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La Source e i vini estremi della Valle d’Aosta

Stefano Celi

L’azienda La Source viene fondata nel 2003 da Stefano Celi che proveniva da una precedente esperienza, una decina d’anni prima aveva infatti creato con altri due soci l’azienda Domaine Champagnol.
Il suo nome deriva dalla sorgente che si trova proprio nella cantina, costruita dov’era una vecchia stalla.

Il castello di notte

Siamo a Saint-Pierre, proprio di fronte all’omonimo castello, ad una manciata di chilometri d’Aosta, sul versante sinistro della Dora Baltea, con piena esposizione al sole, nel centro del territorio della Valle d’Aosta Dop Torrette, qui si trovano la maggior parte della decina d’ettari di vigneti aziendali -suddivisi in ben 18 appezzamenti- gli altri si trovano sul versante opposto, ad Aymavilles, in entrambe le zone i suoli sono sabbiosi, di natura morenica.

I vigneti -che in parte abbiamo potuto visitare- sono situati tra i 650 e i 900 metri di altitudine su suoli poveri e sabbiosi di natura morenica, spesso su terrazzamenti sorretti da muretti a secco, non essendoci sorgenti l’acqua piovana veniva raccolta in vasche protette da piccole costruzioni in muratura e solamente ora si sta provvedendo a portare in zona le condutture.
Le forti escursioni termiche tra giorno e notte favoriscono i profumi e la verticalità dei vini, la produzione annua è di circa 45.000 bottiglie suddivise in una decina d’etichette.

Durante la nostra visita in azienda abbiamo potuto degustare un buon numero di vini sia dell’annata attualmente in commercio sia di annate precedenti nel caso del Torrette Superiore.

Ecco le nostre impressioni:

Valle d’Aosta Dop Chardonnay 2023
Le uve provengono da un vigneto situato a 700 metri d’altitudine nel comune di Aymavilles, la vendemmia viene effettuata a fine settembre selezionando i grappoli ben maturi, l’uva rimane in pressa a bassa temperatura per cinque ore prima d’essere pressata, dopo una decantazione statica il mosto fermenta in vasche d’acciaio dove poi rimane sulle fecce per qualche mese, con periodici batonnages, prima d’essere imbottigliato.
La produzione è di circa 2.000 bottiglie/anno.

Il suo colore è giallo dorato luminoso di buona intensità.
Intenso al naso dove emergono sentori di frutta gialla matura, pesca gialla e mela, note tropicali e leggeri accenni d’erbe aromatiche.
Discretamente strutturato, sapido, ritroviamo i sentori di pesca gialla uniti a leggeri accenni piccanti e d’erbe aromatiche, chiude con buona persistenza su note mandorlate.

Valle d’Aosta Dop Petite Arvine 2023
Anche i vigneti di Petite Arvine –certamente il vitigno a bacca bianca più rappresentativo della valle, unitamente al Prié Blanc- si trovano ad Aymavilles, la vendemmia s’effettua nella prima settimana del mese d’ottobre, dopo la pressatura e la decantazione statica il mosto fermenta in vasche d’acciaio dove rimane ad affinarsi sulle fecce fini per qualche mese con periodici batonnages.
Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 4.500.

Il suo colore è giallo paglierino luminoso tendente al dorato.
Elegante al naso, fresco, presenta leggeri sentori aromatici e note d’erbe officinali.
Discretamente strutturato, succoso, fresco, verticale, sapido, agrumato, con buona vena acida, tornano i sentori d’erbe aromatiche, lunghissima la sua persistenza e notevole la sua qualità.

Valle d’Aosta Dop Bianco “Ensemblo” 2020
Ultimo vino nato è frutto di un curioso uvaggio tra tre vitigni aromatici, è composto infatti da 50% Moscato, 40% Gewürztraminer e 10% Müller Thurgau provenienti da vigneti situati a Saint-Pierre, il progetto originale prevedeva la produzione di un vino passito data anche la caratteristica dei vitigni utilizzati, Stefano ha poi deciso di vinificarlo secco e possiamo dire la scelta è stata certamente azzeccata.
La vendemmia s’effettua a fine settembre dopo un’accurata selezione dei grappoli a perfetta maturazione, le uve rimangono in pressa a bassa temperatura per otto ore prima d’essere pressate, dopo la decantazione statica il mosto viene posto a fermentare in vasche d’acciaio dve poi il vino rimane ad affinarsi sulle fecce fini per qualche mese con ripetuti batonnages, viene infine imbottigliato senz’essere filtrato.
Sono 5.000 le bottiglie prodotte.

Color verdolino di media intensità, leggermente opalescente.
Bel naso, molto interessante, intenso, aromatico, sentori d’agrumi maturi, arancia.
Dotato di buona struttura, intenso, sapido e verticale, presenta una spiccata vena acida-citrina che ne mitiga la nota aromatica, tornano i sentori d’agrumi maturi, lunga la sua persistenza.
Un vino molto interessante frutto di un blend curioso, dove tutti i tre vitigni contribuiscono a caratterizzarne l’originalità.

Valle d’Aosta Dop Torrette 2018
Torrette è la più vasta delle sette denominazioni di territorio che si trovano nella Doc Valle d’Asta -unica denominazione della regione- la sua superficie vitata è di circa 50 ettari su un totale regionale inferiore ai 450 ettari e si sviluppa sul territorio di 11 comuni posti su entrambi i versanti della valle e prende il nome dal promontorio che s’estende tra i comuni di Sait-Pierre e Sarre, con vigneti sono situati tra i 600 ed i 900 metri d’altitudine.

Il vitigno
Il vitigno principale è il Petit Rouge che dev’essere presente nel vino per almeno il 70%, si tratta del vitigno autoctono più presente nella Valle d’Aosta dove nel 2010 se ne contavano poco più di un’ottantina d’ettari, lo troviamo su entrambi i versanti della media valle ad altitudini che si spingono sino agli 800 metri tollerando bene sia il freddo come la siccità e costituisce il vitigno principale nel Torrette, nell’Enfer d’Arvier e nello Chambave Rouge.

Il vino
Frutto di un blend tra 90% Petite Rouge e 10% Vien de Nus provenienti da vigneti situati a Saint-Pierre, la vendemmia si svolge a metà ottobre.
La fermentazione s’effettua in vasche d’acciaio con una macerazione di una decina di giorni, il vino s’affina poi, sempre in acciaio sulle fecce fini, segue un anno in bottiglia prima della commercializzazione.
Si tratta del vino più prodotto, con circa 10.000 bottiglie/anno.

Colore tra il rubino ed il prugna.
Intenso al naso dove presenta sentori di frutta a bacca scura e di ciliegia selvatica.
Succoso, fresco e mediamente strutturato, con bella trama tannica, tornano al palato le note leggermente selvatiche unite a sentori d’erbe aromatiche, buona la sua persistenza.

Valle d’Aosta Dop Cornalin 2018
Il Cornalin è un vitigno che era quasi scomparso e che da non molti anni è stato riscoperto, i vigneti di Stefano si trovano a Saint-Pierre e la vendemmia s’effettua a metà ottobre.
Fermentazione ed affinamento del vino si svolgono in vasche d’acciaio, segue una sosta di circa sei mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
Tra le 6.000 e le 7.000 le bottiglie prodotte annualmente.

Color granato di discreta profondità tendente al prugna secca.
Intenso al naso dove si colgono sentori di frutta rossa, accenni balsamici e leggere note vanigliate.
Discretamente strutturato, succoso, amaricante, con sentori d’erbe aromatiche, lunghissima la sua persistenza.
Un vino decisamente interessante.

Valle d’Aosta Dop Gamay 2020
Le uve provengono dai vigneti situati a Saint-Pierre, la vendemmia s’effettua nella prima metà del mese d’ottobre.
La fermentazione s’effettua in vasche d’acciaio utilizzando unicamente il mosto fiore, il vino s’affina quindi per qualche mese sulle proprie fecce fini sempre in vasche d’acciaio.
Sono 3.500 le bottiglie prodotte.

Color granato-rubino di discreta intensità.
Intenso al naso dove percepiamo sentori di frutta rossa fresca, leggeri accenni aromatici e note floreali di violetta e rose.
Fresco, sapido e succoso, con accenni aromatici e leggere note piccanti che rimandano al pepe, buone sia la vena acida come la persistenza.

Valle d’Aosta Dop Syrah 2017
Prodotto con uve provenienti dai vigneti situati a Saint-Pierre ad oltre 800 metri d’altitudine con esposizione in pieno Sud, il suolo è roccioso con presenza di granito friabile.
La vendemmia s’effettua a fine ottobre, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio mentre l’affinamento avviene in tonneaux dove il vino rimane per circa un anno.
Circa 4.500 le bottiglie prodotte ogni anno.

Rubino luminoso di buona intensità.
Intenso al naso, pepato e balsamico, frutta rossa matura, ciliegia e prugna.
Dotato di buona struttura, con bella trama tannica, piccante, pepato, sentori di ciliegia selvatica e leggere note aromatiche, lunga la sua persistenza.
Notevole.

Torrette Superiore

La verticale del Valle d’Aosta Aop Torrette Superiore Dop
Per concludere Stefano ci ha proposto una verticale di quattro annate di Torrette Superiore -vino del quale produce annualmente circa 3.500 bottiglie- per dimostrare la tenuta nel tempo di questo vino.
Le annate proposte sono state 2020 (attualmente in commercio), 2016 e 2013 mentre della quarta non ci è stata fornita l’annata che si è poi rivelata essere la 2006.

Il vino è frutto di un blend tra 90% Petite Rouge e 10% Vien de Nus provenienti da vigneti situati a Saint Pierre, la vendemmia si svolge nell’ultima settimana del mese di ottobre, la fermentazione avviene in vasche d’acciaio, il vino viene poi posto in botti di legno dove si svolge la malolattica e dove s’affina per circa un anno, seguono quindi alcuni mesi di sosta in bottiglia.

2020 – Colore tra il rubino ed il ciliegia di discreta intensità.
Intenso al naso dove si colgono sentori di ciliegia selvatica.
Fresco, mediamente strutturato, tannino leggermente rugoso, sentori di ciliegia selvatica, discreta la sua persistenza.
Un vino molto giovane e che al momento non esprime ancora tutte le sue potenzialità.

2016 – Color granato di media intensità.
Note balsamiche al naso, frutta rossa matura, ciliegia, buona la sua eleganza.
Fresco e succoso, con buona vena acida, sentori di ciliegia, lunga la sua persistenza.
Vino che s’esprime molto bene, soprattutto al naso.

Il castello

2013 – Dopo aver cambiato la prima bottiglia che presentava un tannino polveroso ed un poco asciugante, dovuto alla non perfetta tenuta del tappo, la seconda bottiglia, frutto di un’annata caldissima e siccitosa, ci ha fornito il miglior vino di questa batteria.
Color rubino, ancora vivo e brillante.
Bel naso, fresco, elegante, balsamico, con sentori d’erbe aromatiche.
Fresco e succoso al palato, sapido, con bella trama tannica, presenta un bel frutto rosso ed una lunga persistenza.

2006 – I quasi vent’anni di questo vino si colgono già alla vista che presenta un color granato con unghia tendente all’aranciato.
Media la sua intensità olfattiva, i sentori sono ovviamente di natura terziaria e ricordano le radici, il sottobosco, la liquirizia.
Discreta la sua struttura, buone sia la trama tannica che la persistenza che chiude su sentori di radici.
Un vino ancora perfettamente vivo nonostante l’età e che ha dimostrato la longevità del Torrette.

Oltre che azienda produttrice di vino La Source è anche agriturismo con sette camere ed un ristorante della cui cucina si occupa direttamente Stefano.
Lorenzo Colombo