I vini del Castello di Perno

Il Castello di Perno
Lo scorso 1° dicembre siamo stati invitati presso il Castello di Perno in occasione della presentazione a stampa ed operatori della prima annata prodotta del Barolo “Perno” Riserva 2017 e dell’Alta Langa Docg Dosaggio Zero “Numero Primo” 2018 anche lui alla sua prima uscita sul mercato.



Vista dal Castello
Il Castello di Perno, edificato in epoca medioevale dai Falletti come elemento difensivo e quindi trasformato tra il XVII e il XVIII secolo, in residenza residenziale, si trova in una posizione dalla quale si domina buona parte delle Langhe; è dal 2012 proprietà dell’avvocato Gregorio Gitti, docente di diritto civile all’Università degli Studi di Milano.
Prima d’allora, alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, il Castello era di proprietà dell’editore Giulio Einaudi che ne aveva fatto sede di lavoro per gli scrittori italiani da lui pubblicato, tra i quali spicca primo Levi al quale è stata poi dedicata la piazza adiacente al Castello.
Gregorio Gitti sviluppa sin da subito un doppio progetto, da una parte fare del Castello una “Casa della Cultura” con un intero piano a disposizione di artisti contemporanei, musicisti, letterati.



Fermentini
L’altro progetto, nato nel 2013, è di stampo vinicolo, con l’obbiettivo di produrre grandi vini espressione del territorio e per questo s’affida a Gianluca Colombo, giovane ma già affermato enologo, vincitore del premio Gambelli nel 2014.
L’azienda dispone di 13 ettari di vigneti condotti in regime biologico situati per la maggior parte nei territori di alcune delle più prestigiose Menzioni geografiche (MGA) del comune di Monforte d’Alba: Perno e Castelletto dove si producono i Barolo e Gramolere da dove provengono le uve che danno vita al Langhe Nebbiolo.
Sempre a Monforte d’Alba, in località San Sebastiano, si trovano 1,5 ettari dedicati alla produzione del Dolcetto d’Alba, 2 ettari si trovano a Nizza Monferrato, allevati a barbera per la produzione del Nizza Docg e del Barbera d’Asti, inoltre ci sono 3 ettari di vigne a Serravalle Langhe, dove, a 700 metri d’altitudine si coltivano Pinot Nero e Chardonnay per la produzione dell’Alta Langa Docg e Nascetta, per il Langhe Nascetta Doc.
La produzione annuale è di circa 50.000 bottiglie.



Bottaia (particolare)
La nuova cantina, ancora non completamente finita nella sua parte di accoglienza, che abbiamo avuto la possibilità di visitare è dotata di tutte le più moderne attrezzature atte allo scopo di produrre grandi vini, fermentini d’acciaio troncoconici, botti da 10 e 20 ettolitri di legno francese e di Slavonia per l’affinamento del Langhe Nebbiolo, botti di più grandi dimensioni di rovere austriaco per i Barolo.
Ci sono inoltre anfore Tava e grandi vasche in cemento utilizzate per le masse prima dell’imbottigliamento.



Anfore Tava



Vasche di cemento
Durante la nostra visita abbiamo avuto la possibilità di degustare i vini aziendali in due distinte occasioni, la prima presso la sala della biblioteca del Castello, attorno al grande tavolo che serviva per le riunioni dell’editore Giulio Einaudi, e la seconda durante il pranzo presso il minuscolo Ristorante Gennaro Di Pace, situato ai piedi del Castello.



Biblioteca e sala di degustazione



Gianluca Colombo, Gregorio Gitti e Pietro Pellegrini
I vini
Prima annata di produzione per questo Metodo Classico da uve Pinot nero (90%) e Chardonnay (10%) provenienti da un vigneto situata a Serravalle Langhe, a 700 metri d’altitudine.
La vinificazione s’effettua in vasche troncoconiche d’acciaio senza l’utilizzo di lieviti selezionati, la sosta in bottiglia sui lieviti è di 36 mesi.
Ne sono state prodotte solamente 2.000 bottiglie.
Paglierino-dorato, luminoso.
Bel naso, intenso, frutta fresca, pesca bianca, accenni di lieviti, biscotti, pasticceria secca, note d’agrumi freschi.
Fresco, sapido, verticale, minerale, succoso, mediamente strutturato, pesca bianca ed agrumi, buona la persistenza.
Da uve Nascetta in purezza, macerazione sulle bucce per otto ore, pressatura soffice e fermentazione spontanea in vasche d’acciaio, sosta in bottiglia per sei mesi prima della commercializzazione.
La prima annata di produzione è stata la 2017, quella annuale varia tra le 6.000 e le 7.000 bottiglie.
Color paglierino luminoso.
Naso discretamente intenso, sentori d’erbe officinali, pesca gialla, accenni d’agrumi.
Discretamente strutturato, succoso e sapido, erbe officinali, frutta a polpa gialla, buona la persistenza.
Molto interessante.
Del Langhe Nascetta abbiamo potuto assaggiare, durante il pranzo, anche l’annata 2017 caratterizzata da un color paglierino-dorato luminoso.
Buona la sua intensità olfattiva, vi cogliamo sentori di pesca gialla e leggere note idrocarburiche.
Dotato di buona struttura, presenta leggere note speziate piccanti ed accenni d’idrocarburi, buona la sua persistenza.
Le uve provengono dal Cru Gramolere, il più piccolo, ma tra i più alti Cru di Monforte d’Alba (siamo attorno ai 450 metri slm)
Si tratta di un vigneto di tre ettari esposti a Nord su suolo calcareo-sabbioso.
Le uve macerate a freddo per 48 ore, la fermentazione spontanea si protrae per 20 giorni, l’affinamento si svolge in botti di rovere francese e austriaco per otto mesi.
Granato di media intensità con riflessi color rubino.
Intenso al naso dove cogliamo sentori di radici e caramella al rabarbaro, note speziate ed accenni di fiori secchi.
Asciutto e succoso, dotato di buona struttura, tannino deciso ma in bell’equilibrio con la vena acida, buona la sua persistenza.
Fermentazione spontanea con macerazione di 30 giorni, affinamento per 24 mesi in botti di grandi dimensioni di rovere austriaco.
Color granato di discreta intensità con riflessi rubino.
Bel naso, intenso, elegante, balsamico, speziato, sentori di fiori secchi.
Fresco e succoso, con bella trama tannica e buona vena acida, molto lunga la sua persistenza.
Vino elegante e di notevole qualità.
Castelletto e una MGA di Monforte d’Alba con un’estensione di circa 130 ettari, il suolo è in prevalenza caratterizzato dalle Arenarie di Diano, soprattutto nella parte più alta, qui è situata la cantina del Castello di Perno.
La vinificazione comporta una lunga macerazione sulle bucce (circa 35 giorni) in vasche d’acciaio tronco-coniche mentre l’affinamento prevede una sosta minima di 18 mesi in botti grandi da 50 Hl di rovere austriaco, viene quindi travasato in vasche di cemento sino al momento dell’imbottigliamento.
Granato di discreta intensità con ricordi color rubino.
Naso di buona intensità, elegante, fiori secchi, leggere note speziate.
Dotato di buona struttura, succoso, buona vena acida, tannino in equilibrio, radice di liquirizia, lunga persistenza. Notevole.
Prima annata di produzione per questa Riserva le cui uve provengono dalla MGA nella quale ha sede il Castello.
Perno è una menzione geografica di quasi 200 ettari che s’estendono sui due versanti del comune di Monforte d’Alba, tra i 220 ed i 450 metri d’altitudine,
Il vino si presenta con un color granato di media intensità.
Bello il naso, intenso ed elegante, con sentori di radici e di fiori appassiti.
Dotato di buona struttura, succoso, bella la sua trama tannica (tannini levigati) e buona la vena acida, armonico ed equilibrato, lunga la sua persistenza.
Vino dalla notevole qualità.
Tre Barolo diversi tra loro ma accomunati dall’estrema pulizia e dalla grande eleganza.
Le uve per la produzione di questo vino provengono da vigneti messi a dimora nel 1940, esposti a Sud-Est su suoli composti da gesso e silice.
La vinificazione si svolge in vasche d’acciaio e l’affinamento in tonneaux dove il vino sosta per 20 mesi.
Proveniente da una Magnum il vino si presenta con un color rubino-purpureo, profondo e luminoso.
Mediamente intenso al naso, s’esprime su note balsamiche e di legno dolce, bello e nitido il frutto rosso.
Strutturato e succoso, frutto rosso, accenni piccanti e buon equilibrio complessivo, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo