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Castello di Grumello, rinnovamento nel segno della continuità

Dopo settant’anni la Tenuta Castello di Grumello ha cambiato proprietà.

Antica dimora medioevale che fu anche residenza di Bartolomeo Colleoni, nel 1700 fu trasformata in residenza e d’allora è passata attraverso numerosi nobili proprietari sino ad arrivare ai Gonzaga che nella seconda metà dell’Ottocento importarono dalla Francia il Cabernet sauvignon, chiamato comunemente dai contadini locali Burdunì.
Nel 1953 la tenuta fu acquistata dalla famiglia Kettlitz Reschigna la quale ha affidato la gestione agronomica ed enologica a Carlo Zadra che successivamente ha passato il testimone al figlio Paolo.
Infine lo scorso hanno la tenuta è stata acquistata da Angelo e Daniel Gotti,  proprietari dell’azienda KasK.

La gestione tecnica non è cambiata, quello che è cambiato per ora è la grafica delle etichette decisamente più moderne ed il nome di alcuni vini, inoltre sono stati messi a catalogo due nuovi vini uno prodotto con vitigni PIWI e l’altro che prende il nome con il quale era conosciuto in loco il Cabernet sauvignon, ovvero Burdunì.

L’azienda, situata a Grumello del Monte, dispone di 35 ettari, 15 dei quali vitati.

Durante la nostra visita in azienda, nel mese d’ottobre, abbiamo potuto assaggiare alcuni vini, eccoli:

 – Vino Bianco “Le Noci” 2021
Viene prodotto da vitigni PIWI, e precisamente la sua composizione è data da 80% Bronner e 20% Johanniter, le uve provengono da mezzo ettaro di vigna situata tra i 200 ed i 300 metri d’altitudine su suoli marnosi-calcarei, l’esposizione è Sud, Sud-Ovest ed il sistema d’allevamento è a Cordone speronato con densità di 5.000 ceppi/ha.
Fermentazione in vasche d’acciaio con lieviti autoctoni, maturazione sulle fecce fini per nove mesi, tre mesi di sosta in bottiglia.
1.000 le bottiglie prodotte.

A proposito dei vitigni PIWI (vitigni tolleranti alle malattie fungine) pare che in zona, in un’annata come la 2023, con maggio e giugno estremamente piovosi, siano stati necessari solamente due trattamenti, contro i 25 effettuati nei vigneti gestiti in biologico.

Il colore è paglierino luminoso.
Fruttato al naso, di buona intensità, vi cogliamo sentori di frutta a polpa bianca ed accenni d’agrumi.
Intenso e sapido al palato, succoso, bel frutto, pesca bianca, leggere note vegetali ed accenni mielati, buona la sua vena acida e lunga la persistenza.
Vino molto interessante.

 – Valcalepio Rosso “VR18” 2018
Merlot e Cabernet sauvignon in parti uguali provenienti da vigneti situati tra i 200 ed i 300 metri d’altitudine su suoli marnosi-calcarei, l’esposizione è Sud, Sud-Ovest ed il sistema d’allevamento è a Cordone speronato con densità di 5.000 ceppi/ha.
Vinificazione in vasche d’acciaio con macerazione di sei giorni, sei i mesi d’affinamento in botte grande ed in cemento, sosta in bottiglie per qualche mese.

Color granato-rubino, luminoso e trasparente.
Buona l’intensità olfattiva, frutta rossa leggermente selvatica, accenni balsamici.
Mediamente strutturato, succoso, sapido, frutta a polpa rossa, vanigliato, legno dolce, accenni di caffè, lunga la sua persistenza.
L’abbiamo trovato più completo rispetto al nostro precedente assaggio avvenuto nel mese di marzo quando il vino non era ancora in commercio. (vedi).

 – Igt Bergamasca Rosso “Burdunì” 2018
80% Cabernet sauvignon, 20% Merlot, provenienti da vigneti situati tra i 200 ed i 300 metri d’altitudine su suoli marnosi-calcarei, l’esposizione è Sud, Sud-Ovest ed il sistema d’allevamento è a Cordone speronato con densità di 5.500 ceppi/ha.
Fermentazione in vasche d’acciaio con macerazione sulle bucce di 15 giorni, affinamento in barrique per 12 mesi, riposo in bottiglia per 3-5 mesi.
12.300 le bottiglie prodotte.

Color rubino-granato di media intensità.
Mediamente intenso al naso, note scure, frutta a bacca scura matura, note vanigliate, legno ancora percepibile.
Strutturato, asciutto e succoso, frutta matura, prugna, sentori di vaniglia, liquirizia dolce, legno dolce, leggeri accenni piccanti, lunga la sua persistenza.
Ottimo prodotto.
Lorenzo Colombo