Garantito IGP: Un dinosauro a Sicilia en Primeur
Lo ammetto prima a me stesso e poi a voi tutti: quando mi presento a manifestazioni come Sicilia en Primeur mi sento come un dinosauro del vino (si dirà enosauro? Boh!) e mi rendo conto che il mio punto di vista, di assoluta retroguardia, mi porta a vedere le cose in maniera “antica” o forse sbagliata, non so.
Per questo non mi è facile parlare di una manifestazione come Sicilia en Primeur, in quanto oltre che enosauro sono anche responsabile di una guida vini con la conseguenza che, da maggio a novembre, i tempi miei e dei collaboratori di Winesurf sono dettati dagli assaggi per la guida.
Venire a Sicilia en primeur è come stare in ferie per cinque giorni, in meravigliose ferie aggiungo, ma siamo in un periodo in cui dobbiamo “produrre” assaggi e per assaggi intendo “da guida”, cioè seriali e alla cieca e in questi bellissimi cinque giorni di assaggi di quel tipo abbiamo potuto farne molto pochi
Ma capisco che Sicilia en Primeur nasce per presentare, partendo dal vino, la Sicilia a 360° con la sua storia, i suoi panorami, la sua gastronomia e la sua gente. Questo mix la rende inossidabile ed è giusto che continui così. I colleghi esteri devono godersi questo mix per riproporlo poi sulle loro testate e presentare con varie sfaccettature e punti di vista i vini siciliani e la SICILIA.
L’ho scritto in lettere maiuscole perché questa è una terra maiuscola, nel bene e nel male: la grandezza dei suoi monumenti, dei monumentali panorami, delle sue sempre più organizzate aziende viticole in qualche caso fa a cazzotti con le monumentali buche presenti in tante strade, che rendono il girare per quest’isola un’impresa che richiede tempo, attenzione e pazienza.
Ma veniamo “all’angolo del dinosauro” cioè ad un punto sugli assaggi fatti in questi giorni, bendati o alla cieca.
A proposito di uve “locali” sono stato colpito dalla straordinaria e profonda piacevolezza di alcuni Frappato, che riescono a sviluppare anche profumi di rosa, impensabili in passato.
Ho lasciato volutamente da ultime due parole sulla zona che ormai passa quasi avanti al termine “Sicilia” cioè l’Etna. Qui mi permetto di rimandarvi ai nostri assaggi, che faremo anche grazie all’aiuto del Consorzio Etna DOC e alle conseguenti riflessioni che vi proporremo tra poco tempo (almeno per bianchi e rosati). Siamo comunque in un momento importante e il futuro di questo territorio si giocherà per me nei prossimi 3-5 anni. In questo periodo, se si capirà dove dover frenare (leggi prezzi e bottiglie pesanti) e dove andare avanti con molta calma (vedi nuovi impianti), si arriverà a renderlo veramente un unicum enoico invidiabile, che potrebbe anche essere un volano commerciale per tutta la Sicilia.
A questo punto sono pronto per la prossima glaciazione.
Carlo Macchi