InvecchiatIGP: Casal Pilozzo – Dedo 2000
Non sono un grande patito, come altri colleghi sommelier, delle c.d. degustazioni alla cieca sia perché, a volte, mi piace contestualizzare ciò che sto bevendo, sia perché, diciamolo tranquillamente, spesso nel tentativo di riconoscere il vino che ho nel bicchiere sparo delle grandissime cavolate. Ripensando a certe serate, però, non posso non riconoscere il valore educativo di questo tipo di wine tasting soprattutto se, come ha fatto il mio amico Simone De Vito di Intravino, ti versano nel bicchiere vini talmente inaspettati ed emozionanti da rivoluzionare il mio concetto di estetica del vino.
Come potete vedere anche voi dalla foto, alla vista il colore è di un rosso rubino trasparente e vivissimo tanto che, tra gli ospiti, già qualcuno ipotizzava fosse un nebbiolo di Valtellina o un grande sangiovese.
Al naso rivela già qualcosa in più. Ha un profumo vegetale percettibile, profondo, elegante, non invaso da eccessi pirazinici che spesso rendono pesante e monocorde il quadro aromatico complessivo che in questo vino, cangiante minuto dopo minuto, si arricchisce di sensazioni di pepe, rosa canina, ribes i cui effluvi sono ben racchiusi, come doni preziosi conservati nel tempo, all’interno di uno scrigno sapido che fornisce ulteriore personalità ed equilibrio a questo liquido rosso ancora sconosciuto. Odori terziari? Non pervenuti!
“E’ un cabernet sauvignon in purezza!!!
“Ma no, è un taglio bordolese italiano!!!!
“Sì, è un San Leonardo!!!!!
“Macchè, la veste cromatica è troppo trasparente!”
“E’ francese, di sicuro!!!
“E Loira, è Loira!”
“Ma no, è un Loredan Gasparini Montello Venegazzu Superiore!!!”
“ Nooooo, è Francia!, magari una zona poco famosa”
“Qua sento “odore” di grande Toscana”
Simone toglie la carta stagnola dalla bottiglia e arriva il mutismo completo delle sala.
Andrea Petrini