Garantito IGP: Savatiano, il vino/vitigno greco che si è “redento” dalla Retsina
La parola greca Σαββατιανό vuol dire Savatiano e, per la cronaca, si legge Savatiano, con l’accento sulla “o” finale. E’ il vitigno greco più antico e più piantato e anche se adesso sappiamo pronunciarlo correttamente sfido chiunque a farmi una presentazione, anche breve, dei vini a base savatiano.

Saviatano
Naturalmente anche io faccio del gruppo, anzi facevo, fino a quando il nostro Haris Papandreou non ha proposto alla redazione di Winesurf una degustazione di vini da questo vitigno.
Visto che da qualche parte bisogna iniziare vi suggerisco una parolina: “Retsina”.
Se vi do ragione per quanto riguarda la bontà della Retsina, sul Savatiano e sulla strada verso la qualità che ha fatto negli ultimi 10-15 anni mi permetto di dissentire, anche alla luce di quanto abbiamo degustato.
Ma prima dei vini inquadriamo il vitigno e la zona di produzione. Siamo in Attica, praticamente la Grecia che più Grecia non si può, la terra attorno e sopra Atene.
Sicuramente il Savatiano è la qualità più coltivata in Grecia, anche perché un’ uva che resiste al caldo dell’Attica può star bene da tutte le parti. La forma d’allevamento classica è l’alberello. Per produrre la Retsina era ed è vinificato in purezza o con un’altra uva autoctona greca, il roditis.
Normalmente un Savatiano si presenta con un colore giallo paglierino, profumi di frutta bianca e tropicale nonché di fiori bianchi , un’acidità moderata e un corpo non certo spiccato.
Un vino quindi da bere giovane, nell’arco di 2-3 anni, ma che in diversi casi può oggi arrivare a 6-8 anni di buona evoluzione. Questa evoluzione può essere legata anche al legno ma dai nostri assaggi la cosa non ha avuto conferma. Certo è che, legno o non legno, i Savatiano prodotti negli ultimi 7-8 anni possono maturare molto meglio che in passato.
Vi ho presentato tre vini non proprio d’annata per farvi capire come questo vitigno possa anche maturare qualche anno e questa pur breve evoluzione lo renda sicuramente più complesso e interessante. Infatti alcuni tra i vini giovanissimi del 2021 non si staccavano dai classici aromi che possiamo ritrovare in tanti bianchi e sinceramente non mi hanno lasciato una grande impressione.



Vigne di Savatiano
Ha fatto eccezione, per gli incredibili e potenti profumi di succo di frutta alla pera (ma veramente, sembrava di aver aperto una bottiglietta!) il Naked-Truth 2021 di Mylonas, un vino che viene definito “espressione vera del Savatiano”, ma forse l’assenza di solfiti, sia durante i mesi di affinamento che all’imbottigliamento, giocano un ruolo basilare nella connotazione aromatica. In bocca il vino è morbido e manca un po’ dal punto di vista della freschezza.
Ma dovevamo giocoforza fare anche un “salto” sul fronte Retsina e abbiamo capito che pur con tutte le accortezze attuali, pur fatta con tutti i crismi, non si riesce a superare lo scoglio nasale, almeno per noi italiani.
Insomma, una degustazione molto istruttiva, come quella che, tra qualche giorno, faremo del “nebbiolo greco” l’Agiorgitiko.
In chiusura, se qualcuno volesse acquistare qualche Saviatano può andare su https://www.ellenika.it/ unico sito specializzato sui vini greci.
Può anche, se capisce il tedesco, acquistare su https://stelios-weine.de/ .
Carlo Macchi