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Il Buttafuoco Storico

Nel 1996 undici vignaioli fondano il Club del Buttafuoco Storico, stilando un regolamento interno assai più restrittivo rispetto al disciplinare di produzione esistente.
S’inizia ovviamente dalla vigna che dev’essere situata all’interno della zona storica ed essere iscritta con il nome tradizionale all’albo vigneti della CCIAA e tutte le uve debbono provenire da quel singolo vigneto.

La zona storica comprende i comuni di Broni, Canneto Pavese, Castana, Cigognola, Montescano, Stradella e Pietra de’ Giorgi e pur non essendo molto ampia è caratterizzata da diverse tipologie di suolo che sommariamente vengono distinte in: Ghiaie, Arenarie e Argille, questo fa sì che, seppur connotati dall’utilizzo degli stessi vitigni, le differenze tra i vari vini siano a volte piuttosto accentuate seppur caratterizzate da una comune identità.

Sinteticamente si può dire che i vini prodotti sulle Ghiaie siano caratterizzati da una certa spigolosità in gioventù che poi si traduce in longevità, quelli provenienti dalle Arenarie sono in genere un poco aspri da giovani e diventano complessi col passare del tempo, pur mantenendo una cera austerità, infine i vini prodotti sulle Argille sono quelli che sin da giovani di presentano rotondi e morbidi.

La data d’inizio della vendemmia viene stabilita anno per anno da un’apposita commissione e la raccolta dev’essere effettuata a mano.
Si possono utilizzare unicamente vitigni autoctoni dell’Oltrepò Pavese: Croatina, Barbera, Uva Rara, Ughetta di Canneto che debbono essere vinificate in uvaggio in un unico vaso vinario.
Il vino dev’essere affinato in legno per un minimo di 12 mesi, va quindi imbottigliato nell’apposita bottiglia riportante il veliero, simbolo del Club del Buttafuoco Storico, dove deve poi affinarsi per almeno sei mesi prima della commercializzazione.

Il direttore del Consorzio Armando Colombi

Ogni anno un’apposita commissione esprime, in una degustazione alla cieca, il giudizio sull’annata che verrà riportato, tramite un bollino apposto sulle bottiglie, riportante un certo numero di fuochi, da tre a sei.
La commercializzazione del vino non potrà avvenire prima della seconda domenica di novembre, tre anni dopo la vendemmia.

Sia il nome del vino che il simbolo dei fuochi si rifanno ad un episodio tra lo storico ed il leggendario avvenuto durante la seconda guerra d’indipendenza e che potere trovare qui.

Attualmente i produttori aderenti al Club del Buttafuoco Storico sono 18, gli ettari di vigna utilizzabili per la produzione del vino sono 22 e le bottiglie prodotte annualmente sono circa 90.000.

A proposito di bottiglie, nel 2013 i soci del Club hanno pensato ad un vino rappresentativo prodotto dall’unione dei vari Buttafuoco Storici da utilizzarsi come ambasciatore nei vari eventi. è nato così il Buttafuoco Doc “I Vignaioli del Buttafuoco Storico”.

Durante un evento, organizzato a Milano, nella sede di Identità Golose, abbiamo avuto l’opportunità d’assaggiare una dozzina di questi vini e ne abbiamo scelti due che ci sono particolarmente piaciuti, eccoli:

Flamberti – Vigna Solenga 2017
Il vigneto Vigna Solenga si trova nella sottozona Ghiaie del comune di Stradella, è situato tra i 180 ed i 280 metri d’altitudine con esposizione Sud ed ha un’estensione di 1,2 ettari.
La composizione del vino prevede: 50% Croatina, 35% Barbera, 10% Uva rara e 5% Ughetta di Canneto.

Profondo e luminoso il color sangue.
Intenso e pulito al naso, ampio ed elegante, vi si colgono note balsamiche e sentori di frutto scuro, prugna e ciliegia matura.
Intenso e strutturato alla bocca, succoso, vi troviamo un tannino deciso, una nota alcolica elevata ed una buona vena acida, ampio, con un bel frutto scuro e sentori di liquirizia forte, lunga la sua persistenza.
Notevole.

Azienda Vitivinicola Calvi – Vigna Montarzolo 2017
La Vigna Montarzolo è situata nel comune di Castana, i vitigni utilizzati sono 50% Croatina, 25% Barbera, 12% Uva rara e 13% Ughetta di Canneto.
L’affinamento viene effettuato in piccole botti di rovere dove il vino sosta per tre anni.

Profondissimo e luminoso il colore.
Intenso al naso, nitido, pulito, verticale, balsamico, presenta un bel frutto rosso maturo.
Intenso, alcolico, succoso, bellissima la sua trama tannica, buona vena acida, sentori di liquirizia, nitido il frutto e lunghissima la persistenza.
Un vino fresco e molto elegante.

E’ quindi seguita una cena preparata dallo chef Federico Sgorbini del Ristorante Lino di Pavia, che ha recentemente ottenuto la Stella Michelin, durante la quale sono stati serviti Buttafuoco Storici di diverse annate.
Lorenzo Colombo