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Il Vino Santo di Cantina di Toblino

Il Vino Santo Trentino si discosta da tutti gli altri Vin Santi prodotti in diverse regioni d’Italia già dal nome, quella “o” (Vino) che gli altri Vin Santi non posseggono è già un segno di distinzione.

Poi c’è il vitigno, la Nosiola, presente ormai unicamente (in pochi ettari purtroppo) in Trentino, nella Valle dei Laghi, quella valle situata lungo il tratto finale del fiume Sarca costellata da una serie di piccoli laghi: Lamar, Santo, Terlago, Santa Massenza, Cavedine, Lagolo, Toblino.

Qui il suolo è asciutto, ricco di ghiaia ed il clima è fortemente influenzato da due venti, l’Ora del Garda, che soffia da mezzogiorno in poi da sud a nord e quello proveniente dalla Dolomiti del Brenta.
Questo favorisce l’appassimento delle uve che, stese sulle arèle, i tradizionali graticci, spesso si spinge sino al periodo pasquale, riducendo drasticamente il peso delle uve e concentrandone zuccheri ed aromi, amplificati quest’ultimi dall’intervento della Botritis Cinerea, la muffa nobile che sovente colpisce i grappoli.

Nosiola – foto tratta dal sito www.hallotaste.it

Sei mesi d’appassimento sono molto lunghi, di conseguenza il mosto che si ricava da questi grappoli è assai limitato, 10-12 litri per un quintale d’uva, questo, unitamente all’alta concentrazione zuccherina (si superano tranquillamente i 400 gr/litro con punte di 470 gr/litro) fa sì che le fermentazioni, che si svolgono in piccole botti di rovere, siano assai lente.
Anche l’affinamento del vino è molto lungo e sovente si protrae anche per una decina d’anni, alla fine dei quali il residuo zuccherino del vino s’attesta sui 160 gr/litro, ben bilanciato comunque dalla spiccata vena acida che ne smorza la dolcezza percepita.
La longevità di questi vini è proverbiale e supera tranquillamente diverse decine d’anni senza nessuna compromissione organolettica.

Il Vino Santo Trentino viene ormai prodotto da un pugno di viticoltori che in totale commercializzano 25.000 (mezze) bottiglie all’anno.
Tra le aziende che ancora producono questo vino c’è la Cantina di Toblino, i cui conferitori producono oltre il 50% di tutta la Nosiola trentina.

La Cantina di Toblino – foto tratta dal sito www.tastetrentino.it

La Cantina di Toblino nasce nel 1960 dall’unione di un gruppo di viticoltori della Valle dei Laghi ed effetta la prima vendemmia nel 1964.
Nel corso degli anni s’è notevolmente ingrandita e strutturata ed attualmente è composta da due diverse unità: l’Azienda Agricola Toblino Srl che gestisce in regime biologico 40 ettari di vigneti dell’Antica Mensa Vescovile e la Cantina di Toblino che vinifica le uve provenienti dagli 850 ettari di vigna di proprietà degli oltre 600 soci viticoltori.

Durante lo scorso Vinitaly non ci siamo quindi lasciati scappare una degustazione verticale del loro Vino Santo, che s’è spinta sino all’annata 1981.

Ecco le nostre impressioni:

 – 2005 – Color giallo dorato tendente all’ambrato, luminoso.
Intenso al naso dove presenta sentori di frutta secca, caramella all’orzo, zucchero caramellato.
Strutturato, piccantino, vi ritroviamo la frutta secca unita a note di albicocca disidratata, lunghissima la sua persistenza.

2000 – Color ambrato luminoso.
Meno intenso del precedente, frutta tropicale disidratata, caramella al rabarbaro.
Strutturato, piccante, leggermente pungente, sentori di rabarbaro, meno persistente del precedente vino.

1995 – Ambrato luminoso.
Intenso, elegante, balsamico, sentori di caramella all’orzo.
Morbido e piccante, zucchero caramellato, caramella all’orzo, lunga la persistenza.

1981 – Color topazio, più scuro dei precedenti vini.
Intenso al naso dove si percepiscono sentori di radici.
Radici anche alla bocca, più amarognolo rispetto agli altri vini.
Lorenzo Colombo

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