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I Vermentino de La Colombiera

La Doc Colli di Luni si trova a cavallo tra le province di La Spezia e di Massa Carrara, si tratta quindi di una denominazione interregionale  che interessa quattordici comuni della Liguria e tre della Toscana.
Il disciplinare di produzione contempla la possibilità di produrre un Colli di Luni Bianco, uno Rosso e due vini da monovitigno, Vermentino ed Albarola.

L’azienda che abbiamo visitato (La Colombiera) nel mese d’agosto si trova nel comune di Castelnuovo Magra, in provincia di La Spezia, ma possiede anche vigneti nei comuni di Sarzana (La Spezia) e Fosdinovo (Massa) e produce sei diversi vini, tre dei quali Colli di Luni Vermentino.
Un nuovo impianto da un ettaro è stato posto a dimora a Santo Stefano al quale, in un prossimo futuro se ne aggiungerà un ulteriore ettaro.

Uno dei tre Colli di Luni Vermentino è appositamente realizzato per un marchio della GDO, prodotto in circa 15.000 – 20.000 bottiglie/ anno, con uve provenienti dai vigneti di Sarzana.

Gli altri vini prodotti sono un Rosato, il RosaCelsus, ultimo nato, prodotto con 60% Sangiovese e 40% Syrah provenienti dai vigneti di Fosdinovo; un Vino Rosso, il Poggialino (60% Sangiovese e 40% Pollera), con uve sempre provenienti da Fosdinovo ed il Colli di Luni Rosso Doc “Terrizzo” (60% Sangiovese ed il rimanente Merlot e Cabernet, sempre provenienti da Fosdinovo), che s’avvale di un anno d’affinamento in botti da 20 ettolitri, prodotto quest’ultimo in circa 3.000 bottiglie/anno.

Al nostro arrivo ci accolgono, sotto un grande portico, prospicente la nuova sala di degustazione,  due delle quattro sorelle Ferro, Valeria e Benedetta che affiancano papà Pieralberto, enologo laureatosi alla Scuola Enologica di Alba nei primi anni ’80, nella conduzione dell’azienda.
Le altre due sorelle si occupano di moda, una a Milano e l’altra a Londra.

Ma partiamo dall’inizio:

Valeria Ferro

La storia de La Colombiera inizia alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, quando Francesco Ferro, siciliano di Salemi, acquista tre ettari di terreno a La Colombiera, frazione di Castelnuovo Magra.
C’è però un antefatto, infatti nel 1961  nonno Francesco apre il ristorante La Lucerna di Ferro – tutt’ora esistente e condotto da Giusy Ferro -figlia di Francesco- e dal marito Walter Sandri, a Bocca di Magra.
Solo in seguito, nella seconda metà degli anni ’70 nasce il progetto vino, destinato in origine alle necessità del ristorante.

Nel corso degli anni vengono acquistati –circa vent’anni fa- il vigneto di Fosdinovo (6 ettari) e quindi quello di Sarzana (2 ettari) portando così la superficie aziendale agli attuali 11 ettari dai quali si ricavano circa 90mila bottiglie/anno, principalmente di Vermentino.

Le etichette dei vini rappresentano una stele ritrovata in diversi esemplari in Lunigiana ed appositamente stilizzata. Si tratta di statue di pietra databili tra il III ed il I millennio a.C. alle quali è stato dedicato un apposito museo a Pontremoli.

L’azienda si è da poco attrezzata di una funzionale ed ampia sala di degustazione che, oltre ad accogliere gli appassionati di vino per i quali è prevista una visita ai vigneti ed una degustazione di vini accompagnati da prodotti del territorio, è anche adatta ad eventi di vario tipo.

Torniamo però ai Vermentino, dei quali, durante la nostra visita ce ne sono stati fatti assaggiare due, di cui uno in due diverse annate.

Ecco le nostre impressioni:

 – Colli di Luni Vermentino Doc “Trevigne” 2018
Come appare chiaro dal nome, le uve provengono dai tre vigneti aziendali: il vigneto Celso di Fosdinovo, a 250 metri d’altitudine, il vigneto La Colombiera (che dà il nome all’azienda) di Castelnuovo Magra, e qui siamo a 150 mt slm, ed il vigneto Paterno di Sarzana (100 metri d’altitudine).
Tutti e tre sono allevati a Guyot con densità di 5.000 ceppi/ettaro e si trovano su suoli di natura argillosa.
La vinificazione avviene in acciaio.

Color paglierino luminoso con riflessi verdolini.
Buona l’intensità olfattiva, il vino presenta note fruttate di pesca bianca e sentori d’erbe officinali, timo e salvia.
Fresco e sapido, sottile, con accenni d’erbe aromatiche, chiude leggermente amaricante con media persistenza.

Colli di Luni Vermentino Doc Superiore “Celsus” 2018
Anche per questo vino il nome ne identifica l’origine, le uve infatti provengono unicamente –e vengono selezionate- dal vigneto Celso di Fosdinovo.
Anche in questo caso la vinificazione avviene in acciaio, preceduta da una breve macerazione sulle bucce.
La produzione è di circa 15.000 bottiglie.

Il colore è paglierino-verdolino.
Mediamente intenso al naso, con sentori di frutta gialla (pesca) ed erbe officinali.
Di media struttura, succoso, morbido ed al contempo sapido, ritroviamo alla bocca sia la pesca gialla che le erbe officinali, buona la sua persistenza.

 – Colli di Luni Vermentino Doc Superiore “Celsus” 2016
I due anni in più di questo vino si vedono e si sentono, eccome!
Già alla vista, con un color giallo dorato luminoso.
Al naso poi acquista complessità ed i profumi si trasformano; rimane la pesca gialla, che sfuma anche in note tropicali, le erbe aromatiche s’esprimono con sentori di camomilla e si cominciano a cogliere i primi accenni d’idrocarburi.
Intenso al palato, di buona struttura, complesso, le note idrocarburiche si percepiscono bene mentre il fin di bocca è leggermente ammandorlato.

Il Vermentino (perlomeno sui Colli di Luni) c’è quindi parso un vino dalla doppia personalità, fresco, sapido e vibrante se bevuto giovane, ma che acquista col tempo (bastano un paio d’anni a quanto pare) una notevole eleganza e complessità.
E’ quindi un peccato berlo unicamente giovane.
Lorenzo Colombo