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I grandi Pinot nero (vinificati in rosso) dell’Oltrepò Pavese

Lo scorso 26 settembre s’è svolta, presso l’Antica Tenuta Pegazzera, a Casteggio, la seconda edizione di “Oltrepò Terra di Pinot Nero”.

Non avevamo partecipato alla prima edizione, svoltasi nel settembre dello scorso anno, eravamo però presenti all’evento milanese “Talk ‘n’ Toast – Conversazioni sul Pinot Nero” tenutosi a Milano lo scorso dicembre dov’erano intervenuti 23 produttori con i loro Pinot nero, sia in versione vinificati in rosso, sia come Spumanti Metodo Classico ed in quell’occasione c’eravamo dedicati all’assaggio di quest’ultimi (vedi).

Quello che ci ha maggiormente colpiti dell’edizione appena svoltasi è stato il repentino incremento di produttori che hanno aderito a questa associazione ed a quest’evento, se nella prima edizione le aziende partecipanti erano 21, quest’anno erano ben 34, con un incremento di oltre il 60%.
Segno questo che evidentemente sono sempre più coloro che in Oltrepò credono in questo vitigno.

Conferenza stampa

Durante la conferenza stampa di presentazione il direttore del Consorzio Tutela vini Oltrepò Pavese, Carlo Veronese, ha fornito alcuni dati sulla viticoltura oltrepadana e nello specifico sul Pinot nero. A fronte di circa 13.000 di vigneto oltrepadano oltre 3.000 sono occupati da questo vitigno, questo fa sì che l’Oltrepò Pavese occupi la terza posizione mondiale in quanto a produzione di Pinot nero.
Le bottiglie prodotte sotto la Doc Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese sono state 326.000 nel 2021, mentre altre 3.360.000 sono state rivendicate come Igt provincia di Pavia.

Abbiamo assaggiato poco presso le postazioni dei 34 produttori presenti con oltre 130 vini, abbiamo invece partecipato alle due Masterclass organizzate, la prima, guidata da Filippo Barlotta e dedicata al Pinot nero vinificato in rosso e la seconda, condotta da Chiara Giovoni e riservata agli Spumanti Metodo Classico oltrepadani (vedi).

Nella degustazione da lui guidata, Bortolotta ha scelto di presentare i vini a bottiglie coperte e questo ci ha fatto molto piacere, dandoci la possibilità di degustarli scevri da (eventuali) condizionamenti dovuti all’etichetta più o meno importante.

I nove vini in degustazione -tutti, tranne uno- ricadenti sotto la Doc Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese, sono stati presentati suddivisi in tre diverse serie, la prima dedicata a quelli più giovani, ovvero delle annate 2021 e 2020, la seconda batteria, composta da quattro vini, riservata all’annata 2019 ed infine gli ultimi due campioni di annate più vecchie sono stati proposti per valutare la tenuta nel tempo dei Pinot nero dell’Oltrepò.

I vini che andiamo a descrivere sono elencati in ordine di servizio, mentre quelli che maggiormente abbiamo apprezzato sono nell’ordine quelli di: Conte Vistarino, Travaglino, Cordero San Giorgio e Giorgi.

 – Frecciarossa – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “Carillo” 2021
I vigneti sono situati sulle prime colline di Casteggio ad altitudini tra i 120 ed i 200 metri, l’età media delle viti è di 20 anni ed il sistema d’allevamento è a Guyot con densità di 5.000 ceppi/ettaro, il suolo è argilloso-calcareo.
Fermentazione alcolica in vasche d’acciaio, malolattica in botti da 25 ettolitri ed affinamento per sei mesi in vasche d’acciaio.

Color rubino luminoso di buona intensità.
Chiuso al naso, sentori cartonati (problema dovuto al bicchiere), peccato.
fresco alla bocca, piacevolmente amaricante, decisamente tipico del vitigno, bel frutto, ciliegia, buona la persistenza.
Vino che s’esprime decisamente meglio alla bocca (vedi sopra).

 – Manuelina- Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “Solonero” 2020
Fermentazione ed affinamento in vasche d’acciaio.

Rubino-granato di discreta intensità.
Mediamente intenso al naso, abbastanza ampio, frutta rossa dolce matura, spezie dolci, accenni balsamici.
Fresco e succoso, speziato, erbe officinali, leggeri sentori di legno, accenni amaricanti sul lungo fin di bocca.

 – Cordero San Giorgio – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “TIAMAT” 2020
Vigneti di 30 anni d’età media allevati a Guyot e situati a Santa Giulietta su suolo prettamente argilloso.
Vinificazione in vasche d’acciaio ad acino intero previa diraspatura, il 10% delle uve viene fermentato a grappolo intero, seguono sei mesi d’affinamento sempre in vasche d’acciaio.

Color rubino-granato di discreta intensità.
Discreta la sua intensità olfattiva, accenni balsamici e leggere note vanigliate.
Dotato di buona struttura, fresco e succoso, presenta un bel frutto ed una buona vena acida, lunga la sua persistenza.

 – Ca’ di Frara – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “Mornico” 2019
Le uve provengono dai comuni di Oliva gessi e Mornico Losana (da qui il nome del vino), le vigne si trovano a 190 metri d’altitudine su suoli calcarei-argillosi, i sistemi d’allevamento sono sia il Guyot che il Cordone speronato e la densità d’impianto è di 6.600 ceppi/ettaro.
La vendemmia s’effettua nella seconda settimana di settembre, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio a cappello sommerso mentre l’affinamento viene svolto in barriques dove il vino sosta per 12 mesi ai quali ne seguono altrettanti di riposo in bottiglia.

Granato di media intensità.
Sentori di radici al naso, frutto rosso speziato, fresco ed intenso, accenni vegetali e di corteccia, buccia d’uva, leggera pungenza.
Discretamente intenso al naso, bella vena acida, leggere note vegetali, radice di liquirizia, accenni piccanti, leggermente pungente, buona la sua persistenza.

 – Travaglino – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “Poggio della Buttinera” Riserva 2019
Le uve provengono dal singolo vigneto, situato a 230 metri d’altitudine, che dà nome al vino, il suolo è argilloso-calcareo con presenza di sabbia e ciottoli.
la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio mentre l’affinamento in barriques e tonneaux, segue quindi un anno di sosta in bottiglia.

Color granato di media intensità con leggeri riflessi aranciati.
Di media intensità olfattiva, un poco chiuso all’inizio, s’apre su accenni di radici e leggere note balsamiche.
Strutturato, fresco, sapido e succoso, bel frutto, ciliegia, frutti di bosco, tipico del vitigno, dotato di buona eleganza e buona persistenza.

 – Tenuta Mazzolino – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “Noir” 2019
Le uve provengono dalla Vigna Regina, situata tra i 180 ed i 220 metri d’altitudine, il vigneto è stato messo a dimora nel 1998 con una densità d’impianto di 5.500 ceppi/ettaro su suolo argilloso-limoso con vene di arenaria e substrato gessoso.
L’affinamento del vino si svolge in piéces borgognotte (barriques da 228 litri) dove il vino rimane per 12 mesi.

Rubino-purpureo, intenso e profondo.
Intenso al naso, un poco austero, note scure, spezie dolci, frutta a polpa scura.
Asciutto e strutturato, legno in evidenza.

 – Conte Vistarino – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “Vigneto Bertone” 2019
Le uve provengono dal singolo vigneto di due ettari d’estensione, situato a 400 metri d’altitudine, che dà nome al vino, situato nel comune di Rocca de’ Giorgi su suolo calcareo-argilloso con presenza di sabbia e limo.
la fermentazione alcolica si svolge in tini troncoconici di legno e quella malolattica in barriques dove poi il vino sosta in affinamento per un anno al quale segue altrettanto tempo di riposo in bottiglia.

Color granato di buona intensità.
Un poco chiuso all’inizio, spezie dolci, legno dolce, leggere note balsamiche.
Discretamente strutturato, delicato ed elegante, morbido, armonico, con trama tannica in equilibrio, buona la sua persistenza.
Vino dalla notevole qualità, che in questo momento s’esprime meglio alla bocca.

 – Giorgi – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “Monteroso” 2015
Vinificazione in vasche d’acciaio e malolattica in barrique dove il vino rimane in affinamento per sei mesi.

Color granato di media intensità con leggeri riflessi mattonati.
Un poco chiuso all’inizio, s’apre quindi su sentori di spezie dolci, fiori secchi e radici.
Discretamente strutturato, intenso, succoso, balsamico, presenta leggeri sentori speziati e note pepate, buona vena acida, ricordi di legno e radici, buona la sua persistenza.

 – Montelio – Pinot Nero 1988
Di questo vino non abbiamo notizie, provenendo dalla riserva privata dell’azienda.

Color granato-aranciato di media intensità, ancora luminoso (stiamo parlando di un vino di oltre 30 anni d’età).
Buona la sua intensità olfattiva, note evolutive, prugna macerata, legno dolce, liquirizia.
Discretamente strutturato, buona vena acida, legno percepibile.
Un poco stanco (ma è capibile).

I vini assaggiati e Carlo Veronese, direttore del Consorzio.

Lorenzo Colombo