I vini bianchi di Antica Hirpinia
Avevamo scritto in merito a quest’azienda un anno fa, quando avevamo avuto occasione d’assaggiare, nell’ambito dell’Italian Taste Summit quattro diversi vini prodotti con Aglianico (vedi).
Da Cantina Sociale, fondata nel 1959, dopo varie vicissitudini era stata rilevata nel 2016 da tre soci che attualmente dispongono di 20 ettari di vigneti in proprietà ed inoltre utilizzano le uve provenienti da altri 140 ettari di conferitori storici situati tra i 400 ed i 700 metri d’altitudine.
Questa volta andiamo invece a degustare i vini bianchi prodotti con i tipici vitigni irpini: Greco, Fiano, Falanghina e Coda di Volpe.
– Irpinia Doc Coda di Volpe 2023
Le uve provengono da un vigneto di poco più di un ettaro d’estensione situato a 430 metri d’altitudine nel comune di Fontanarosa, in Contrada Pezza Mastrillo, messo a dimora nel 2021 è biologico certificato ed è allevato a Guyot doppio con densità di 4.000 ceppi/ha, la resa è di 70 q.li/ha, il suolo, d’origine vulcanica è in parte ciottoloso.
Fermentazione ed affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta per quattro mesi sulle fecce fini, seguono poi almeno due mesi di riposo in bottiglia.
Color giallo paglierino luminoso tendente al dorato.
Mediamente intenso al naso, frutta a polpa gialla, mela, ananas, fieno, erbe aromatiche, note mandorlate.
Buona l’intensità olfattiva, sapido, asciutto, frutta a polpa gialla e accenni vegetali, chiude con note mandorlate.
– Irpinia Falanghina 2023
Le uve provengono da un vigneto di meno d’un ettaro situato tra i 600 ed i 700 metri d’altitudine in Contrada Fosso Cavallo, nel comune di Fontanarosa, messo a dimora nel 2016 è allevato a Guyot doppio con densità di 4.000 ceppi/ha e danno una resa di 70 q.li/ha, nel suolo, d’origine vulcanica, sono presenti tratti d’argilla.
Sia la fermentazione che l’affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta sulle fecce fino per quattro mesi, seguono altri due mesi di riposo dopo l’imbottigliamento.
Color giallo paglierino luminoso con riflessi dorati.
Pulito, fresco, agrumato al naso, di buona intensità, frutta a polpa bianca, pesca, ananas, papaia, accenni d’erbe aromatiche e di fieno, leggere note fumé.
Fresco, verticale, sapido e succoso, agrumi freschi, frutta tropicale, accenni d’ananas, pesca, buona vena acida e lunga persistenza su leggere note vegetali.
– Greco di Tufo 2023
I vigneto, allevato a Guyot con densità di 4.000 ceppi/ha è situato nel comune di Tufo a 500 metri d’altitudine, messo a dimora nel 2000 s’estende su due ettari e la sua resa è di 80 q.li/ha, il suolo è composto da arenaria e ricco di carbonato di calcio.
Le uve vengono vendemmiate nel mese d’ottobre, fermentazione ed affinamento di svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta sulle fecce fini per quattro mesi ai quali ne seguono altri due di riposo in bottiglia.
Paglierino di media intensità con riflessi verdolini.
Bel naso, di buona verticalità, fruttato, frutta a polpa bianca fresca, agrumato, leggere note tropicali.
Fresco, succoso, verticale, sapido, di buona struttura, agrumato, pesca bianca, lunga la persistenza su sentori d’erbe aromatiche.
– Fiano di Avellino 2023
Le uve provengono da un vigneto di cinque ettari situato a 570 metri d’altitudine in Contrada Arianello, nel comune di Lapìo, messo a dimora nel 2020 è allevato a Guyot doppio con densità di 4.000 ceppi/ha.
Il suolo, di natura vulcanica è caratterizzato da banchi d’argilla, la resa è di 80 q.li/ha.
Fermentazione d’affinamento s’effettuano in vasche d’acciaio dove poi il vino sosta per quattro mesi sulle fecce fini, seguono altri tre mesi di riposo in bottiglia.
Molto bello il colore, paglierino luminoso.
Intenso al naso, fresco, elegante, erbe aromatiche, frutta a polpa gialla, pesca, melone, frutta tropicale, fieno, leggere note vanigliate e nocciolate.
Intenso, sapido, frutta a polpa gialla, pesca, sentori tropicali, ananas, leggere note piccanti, accenni di zenzero, lunga la persistenza.
– Fiano di Avellino Riserva “Desmos” 2022
Le uve provengono da un vigneto di quattro ettari d’estensione, creato nel 2004 a partire da una pianta madre bicentenaria, situato nel comune di Lapìo a 470 metri d’altitudine il sistema d’allevamento, originariamente a Cordone speronato, è stato modificato e trasformato a Guyot doppio con densità di 4.000 ceppi/ha, la resa è di 60 q.li/ha, il suolo di natura vulcanica ha una buona presenza di limo.
La vendemmia s’effettua nel mese d’ottobre, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio mentre l’affinamento viene effettuato in barriques usate dove il vino sosta per sei mesi, segue un ulteriore periodo di sosta in bottiglia per altri sei mesi.
Paglierino di buona luminosità.
Discreta l’intensità olfattiva, accenni minerali, buona l’eleganza, frutta a polpa gialla, ananas, agrume maturo, erbe aromatiche, fiori gialli.
Dotato di buona struttura, succoso, sapido, buon frutto, pesca gialla, frutta tropicale, note d’arancia, bell’equilibrio complessivo e buona persistenza.
In conclusione abbiamo trovato dei vini puliti, nitidi, freschi, fruttati e sapidi, alcuni d’essi pagano lo scotto di provenire da vigneti molto giovani -è il caso soprattutto del Coda di Volpe- anche se in parte questo viene compensato da una buona gestione enologica, quest’ultima è simile per tutti i vini, tranne che per il Fiano Riserva.
Lorenzo Colombo