, , ,

I vini dell’ Antica Casa Ricossa

L’Antica Casa Ricossa è una delle aziende che appartengono al Gruppo Mondodelvino SpA, una realtà con sede a Priocca, in provincia di Cuneo, della quale avevamo scritto nel luglio dello scorso anno, in occasione della presentazione alla stampa dell’innovativo Museo Multimediale Wine Experience.

L’azienda Ricossa è situata a Castel Boglione, in provincia d’Asti, tra Acqui Terme e Nizza Monferrato dove si trova la Tenuta Ca’ dei Mandorli, con la nuova cantina costruita nel 2004 e dove dispone di 74 ettari a vigneto su suoli costituiti da marne argilloso-calcaree di origine sedimentaria marina con una buona presenza di limo, sabbia, e microelementi tra cui il magnesio.
Il vitigno principale è la Barbera, che da solo copre oltre la metà della superficie vitata.

In effetti l’azienda dispone di ulteriori vigneti anche in altre zone del Piemonte, come le Langhe, il Roero, il gaviense, per un totale di 120 ettari.
In realtà l’azienda non possiede vigneti, ma s’avvale di conferitori, ovvero vengono acquistate le uve da vigneti selezionati/partner che credono nel progetto e che lavorano con enologo già in campo.

La gran parte delle partite d’uva vengono poi vinificate presso le cantine di conferitori selezionati, che seguono protocolli di vinificazione definiti e condivisi con i nostri enologi.
Barolo e Barbaresco vengono affinati nella cantina di affinamento di Priocca, per la quale esiste una deroga ministeriale per la vinificazione di questi vini risalente al 1985.

La produzione annuale è di circa un milione di bottiglie, suddivise in quindici diverse etichette, distribuite in 45 diversi paesi, la quota esportata è di circa il 90% e le destinazioni principali riguardano la Scandinavia che da sola assorbe poco meno di un terzo della produzione, seguono poi la Germania, il  Canada e gli USA.

Noi abbiamo avuto l’opportunità di degustare due vini, emblematici del territorio dove ha sede l’azienda, in questo caso le uve provengono da due vigneti di due soli conferitori e vengono vinificate nella cantina di Castel Boglione all’interno della tenuta Ca’ dei Mandorli, unitamente a parte delle uve barbera.

I vini e le denominazioni

 – Acqui Docg “Sei Anime” 2018
L’Acqui Docg, o Brachetto d’Acqui Docg è una denominazione collocata tra le provincie di Asti e di Alessandria, sul territorio d’oltre una ventina di comuni, e Castel Boglione, sede dell’azienda, è uno di questi.
Vino a denominazione sin dal 1969, ha ottenuto la “Garantita” nel 1996.
Il vitigno interessato è il Brachetto, che dev’essere utilizzato praticamente in purezza (il disciplinare di produzione ne prevede la presenza minima del 97%).
Il vino può essere prodotto nelle tipologie Fermo, Spumante e Passito.

Il vino
Le uve per la produzione del vino in assaggio provengono da vigneti allevati sui suoli calcarei, argillosi-limosi  del comune di Sessame, a circa 400 metri d’altitudine, nel Monferrato.
Da qui anche il nome del vino “Sei Anime”, che in dialetto locale si dice “Ses ame”.
Il vino viene prodotto tramite pressatura diretta, quindi con brevissimo tempo di contatto con le bucce, da qui deriva il colore rosato ed anche l’assenza (o per meglio dire l’attenuazione) delle note aromatiche tipiche del vitigno.

La degustazione
Se un consumatore s’approcciasse a questo vino, avendo in testa le caratteristiche organolettiche della maggior parte  dei brachetto, magari quelli nella versione spumante -i più conosciuti- rimarrebbe assai confuso e perplesso, nulla infatti dell’immediata e prepotente nota aromatica che solitamente si coglie nei vini prodotti con questo vitigno.
Dove sono le note aromatiche di rosa, dov’è la dolce fragolina di bosco?
Nulla di tutto ciò nel vino che abbiamo di fronte, o perlomeno questi sentori sono assai attenuati e non si colgono di primo acchito.

Molto bello ed invitante il colore, di stile molto “Rosé provenzale”, una via di mezzo tra il rosa confetto ed il cipria, mediamente intenso ed assai luminoso.
Al naso, come scritto sopra, si resta subito spiazzati, cerchiamo le rose ed i frutti di bosco e li ritroviamo a fatica, coperti all’inizio da sentori di fieno e d’erbe officinali, con qualche nota floreale.
Sia chiaro, non è che non abbiamo apprezzato il vino, tutt’altro, è solamente che l’abbiamo trovato assai diverso, molto pulito al naso e con discreta intensità.
Alla bocca la prima nota che ci colpisce è la sapidità, quasi salina, che dona freschezza e verticalità al vino, la mineralità  è un’altra sensazione percepita, mentre sul lungo fin di bocca si ritrovano i sentori di frutti di bosco e le note aromatiche.
Un vino molto gastronomico, contrariamente alla maggior parte dei brachetto, solitamente relegati ad accompagnare alcuni dessert, come le crostate di frutta rossa. Noi l’abbiamo accompagnato ad un tortino di sarde con uvette e pinoli e dobbiamo dire che il connubio era assai gradevole.

Un poco spiazzati dalle particolari caratteristiche organolettiche di questo vino abbiamo fatto una ricerca sul vitigno brachetto e, abbiamo trovato che nella zona di Nizza Monferrato esiste (o forse esisteva) una varietà di Brachetto non aromatico, chiamata Braquet (o Brachet), utilizzata nel vini provenzali –sia rossi che rosati- dell’AOC Bellet, nei pressi della Nizza francese. Vedi un po’ le coincidenze.

Nizza Docg “Ca’ dei Mandorli”
Nizza è una recente Docg, istituita nel 2014, prima d’allora era una delle tre sottozone della Docg Barbera d’Asti.
Con l’ottenimento di una propria Docg il Nizza ha apportato sostanziali modifiche al disciplinare di produzione la prima delle quali riguarda il vitigno utilizzato che dev’esse unicamente la barbera (nella Docg Barbera d’Asti Superiore il vitigno deve essere presente per almeno il 90%).
Ma probabilmente la modifica più importante è stata quella di togliere dal nome della denominazione quello del vitigno, andando quindi ad identificare completamente il vino col suo territorio di produzione, che, oltre a Nizza Monferrato, comprende altri 17 comuni in provincia d’Asti.
Con l’istituzione di questa specifica denominazione si è visto incrementare notevolmente la superficie vitata rivendicata, si sono ormai superati i 200 ettari, dai circa 80 del 2011 mentre il potenziale è di circa 700 ettari.
Inoltre nel febbraio 2018 i produttori del Nizza hanno ufficialmente presentato la mappa del territorio, la cui esecuzione era stata affidata ad Alessandro Masnaghetti.

Il vino
Sono circa 20 gli ettari di barbera rientranti nella Docg a disposizione dell’azienda Ricossa, i vigneti da cui provengono le uve per il vino in degustazione sono situati nell’anfiteatro di Noceto e si spingono sin’oltre i 450 metri d’altitudine, sui suoli argillosi del Monferrato.
18 i mesi d’affinamento del vino, di cui sei in legno.

La degustazione
Purpureo luminoso e profondo il colore, molto bello, ricorda quello di una prugna.
Lo stesso frutto maturo ritroviamo al naso, intenso, balsamico e vanigliato, si colgono inoltre sentori di more ed accenni d’erbe aromatiche note tostate e di cioccolato e profumo di viole.
Strutturato, asciutto, torna prepotente la nota fruttata di prugna, quasi in confettura, il tannino è morbido e vellutato e la decisa vena acida dona freschezza al vino, lunga infine la sua persistenza su sentori di caffè.
Lorenzo Colombo