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AMOS, la versione fresca (e bianca) di Soma

Nata nel 1900, ad opera di 42 soci, la Cantina di Cortaccia (Kurtatsch Kellerei) ne conta ora 190, per una superficie vitata di altrettanti ettari (una media di un ettaro a socio) collocati in maggior parte (85%) nel territorio del comune di Cortaccia, tra i 220 ed i 900 metri d’altitudine.
Suoli diversi per vitigni diversi, come d’altra parte è ben sintetizzato dallo slogan aziendale “Zona per zona. Vino per vino”.
Quindi, su suoli calcarei, ciottolosi e sabbiosi, alle altitudini più elevate, troviamo i vitigni a bacca bianca: Pinot Bianco, Chardonnay, Pinot Grigio, Müller Thurgau, Sauvignon, Moscato giallo e Bronner, su quelli argillosi sono situati Merlot, Lagrein, Schiava e Gewürztraminer, mentre Cabernet e Chardonnay sono coltivati su terreni ciottolosi con presenza di calcare e argilla.
A numerosi vitigni corrispondono numerosi vini, suddivisi in due linee, la “Selection” frutto di vigneti con basse rese e la “Terroir” dove spesso i nomi dei vini derivano dalle località di provenienza delle uve.

Pochi giorni prima del Vinitaly siamo stati invitati alla presentazione del loro ultimo nato, si tratta dell’Alto Adige Bianco Doc “AMOS”, un vino frutto di una cuvée assai particolare che prevede l’utilizzo di numerosi vitigni provenienti dai vigneti più alti di Cortaccia (tra i 600 ed i quasi 900 metri).
Il nome non è altro che il rovescio di SOMA, il vino rosso da taglio bordolese (Merlot e Cabernet sauvignon), del quale è il contraltare bianco (anche l’etichetta è la medesima, cambiano unicamente i colori).

Il vino, frutto dell’annata 2015, in quest’occasione (non è detto che sarà sempre così) è composto da circa 40% di Pinot bianco, 30% tra Chardonnay e Pinot grigio, 15 % di Kerner e 15% tra Müller Thurgau e Sauvignon.
La fermentazione avviene in acciaio mentre l’affinamento su svolge in botti da sessanta ettolitri per un periodo di quattordici mesi sulle proprie fecce fini.

Il vino di presenta con un color paglierino luminoso, discretamente intenso al naso, elegante, dove si colgono accenni balsamici e leggere note aromatiche. Strutturato, ma non pesante, al palato, sapido dotato di una fresca vena acida, presenta sentori di nocciola e leggere note amaricanti sul fin di bocca.

Prima dell’AMOS ci sono stati però serviti tre vini da monovitigno, appartenenti alla linea “Terroir”, provenienti dagli stessi vigneti dai quali si ricavano le uve utilizzate per l’AMOS e naturalmente della stessa annata, questo per farci sentire appieno cosa possano dare queste uve vinificate in purezza.

Abbiamo così potuto degustare:

Alto Adige Pinot Bianco Doc “Hofstatt” 2015
Le uve provengono da vigneti siti a Hofstatt, frazione di Cortaccia, ad altitudini tra i 500 ed i 650 metri, su suoli ghiaiosi-argillosi; la fermentazione avviene in acciaio mentre l’affinamento in botti di legno.
Il colore è paglierino-verdolino luminoso; intenso e fresco al naso pulito, dotato di buona alcolicità, fruttato-floreale, si colgono sentori di pesca bianca, leggere note minerali ed accenni di vaniglia.
Strutturato, morbido, sapido, presenta sentori di frutto giallo maturo, pesca, frutti tropicali, accenni di legno e leggere note tanniche, chiude leggermente amaricante con discreta persistenza.

Alto Adige Müller Thurgau Doc “Graun” 2015
Graun (Corona in italiano) è una frazione di Cortaccia e qui, tra gli 800 ed i 900 metri d’altitudine, su suoli ghiaiosi, sabbiosi ed argillosi, si trovano i vigneti che forniscono le uve per questo vino. Vinificazione ed affinamento sui lieviti avvengono in acciaio.
Il colore è verdolino scarico; intenso e pulito al naso dove si colgono sentori di mela e piacevoli note aromatiche.
Fresco al palato, alcolico, fruttato, con leggere note vegetali ed accenni tannici.

Alto Adige Sauvignon Doc “Kofl” 2015
Kofl è il nome della località dalla quale provengono le uve per questo Sauvignon, siamo sempre nel comune di Cortaccia, tra i 500 ed i 600 metri d’altitudine, i suoli sono sabbiosi-argillosi, calcarei.
La fermentazione avviene in acciaio mentre l’affinamento in grandi botti sui lieviti fini.
Pur non essendo dei grandi amanti del Sauvignon, dobbiamo ammettere che questo è il vino che maggiormente abbiamo apprezzato in questa degustazione; dal color paglierino scarico, tipici del vitigno i sentori olfattivi, si colgono note di sedano, di foglia di pomodoro e soprattutto di pompelmo rosa, intenso, pulito, elegante. Dotato di buona struttura, al palato ritroviamo le note caratteristiche del vitigno senza però gli eccessi che a volta presenta, morbido e sapido, di buona eleganza e lunga persistenza.
Lorenzo Colombo

 

 
pubblicato in origine su www.vinealia.org