni d’età e danno una resa di 40 q.li/ha.

Franco Alessandrini
La vendemmia s’effettua nella terza settima di settembre per il Merlot e nella prima d’ottobre per il Cabernet, la fermentazione alcolica si svolge in vasche d’acciaio da 25 q.li mentre l’affinamento avviene, per una durata di 18 mesi, in barriques di rovere francese dove si svolge anche la malolattica, segue una sosta in bottiglia per almeno 24 mesi.
Molto bello il colore, profondo e luminoso.
Discreta l’intensità olfattiva, balsamico, frutta dolce a bacca scura, accenni di spezie dolci.
Intenso e strutturato, frutto dolce a bacca scura, decisi sentori di liquirizia forte, note affumicate, bella la trama tannica (tannini morbidi), buona la vena acida e lunghissima la persistenza.
Notevole.
Lorenzo Colombo