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Sicilia Doc Tascante “Ghiaia Nera” 2015 – Tasca d’Almerita

La storia della Tasca d’Almerita inizia nel lontano 1830, quando i fratelli Lucio e Carmelo Mastrogiovanni Tasca acquistano 1.200 ettari nella contrada Regaleali, nel Palermitano.
Dieci anni dopo, la moglie di Lucio, Beatrice Lanza, porta in dote Villa Camastra, che diverrà la residenza palermitana dei tasca d’Almerita.
Nei primi anni l’attività dell’azienda è dedicata principalmente all’agricoltura, con produzione di cereali e foraggi, mentre alla viticoltura viene riservata una parte modesta.
Verso la fine del secolo la fillossera arriva in Sicilia ed anche i vigneti dei Tasca ne vengono compromessi irrimediabilmente, viene quindi creato, a Villa Camastra, un vivaio per l’innesto su piede americano.
Dopo il secondo conflitto mondiale e con la riforma agraria la dimensione della tenuta di Regaleali viene ridimensionata, passando dagli originari 1.200 a 500 ettari, nello stesso periodo inizia il rinnovo dei vigneti con la messa a dimora di Nero d’Avola gestito ad alberello.
Nel 1960 viene prodotto il Regaleali Bianco, vino che diverrà un simbolo dell’azienda e dieci anni dopo viene messo in commercio la Riserva del Conte, altro vino iconico.
A metà degli anni Ottanta nasce un altro vino storico, il Nozze d’Oro e nel 1988 il Cabernet Sauvignon San Francesco seguito due anni dopo dal primo Spumante Metodo Classico.
Nel 2001 l’azienda inizia la ricerca di nuovi territori e punta sull’isola di Salina, mentre nel 2007 sbarca sull’Etna, con il progetto Tascante, al quale seguono Mozia, sempre nel 2007 e la Tenuta di Monleale nel 2009.

Attualmente l’azienda dispone di circa 500 ettari a vigneto distribuiti su 5 tenute, per una produzione annuale di oltre 2.700.000 bottiglie.

Un ultima informazione, prima di passare alla descrizione del vino oggetto della nostra degustazione, nel 2018 la Tasca d’Almerita è stata la prima azienda siciliana ad ottenere la certificazione V.I.V.A. relativa alla viticoltura sostenibile.

La Tenuta Tascante

Dopo le prime vinificazioni sperimentali del 2004, nel 2007 si acquistano le prime vigne nelle Contrade Sciaranova e Piano Dario, e nel 2015 anche in Contrada Rampante, tutte sul versante nord del vulcano, tra i 600 ed i 775 metri d’altitudine.
Le uve messe a dimora sono: Chardonnay in Contrada Rampante, Carricante in Contrada Sciaranova e Nerello Mascalese in tutte e quattro le contrade (alla prime tre s’è nel frattempo aggiunta la Contrada Grasà.

Vi si producono due vini bianchi, un Igt Sicilia a base Chardonnay e un Etna Bianco da uve Carricante mentre il Nerello Mascalese dà vita a tre Etna Rosso Doc con il nome delle contrade, ovvero Contrada PianoDario, Contrada Rampante e Contrada Scianuova, l’Etna Rosso Doc Ghiaia Nera, oggetto della nostra degustazione ed un Etna Doc Rosato.

Il vino

Il Tascante “Ghiaia Nera” è un vino che nel corso della sua vita ha visto molti cambiamenti, nato come Sicilia Igt, nel 2012 con il passaggio da Igt a Doc della denominazione Sicilia diventa Sicilia Doc, per poi cambiare nuovamente denominazione nel 2016, quando diventa Etna Rosso Doc, ultimo cambio (perlomeno per ora) è quello dell’etichetta, che da bianca diventa rossa.

Le uve provengono dalla tre contrade Sciaranuova, Piano Dario e Rampante, i vigneti, circondati da boschi di castagno e di roverella, sono stati messi a dimora nel 2004 e nel 2007 e sono situati su terrazzamenti sostenuti da muretti a secco a 600 metri d’altitudine con esposizione Nord su suoli vulcanici, il sistema d’allevamento è a Cordone Speronato con densità di 4.500 ceppi/ettaro.
La resa è di circa 70 q.li/ettaro e la vendemmia si svolge nell’ultima decade d’ottobre.
Dopo la fermentazione alcolica e la malolattica il vino s’affina per un anno in botti di rovere da 25 ettolitri.

Nel bicchiere si presenta con un color granato di discreta intensità.
Al naso si colgono sentori di frutti rossi selvatici, ciliegia matura, accenni balsamici e note mentolate, sbuffi speziati di pepe e cannella.
Fresco ed asciutto alla bocca, con tannini ancora graffianti, succoso, vi ritroviamo i piccoli frutti rossi selvatici, e note speziate, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo

Tasca d’Almerita