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Rustio 2021, il nuovo vino di Marco Capitoni

Conosciamo Marco Capitoni e la moglie Antonella da almeno una quindicina d’anni (forse di più) ed ogni volta che passiamo a trovarli -l’ultima volta è stata qualche giorno dopo ferragosto- ci attende una sorpresa, e più volte abbiamo scritto, anche recentemente, in merito ai vini da lui prodotti (vedi qui e qui).

In realtà questa volta le sorprese sono state due, ovvero due vini nuovi che s’aggiungono al Frasi, al Capitoni, al Troccolone ed all’Igt Passito “Ta“.

In quest’articolo però scriveremo solamente in merito ad uno dei due, lasciando l’altro per una prossima occasione.

Il vino in questione è l’Orcia Doc “Rustio” del quale Marco scrive “un vino (integrale) con richiami diretti alle vinificazioni del passato che si sommano alle conoscenze enologiche di cui oggi disponiamo”.

Ma di cosa si tratta?

Innanzitutto le uve, ovvero Sangiovese in purezza, selezionate da un vigneto di mezzo ettaro di superficie, situato a 464 metri d’altitudine su suolo composto da sabbie ed argille d’origine marina.
Il sistema d’allevamento è a Cordone speronato, con densità di 5.000 ceppi/ettaro, la vendemmia è stata effettuata nella seconda settimana di settembre ed il vino è stato imbottigliato il 17 novembre 2022.
Di questa prima “prova” ne sono state prodotte unicamente 266 bottiglie.

Ma veniamo alla particolarità di questo vino iniziando dalla scelta delle uve che in realtà è una scelta di “acini”, infatti, dopo la diraspatura, vengono selezionati unicamente quelli che hanno raggiunto una giusta maturazione, dopo di che vengono pigiati in maniera molto soffice.
La diraspatura viene però effettuata unicamente s’una parte dell’uva, poiché parte dei grappoli vengono vinificati interi, ovvero anche con la presenza dei graspi.

Sia la fermentazione alcolica, come pure la malolattica, avvengono spontaneamente, ovvero senza aggiunta di lieviti né di batteri.
La vinificazione avviene in barrique, dove il mosto (e poi il vino) rimane per lungo tempo a contatto con le vinacce; tutti i fenomeni avvengono senza aggiunta di solfiti né di antiossidanti, la protezione del vino è affidata unicamente a vinaccioli, raspi e fecce.

Operazione questa alquanto rischiosa.

Dopo la svinatura, effettuata nel mese di luglio, il vino viene posto in damigiana dove prosegue il suo affinamento, non vengono effettuate né filtrazioni né chiarifiche e l’illimpidimento avviene naturalmente per decantazione.

Infine a novembre il vino è stato imbottigliato e qui continua il suo affinamento.

Ma com’è questo vino che abbiamo assaggiato in due occasioni, ovvero durante la nostra visita in azienda, e poi, con più calma a casa.

Bello il colore, rubino trasparente e luminoso di discreta intensità.
Intenso e pulito al naso, dove si colgono sentori di frutta rossa matura, ciliegia, frutti di bosco, note calde, humus, accenni di castagne e leggere note selvatiche, vi troviamo inoltre accenni di spezie dolci, vaniglia, cannella, chiodi di garofano dati dall’uso della barrique e una leggera spruzzata di pepe.
Alla bocca troviamo un vino fresco, asciutto, con tannino ruspante, un poco verde e quasi graffiante, buona la sua vena acida, presenta leggere note vegetali, tornano inoltre le note speziate, buona la persistenza.
Lorenzo Colombo