InvecchiatIGP: Poggio ai Chiari 2004 – Colle Santa Mustiola

Fabio Cenni e moglie credit corriere fiorentino
Se parliamo di sangiovese toscano inevitabilmente la nostra mente enoica si dirige verso importanti e storiche denominazioni come il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano proseguendo il suo viaggio verso la zona del Chianti, con le sue mille sfaccettature, e il Morellino di Scansano.
Nessuno, o quasi, indicherebbe la terra dove gli Etruschi, abili viticoltori, raggiunsero i propri splendori fondando “Clevsin”, l’attuale Chiusi, una zona altamente vocata per la coltivazione del sangiovese che grazie a Fabio Cenni, attuale proprietario e fondatore di Santa Mustiola, sta acquisendo nuova luce ritrovando, per certi versi, i fasti di un passato troppo lontano.
Il colore del Poggio ai Chiari, se questo può avere una valenza qualitativa, non è affatto di vino di 22 anni di età, è ancora rosso rubino e, ciò che per me è importante, è ancora luminoso così come smaglianti e complessi sono i profumi che fuoriescono dal bicchiere.
Il sipario olfattivo, diretto, preciso e che grida sangiovese, è disposto su note di pot-pourri, ciliegie in confettura, melograno, tabacco da pipa, legno di cedro, rabarbaro, ginepro e idee salmastre.
All’assaggio di conferme un vino ancora assolutamente integro e dinamico che rivela una silhouette di pregiata fattura dove un abbrivo succulento e quasi mediterraneo condivide la scena con tannini assolutamente maturi incalzati da vibrante freschezza. Netta, inoltre, la percezione sapida che amplifica il ricordo dell’assaggio che rimane impresso nella memoria gustativa per minuti.
Nota tecnica: il vino viene vinificato attraverso l’uso di lieviti spontanei ed affina 66 mesi in barrique di rovere francese e parte in botti di rovere di slovenia da 20/30 hl. Successivo affinamento in bottiglia per minimo 24 mesi prima dell’immissione in commercio.
Andrea Petrini