Montauto: Sauvignon blanc e Pinot noir in Maremma
Se si pensa a vitigni quali il Pinot noir ed il Sauvignon blanc crediamo che a nessun appassionato di vino venga in mente la Maremma.
Eppure è proprio quest’ultimo vitigno che Enos (nonno di Riccardo Lepri) mise a dimora, nei lontani anni Sessanta a Manciano, in provincia di Grosseto, zona conosciuta per la produzione di Morellino di Scansano, dove il vitigno principe è il Sangiovese.
Circa quarant’anni dopo, siamo nel 2000, Riccardo, nipote di Enos, appena laureatosi in Economia e Commercio, decide di ritornare alla terra, dedicandosi al vino.
Il nonno però vuole verificare se trattasi di passione passeggera o di vera vocazione e quindi per un anno intero lo sottopone ad un rigoroso e duro apprendistato che Riccardo supera brillantemente e nel 2005 esce finalmente il primo vino da lui prodotto, per l’appunto un Sauvignon.
Attualmente la Tenuta Montauto si sviluppa su 200 ettari, 14 dei quali vitati, otto ad oliveto ed una quarantina a seminativo, mentre la parte rimanente è coperta da boschi.
I vigneti hanno un’età variabile dai 15 ai 40 anni, sono condotti parte a Cordone speronato e parte a Guyot, il suolo sul quale si trovano è argilloso, ricco di ferro, con quarzi e ardesia, la ventilazione proveniente dal Mar Tirreno, non molto distante, permette di limitare al minimo i trattamenti in vigna dove non s’utilizzano diserbanti e pesticidi.
I vitigni coltivati sono Sauvignon Blanc, Pinot Nero, Vermentino, Sangiovese, Ciliegiolo, la gestione enologica è affidata a Fabrizio Moltard e le bottiglie prodotte annualmente sono circa 100.000 suddivise su otto etichette di vino, tre bianchi, due rossi, un rosato, uno spumante Metodo Classico ed un Vermouth.
Curiosamente il Sangiovese viene utilizzato unicamente per la produzione del vino rosa e del Metodo Classico, mentre il Vermentino, oltre che a produrre un Toscana Igt, costituisce anche la base per il Vermouth.
Tutte le lavorazioni, sia in vigna che in cantina rispettano il disciplinare del biologico ed i vini, oltre che essere BIO sono anche vegani.
Sia le uve, come tutta l’attrezzatura di cantina vengono sanificate tramite l’utilizzo di ozono, tecnologia quest’ultima sviluppata con l’ausilio dell’Università della Tuscia.
L’azienda ha ottenuto la certificazione “Verde Dentro” che attesta l’utilizzo di energia elettrica unicamente da fonti rinnovabili.
L’azienda inoltre gestisce sia un agriturismo, Le Cascatelle, nei pressi delle Terme di Saturnia e l’Horse Country Hotel Pietriccio Rosso a Manciano.
La degustazione alla quale abbiamo partecipato, svoltasi a Milano a metà novembre, prevedeva l’assaggio di due Sauvignon provenienti da vigneti con differente età e dalle caratteristiche assai diverse tra loro, pur conservando tutte le tipicità del vitigno, sono quindi stati degustati il Maremma Toscana Doc “Gessaia” dell’annata 2021 ed il Maremma Toscana Doc “Enos I”, quest’ultimo in una verticale di tre annate.
Altra verticale è stata dedicata al Pinot nero alla quale sono seguiti un Ciliegiolo ed un Vermouth.
I vini
I Sauvignon:
– Maremma Toscana Doc “Gessaia” 2021
Prodotto con uve provenienti da un vigneto di 10 anni d’età, condotto in regime biologico e situato a 200 metri d’altitudine, il sistema d’allevamento è a Cordone speronato con densità di 4.000 ceppi/ettaro.
La vendemmia s’effettua a fine agosto, le uve vengono poste per una notte in cella frigorifera, dopo la pressatura vengono fermentate in vasche d’acciaio dove poi il vino s’affina.
Color verdolino luminoso.
Mediamente intenso al naso, sentori tipici senza però gli eccessi che a volte denota questo vitigno, note vegetali ed agrumate di pompelmo.
Fresco e sapido, verticale, minerale, con spiccata vena acida, note citrine di lime e pompelmo, lunga la sua persistenza.
Vino fresco ed immediato, assai diverso come stile dall’ Enos I.
– Maremma Toscana Doc “Enos I” – Verticale di tre annate
Le uve, Sauvignon in purezza, provengono da un vigneto di 40 anni d’età situato a 200 metri d’altitudine, viene condotto a Cordone speronato con densità di 3.300 ceppi/ettaro ed è condotto in regime biologico.
Le uve, vendemmiate a fine agosto, vengono poste per una notte in cella frigorifera, dopo la pressatura vengono fermentate in vasche d’acciaio dove poi il vino s’affina.
– 2019 – Color giallo paglierino luminoso di buona intensità.
Discreta l’intensità olfattiva, note tropicali, frutto giallo, accenni vegetali.
Dotato di buona struttura, decisamente sapido, agrumato, pompelmo maturo, frutta a polpa gialla, assai lunga la sua persistenza.
– 2020 – Giallo paglierino, leggermente meno intenso rispetto al precedente.
Bel naso, intenso, sentori di confetto, accenni di mandorle.
Buona la struttura, fresco, sapido e succoso, agrumato, pompelmo, lunga la sua persistenza.
– 2021 – Giallo paglierino tendente al paglia, mediamente intenso.
Intenso al naso, pesca gialla, agrumi, pompelmo.
Buona la sua struttura, intenso, fresco, sapido, leggermente piccante con note di zenzero, agrumato, pompelmo, lunga la persistenza.
Tre vini diversi tra loro, soprattutto il 2020 (che tra l’altro è quello che abbiamo preferito), assai interessante anche il 2019.
I Pinot Nero
– Toscana Igt Pinot Nero – Due le annate in degustazione
Le uve provengono da vigne di 15 anni d’età situate a 200 metri d’altitudine ed allevate a Cordone speronato con densità di 3.300 ceppi/ettaro.
Le uve, vendemmiate a fine agosto, vengono poste per una notte in cella frigorifera, la fermentazione s’effettua in botti di legno mentre l’affinamento si svolge per un anno in barriques in parte nuove ed in parte usate.
– 2020 – Color rubino-granato scarico, trasparente.
Discretamente intenso al naso, pulito, frutta rossa, ciliegia, frutti di bosco selvatici, leggere note balsamiche, un poco magro.
– 2019 – Rubino luminoso e trasparente, mediamente intenso.
Discretamente intenso al naso, frutto rosso più maturo rispetto al precedente vino, ciliegia.
Discretamente strutturato, sapido, asciutto balsamico, di media persistenza.
– Toscana Igt Pinot Nero “Poggio del Crine” 2018
Le uve provengono da vigne di 30 anni situate a 200 metri d’altitudine, prima della fermentazione alcolica le uve vengono poste per una notte in cella frigorifera, l’affinamento si svolge in barriques dove il vino sosta per 10 mesi, segue un’ulteriore sosta in bottiglia di tre anni prima della commercializzazione.
Color rubino-granato di media intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, ciliegia matura, accenni balsamici.
Dotato di buona struttura, sapido, asciutto, tannino leggermente asciugante, buona vena acida, bel frutto, buona la sua persistenza. Più strutturato dei precedenti vini.
S’esprime meglio alla bocca.
Il Ciliegiolo
– Toscana Igt Ciliegiolo “Silio” 2020
I vigneti, di 10 – 15 anni d’età, sono condotti a Cordone speronato con densità di 4.000 ceppi/ettaro, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio dopo che le uve hanno passato una notte in cella frigorifera, mentre l’affinamento s’effettua per l’80% in acciaio e per la parte rimentente in barriques dove il vino sosta per dieci mesi.
Color rubino-purpureo, profondo e luminoso.
Intendo al naso, fruttato, frutta rossa matura, ciliegie, more, note balsamiche e vanigliate.
Dotato di buona struttura e bella trama tannica, succoso, bel frutto rosso, liquirizia dolce, buona la sua persistenza.
Il Vermouth
Il vino base di questo Vermouth è il Vermentino che viene messo in infusione per 30 giorni con assenzio, genziana, camomilla, cardamomo, coriandolo ed erbe quali menta, melissa ed eucalipto.
Dal color ambrato luminoso.
Intenso al naso, presenta sentori di china e genziana.
Fresco e piacevolmente amaricante alla bocca.
Lorenzo Colombo