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I vini rosa dei Vignaioli di Montagna

Domenica 13 e lunedì 14 marzo si è tenuto a Milano un evento organizzato dall’associazione Vignaioli di Montagna in collaborazione con il Trento Film Festival.
Dell’associazione dei Vignaioli di Montagna avevamo scritto circa un anno fa in occasione di un incontro in videoconferenza durante il quale avevamo avuto l’opportunità di assaggiare alcuni dei loro vini, vi rimandiamo quindi a quell’articolo per conoscere meglio la loro realtà (vedi).

Tornando a Milano, nella giornata di domenica 50 vignaioli, 25 trentini ed altrettanti altoatesini hanno presentato i lori vini ad un folto pubblico d’appassionati, mentre la giornata del lunedì era invece dedicata esclusivamente a tre Masterclass, la prima dedicata ai vini bianchi, la seconda a quelli rosa e l’ultima ai rossi.
Noi abbiamo seguito le ultime due e, in quest’articolo andremo a soffermarci a quella dedicata ai vini rosa.

I vini rosa
Dopo anni di incomprensione, sia da parte del pubblico di consumatori come in buona parte di quello degli addetti ai lavori, da qualche tempo a questa parte i vini rosa stanno riscuotendo un notevole interesse ed un altrettanto notevole successo su molti mercati.
Il loro consumo nel mondo, soprattutto in alcuni paesi, è in netto aumento ed i produttori si stanno sforzando (anche quelli che non hanno mai creduto e a volte ancora non credono in questa tipologia di vini) di soddisfare questo mercato in continua crescita.

Il paese leader del mercato, sia per quanto riguarda la loro produzione, come pure per il consumo è da sempre la Francia, qui infatti si produce poco meno del 30% dei vini rosa del mondo e se ne consuma oltre un terzo.
L’Italia è il quarto produttore di vini rosati (se ne produce circa il 10% del totale mondiale) e viene dopo la già citata Francia, gli Stati Uniti (17%) e la Spagna (15%).
Per quanto riguarda i consumi invece l’Italia è piuttosto indietro rispetto al altri paesi, fermandosi solamente al 5% rispetto al totale del vino consumato.

La degustazione
Nove i vini degustati, eccoli in ordine si servizio:

Pojer e Sandri – Zero Infinito Cremisi
Prodotto con vitigni (non specificati) della famiglia dei PIWI, provenienti da vigneti situati in alta Val di Cembra, tra gli 800 ed i 900 metri d’altitudine su suoli porfirici d’origine vulcanica, l’esposizione è Sud, Sud-Ovest ed il sistema d’allevamento è a Guyot con densità di 6.200 ceppi/ettaro. La resa è di 80-90 q.li/ettaro.
Di tratta di un vino frizzante prodotto col metodo ancestrale ed i produttori consigliano due modalità d’utilizzo, decantandolo in caraffa in m odo da far sedimentare il fondo di lieviti, oppure agitando la bottiglia prima di servirlo.
La modalità utilizzata per la nostra degustazione è stata quest’ultima.

Zero Infinito Cremisi Ancestrale

Di primo acchito questo vino spiazza già alla vista, nessun accenno di limpidezza, non si può parlare nemmeno di opalescenza o di velatura, qui siamo infatti in netta torbidità.
Anche il colore spiazza, ci ricorda infatti più che un vino un succo di fragola o d’anguria.
Al naso, mediamente intenso, sono netti i sentori di succo di fragola, di lampone, d’uva, che anche in questo caso rimandano più ad un succo di frutta che non ad un vino, ma d’altra parte cos’è un vino, se non un succo d’uva fermentato?
Cremoso e sapido al palato, succosissimo, con una frizzantezza delicata ed una consistenza quasi granulosa, agrumato, emerge deciso il sentore di succo di fragola.
Un vino assai difficile da classificare, estremamente particolare e curioso e… assolutamente da provare.

Sfumature di rosa

Agricola MOS – Para se 2020
Una Schiava vinificata in rosa da uve provenienti dalla Val di Cembra.
I vigneti si trovano a 600 metri d’altitudine su suolo porfirico, sono allevati a Pergola trentina semplice e sono esposti a Sud-Ovest, la resa è di 90 ettolitri/ettaro.
La vinificazione prevede una macerazione di due giorni sulle bucce.

Color granatina luminoso, di buona intensità.
Discretamente intenso al naso dove presenta sentori di radici di rabarbaro, fiori appassiti e piccoli frutti di bosco macerati.
Dotato di buona struttura, sapido, vi cogliamo erbe secche di montagna, erbe officinali, sentori di radici, piacevolmente amaricante la sua lunghissima persistenza.

Sfumature di rosa

De Vescovi – Teroldego Rotaliano Kretzer 2020
Le uve per la produzione di questo vino provengono dalla Piana Rotaliana -luogo principe per il vitigno Teroldego- i vigneti sono collocati a 220 metri d’altitudine su suolo d’origine alluvionale, sabbioso e limoso con notevole presenza di ciottoli, il sistema d’allevamento è a pergola doppia e l’età delle viti è di 20 e 30 anni.
La vinificazione si svolge in vasche di cemento, senza macerazione, mentre l’affinamento s’effettua per metà in vasche d’acciaio e per l’altra metà in tonneaux, dove il vino sosta per quattro mesi prima dell’assemblaggio.
Se ne producono 3.000-4.000 bottiglie/anno.

Luminoso il colore, tra il granato scarico ed il rosa antico.
Buona la sua intensità olfattiva, ampio il suo spettro, si colgono fiori rossi, piccoli frutti rossi erbe secche, fieno di montagna.
Fresco e sapido al palato, succoso agrumato, con un bel frutto (piccoli frutti di bosco freschi), lunga la sua persistenza. Bel vino.

Sfumature di rosa

Zeni – Vigneti delle Dolomiti Igt “Legiare” 2020 (Rossara)
La Rossara è un vitigno da sempre coltivato nella zona del Campo Rotaliano, abbandonato come altre varietà considerate (a torto) minori negli ultimi trent’anni tanto che attualmente ne sono censiti unicamente otto ettari.
I circa due ettari di vecchio vigneto dal quale si ricavano le uve per la produzione di questo vino si trovano nel comune di Mezzolombardo, in località Giare (da cui il nome) a 450 metri d’altitudine, esposto a Sud-Ovest con una pendenza che sfiora il 50% è allevato a Guyot con densità di 5.000 ceppi/ettaro.
Le uve sono vinificate in rosso con macerazione sulle bucce per una settimana.

Color cerasuolo di buona intensità, ricorda una ciliegia.
La stessa ciliegia matura ed un poco macerata ritroviamo al naso, discretamente intenso e leggermente speziato.
Strutturato e succoso, presenta leggeri accenni tannici ed una nota speziata, nuovamente si coglie la ciliegia, buona la sua persistenza.

Sfumature di rosa

Larcherhof – Alto Adige Doc Lagrein Kretzer 2020  
Le uve provengono dalle zone di Rencio-Santa Maddalena.

Color granatina di buona intensità con tonalità leggermente aranciate e ramate.
Al naso ci pare di cogliere qualcosa d’anomalo, probabilmente dovuto al tappo, anche se non si può parlare di vero e proprio sentore di tappo.
Ragione per cui non continuiamo nella descrizione del vino.  Peccato.

Weinhof Kobler – Alto Adige Doc Rosato Merlot “Kotzner” 2020
Il vigneto per la produzione di questo vino è situato a 223 metri d’altitudine su suolo sabbioso-argilloso costituito da detriti dolomitici. Messo a dimora nel 1980 è condotto a Pergola semplice con densità di.3.300 ceppi/ettaro.
Fermentazione e maturazione si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sulle proprie fecce fini.
Se ne producono meno di 1.500 bottiglie/anno.

Color granato-rubino luminoso, di buona intensità.
Molto intenso al naso dove cogliamo fiori rossi, piccoli frutti di bosco macerati e ciliegia matura.
Dotato di buona struttura, succoso, frutto rosso, arancio maturo, accenni piccanti di zenzero, bella la vena acida e lunga la persistenza.

Eichenstein – Igt Mitterberg Rosé Carina 2020
Prodotto con uva Schiava provenienti da un singolo vigneto situato a Marlengo, messo a dimora nel 2001 su suoli ricchi di minerali a 300 metri d’altitudine.
Vinificazione ed affinamento si svolgono in vasche d’acciaio.

Color rosa antico di media intensità, luminoso, un mix tra color cipria e buccia di cipolla ramata.
Intenso al naso dove cogliamo sentori d’erbe officinali, fieno, tabacco dolce ed accenni di piccoli frutti rossi e d’agrumi.
Dotato di buona intensità e bella vena acida, sapido e succoso, discretamente strutturato, vi ritroviamo i frutti di bosco, lunga la sua persistenza.

Plonerhof – Vino Rosso Dolce “Rosea” (Moscato rosa)
Il Moscato rosa è un vitigno che vanta una ridottissima superficie vitata, in Alto Adige se ne contano solamente otto ettari. Il vitigno parrebbe essere giunto in Alto Adige 125 anni fa, proveniente dalla Sicilia.
Il vigneto per la produzione di questo vino è situato a Marlengo, su suolo sabbioso e limoso derivato da scheletro di granito, il sistema d’allevamento è a spalliera con densità di 7.000 ceppi/ettaro.
L’uva viene pigiata dopo un lungo appassimento e la fermentazione del mosto è assai lenta.

Color rubino-granato intenso.
Intenso ed aromatico al naso, fiori rossi maturi, accenni di rose, leggere note pungenti d’incenso e zenzero, frutti rossi canditi.
Morbido al palato, dolce senz’essere stucchevole, frutta rossa candita, accenni piccanti ed un poco pungenti, lunghissima la sua persistenza.

Eredi di Cobelli Aldo – Igt Vigneti delle Dolomiti Schiava 2016
I vigneti si trovano a Sorni di Lavis su suoli gessosi e sono condotti in regime biodinamico.
La fermentazione avviene tramite lieviti indigeni.

Color granato scarico.
Mediamente intenso al naso dove presenta sentori d’erbe secche di montagna.
Asciutto, tannico, di media struttura e discreta persistenza.
Lorenzo Colombo