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Il Roero e l’Arneis

Dopo la prima parte dell’incontro tra il Consorzio Tutela Roero e gli IGP (I Giovani Promettenti) pubblicata lo scorso 12 maggio, dedicata al Roero in generale e nello specifico alla degustazione dei vini Roero (rosso), andiamo ad analizzare ed a degustare la tipologia Roero Bianco, ovvero gli Arneis.

Il vitigno

Troviamo le prime testimonianze relativa ad un vitigno assimilabile all’Arneis tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500, viene infatti citata una vigna chiamata “moscatelli et renexij” riferita alla località Renesio.
Nel ‘700 la qualità del vitigno veniva paragonata a quella del Moscato e l’uva veniva utilizzata per preparare vini dolci o Vermouth.
Il nome Arneis compare per la prima volta ad inizio ‘800 per distinguere il vitigno dalla “altre uve a bacca bianca”, nei primi decenni del ‘900 il vitigno viene utilizzato per produrre uva da tavola e solamente dagli anni ’70 viene rivalutato e i vigneti vengono completamente rinnovati ed ampliati.

La Docg Roero (Arneis)
La superficie vitata rivendicata nel 2018 è stata di 747 ettari per una produzione di quasi 6.200.000 bottiglie.
Il disciplinare di produzione, per quanto riguarda la tipologia Arneis,  prevede:

·        “Roero” o “Roero” Arneis (minimo quattro mesi d’affinamento)

·        “Roero” riserva o “Roero” Arneis riserva (minimo 16 mesi d’affinamento)

·        “Roero” spumante o “Roero” Arneis spumante

Per tutte le tipologie è previsto l’utilizzo di almeno il 95% del vitigno Arneis.

I vini degustati 

Carlo Casetta – “Raiz – Bel” 2020
“Raiz” è la trascrizione fonetica della parola Radice in dialetto piemontese, Carlo Casetta l’utilizza per una specifica linea di vini.
Vinificazione in acciaio a temperatura controllata, affinamento sur lies per 3-4 mesi in vasche d’acciaio con periodici bâtonnage.

Color paglierino scarico con riflessi verdolini.
Intenso al naso, fresco e pulito, agrumato, sentori di frutta bianca, mela, pera, accenni floreali e leggere note vegetali.
Fresco, succoso, sapido ed agrumato, frutta a polpa bianca, pesca, mela, pera, leggeri accenni vegetali che rimandano ad erbe aromatiche, buona la persistenza, chiude leggermente amarognolo.
Vino ancora giovane, c’è parso che in questa sua fase, s’esprimesse meglio al naso.

Carlo Cauda – 2019
Le uve provengono dai vigneti Cuchija e Badin, situati a 250 metri d’altitudine con esposizione Est-Sud, su suoli sabbioso-calcarei ricchi di fossili e di Sali minerali, nel comune di Santo Stefano Roero.
Fermentazione ed affinamento, per un periodo minimo di quattro mesi, si svolgono in vasche d’acciaio.

Giallo paglierino luminoso di media intensità.
Intenso al naso, di buona eleganza, note minerali, sentori di frutta a polpa gialla, fieno, erbe officinali, nocciole, fiori d’acacia.
Fresco e verticale, succoso e sapido, con bella vena acida, polpa di pesca matura, limone maturo, lunga la persistenza.

Destefanis – “Radius” 2020
I vigneti sono collocati tra i 200 ed i 300 metri d’altitudine su terreni composti da arenarie, esposti a 180° da sud-est a sud-ovest, hanno 15 anni d’età e danno una resa media di 100 q.li/ha.
La vendemmia s’effettua ad inizio settembre, fermentazione ed affinamento si svolgono n vasche d’acciaio dove il vino rimane per almeno tre mesi con periodici bâtonnage.

Paglierino molto scarico, luminoso, tendente al verdolino.
Intenso al naso, fresco, pulito, verticale, agrumi, pesca bianca, mela, melone bianco, note floreali di biancospino.
Fresco, sapido e succoso, con netti sentori d’agrumi, pesca bianca, leggeri accenni mentolati, buona la sua persistenza.

Montaribaldi – “Capural” 2020
Il vigneto, messo a dimora nel 1999, si trova in comune di Vezza d’Alba, a 250 metri d’altitudine su suoli calcarei, composti da alternanze sabbiose-argillose, il sistema d’allevamento è a Guyot con densità di 4.000 ceppi/ha con esposizione sud-ovest, la resa per ettaro è di 90 q.li.
La vendemmia si svolge nella parte centrale del mese di settembre, dopo la pressatura il vino rimane ad illimpidirsi a bassa temperatura in vasche d’acciaio dove poi si svolge la fermentazione alcolica, il vino rimane quindi sulle fecce fini sino al momento dell’imbottigliamento che avviene in primavera.

Color paglierino scarico, tendente al verdolino.
Intenso al naso, fresco e pulito, verticale, agrumato, fruttato, pesca bianca, pera, ananas, accenni floreali e d’erba fresca.
Fresco alla bocca, sapido, con acidità un poco citrina, sentori d’agrumi un poco acerbi, pesca bianca, leggeri accenni vegetali d’erbe aromatiche, discreta la sua persistenza.
Chiusura leggermente amarognola, l’abbiano preferito al naso, pensiamo che abbia ancora bisogno di tempo per equilibrarsi alla bocca.

Paitin – “Elisa” 2019

Bella la storia di questo vino a cominciare dal nome, quello della proprietaria della vigna situata in località Varinera, nel comune di Priocca, questo vigneto era infatti conosciuto come “La vigna d’Elisa”.
La sua prima vinificazione risale al 1973 ad opera del figlio Secondo, nell’anno della morte d’Elisa.
Il vigneto, condotto in regime biologico, si trova tra i 200 ed i 240 metri d’altitudine su suoli sabbiosi con presenza di marne calcaree, è stato reimpiantato nel 1980 adottando il sistema d’allevamento a Guyot.
Dopo la fermentazione alcolica il vino rimane sui propri lieviti per sei mesi.

Giallo paglierino di buona intensità, tendente al dorato.
Intenso al naso, accenni di zucchero vanigliato, erbe officinali, fieno, frutto giallo, note tropicali, fiori gialli.
Di buona struttura, accenni piccanti di zenzero, frutto giallo, nespole, accenni di canditi, buona la persistenza.

RiDaRoca – 2020
I vigneti per la produzione di questo vino sono situati nei comuni di Canale e di Santo Stefano Roero.
Dopo 12 ore di macerazione a freddo sulle bucce viene svolta una classica vinificazione in bianco.

Color giallo paglierino di media intensità.
Intenso al naso, fruttato, frutta gialla matura e frutta tropicale, agrumi, mandorle, erbe aromatiche, fiori gialli.
Di buona struttura, succoso, con buona vena acida, sentori d’agrume maturo, note di salvia, chiude leggermente ammandorlato con buona persistenza.
Lorenzo Colombo