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Roero days: la Masterclass e il problema dei bicchieri

Lo scorso 3 giugno, presso il Palazzo dei Giureconsulti, in Piazza Mercanti a Milano si è tenuta l’edizione 2024 dei Roero Days, una sessantina di produttori hanno presentato al numeroso pubblico di appassionati, di addetti ai lavori ed alla stampa oltre 500 vini e si sono inoltre tenute due Masterclasses.

Noi non abbiamo degustato (quasi) nulla presso i banchi dei produttori, limitandoci più che altro a scambiare quattro chiacchere e abbiamo riservato l’assaggio alla prima delle Masterclasses guidata da Adua Villa e Paolo Zaccaria che prevedeva due batterie di quattro vini cadauna, ovvero quattro Roero Arneis e altrettanti Roero (rossi).

Prima di passare all’assaggio dei vini volevamo segnale un piccolo problema che abbiamo già rincontrato in altre occasioni ma del quale non riusciamo a capire il motivo, e, se ci fosse qualcuno in grado di spiegarci come questo possa avvenire gli saremmo ben grati.

Il problema sta nei bicchieri.
Ma la cosa strana è che annusandoli da vuoti non si coglie nessun sentore anomalo e, solamente quando vi viene versato il vino -soprattutto se è bianco- queste sensazioni assai sgradevoli emergono, penalizzando di conseguenza il risultato finale dell’assaggio.

Altro piccolo problema riscontrato è dato dalla Metropolitana.
Ovvero il fastidioso e pressoché (quasi) costante rumore, con relative piccole vibrazioni, dato dal passaggio dei treni che scorrono sotto al palazzo (l’evento si è tenuto presso il Palazzo dei Giureconsulti, in Piazza Mercanti, a Milano).

Ma veniamo ai vini

Gli Arneis

 – Tenuta Carretta – Roero Bianco Cayega 2022
Le uve provengono da un vigneto di 21 ettari d’estensione posto a Piobesi d’Alba, fermentazione ed affinamento avvengono in vasche d’acciaio dove il vino riposa sulle fecce per circa sei mesi prima d’essere imbottigliato.
La prima annata di produzione è stata la 2004.

Color paglierino luminoso di media intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, note fruttate di frutta a polpa gialla, fieno, erba secca.
Di discreta struttura, succoso, frutta a polpa gialla, buona la persistenza.

 – Cornarea – Roero Bianco Enritard 2019
Le uve provengono dai vigneti posti sulla collina che dà il nome all’azienda e viene prodotto unicamente nelle migliori annate in soli 3.000 esemplari.
Il suo nome indica il suo imbottigliamento “in ritardo”, infatti viene sottoposto ad un affinamento in vasche d’acciaio per due anni, i primi sei mesi dei quali a contatto coi lieviti.

Giallo paglierino di buona intensità.
Discretamente intenso al naso, frutta a polpa gialla, erbe essiccate.
Buona struttura, succoso, sentori di nespole, frutta secca, chiude con buona persistenza su note d’erbe aromatiche essiccate.

 – Careglio – Roero Bianco 2015
Le uve provengono dal comune di Baldissero d’Alba, il vigneto ha una densità d’impianto di 5.000 ceppi/ha con una resa di 70 q.li/ha.
Fermentazione ed affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino rimane sulle fecce per circa tre mesi con ripetuti batonnages.

Giallo dorato.
Discretamente intenso al naso, frutta gialla leggermente macerata, accenni idrocarburici.
Dotato di buona struttura, succoso, asciutto, erbe officinali, buona la persistenza.

 – Angelo Negro – Roero Bianco 7 Anni 2013
IL vigneto dal quale provengono le uve per la produzione di questo vino si trova a 320 metri d’altitudine su suolo calcareo sabbioso ricco di conchiglie fossili, la sua esposizione è a Sud ed il sistema d’allevamento è a Guyot.
Fermentazione ed affinamento si svolgono in vasche d’acciaio dove il vino sosta sui lieviti per un minimo di sette mesi con ripetuti batonnages.
Il suo affinamento prosegue poi in bottiglia dove rimane per sette anni prima d’essere commercializzato.

Giallo dorato di buona intensità.
Leggere note tostate, ricordi di legno (anche se ha visto solamente acciaio e vetro), verdura.
Strutturato, ritornano i sentori di legno, chiude amaro.
Sarà stato un problema di bottiglia?

I Nebbiolo

 – Cascina Ca’ Rossa – Roero Rosso Riserva Mompissano 2020
Mompissano è una delle 139 MGA del Roero e si trova nel comune di Canale d’Alba, il vigneto, esposto a Sud-Ovest è situato tra i 300 ed i 350 metri d’altitudine su suolo calcareo-argilloso, con bassa percentuale di sabbia ed è condotto a Guyot.
Il vino s’affina in botti di rovere di Slavonia per 24-30 mesi.

Color granato scarico con unghia aranciata.
Bel naso, tipico del vitigno, intenso e pulito, fiori secchi, bel frutto.
Frasco, asciutto, con bella trama tannica e buona vena acida, buona la persistenza.

 – Hilberg – Pasquero – Roero Rosso Riserva Sul Monte 2017
Fermentazione in acciaio con follature manuali, affinamento in legno e cemento.

Profondo il color rubino.
Intenso al naso, balsamico, note surmature, frutta rossa macerata.
Strutturato, asciutto, frutto rosso maturo, Tannino leggermente asciugante.

 – Nino Costa – Roero Rosso Gepin 2013
Il vigneto è situato tra i 200 ed i 300 metri d’altitudine su suolo argilloso-calcareo, l’esposizione è Sud-Ovest ed il sistema d’allevamento è il Guyot.
Fermentazione in vasche d’acciaio a cappello sommerso con macerazione di poco più di una decina di giorni, affinamento per almeno due anni, uno dei quali in botti di rovere di Slavonia, sei mesi in acciaio ed altrettanti in bottiglia.

Granato con unghia aranciata.
Note balsamiche al naso, legno dolce, vaniglia.
Discretamente strutturato, asciutto e succoso, sentori di radici, legno ancora percepibile, discreta la persistenza.

 – Malvirà – Roero Rosso Superiore Trinità 2004
Fermentazione in vasche d’acciaio e affinamento per 24 mesi in botti di rovere e er 12 mesi in bottiglia.

Color granato con unghia aranciata.
Buona la sua intensità olfattiva, frutta rossa macerata, accenni di verdure, erbe aromatiche (ricorda un Vermouth).
Discreta struttura, accenni di verdure, legno. 80

Considerazioni finali: non abbiamo apprezzato molto i due vini più vecchi, ovvero il Roero Bianco 7 Anni 2013 di Angelo Negro ed il Roero Rosso Superiore Trinità 2004 di Malvirà.
Troviamo decisamente interessante assaggiare vini con diversi anni sulle spalle ma siamo sempre più convinti che l’emozione che possono dare sia spesso dovuta semplicemente alla loro vetustà.
Lorenzo Colombo