Hide, l’anima di Bulichella
Verticale di quattro annate del vino dedicato a Hideyuki Miyakawa
Dell’azienda Bulichella e dei vini prodotti abbiamo più volte scritto, vedi qui e qui, andiamo quindi direttamente a soffermarci sulla degustazione tenutasi nei giorni scorsi a Milano, presso il Ristorante Marè in occasione della decima annata di produzione dell’Igt Toscana Syrah “Hide”, vino dedicato al fondatore dell’azienda Hideyuki Miyakawa.
Si è trattato di una verticale delle ultime quattro annate prodotte e tuttora in commercio, ovvero la 2017, ultima uscita e le 2016, 2015 e 2013 (l’annata 2014 non è stata prodotte non ritenendo adatta la qualità delle uve).

Shizuko Miyakawa
In compagnia di Shizuko Miyakawa, figlia di Hideyuki e di Rachele Micheli, enologa aziendale sin dal 2007 -anno che tra l’altro coincide con la prima annata di produzione dell’Hide- abbiamo potuto degustare questi quattro vini, assai diversi tra loro, seppur con la traccia comune data dalle tipiche peculiarità del vitigno Syrah.
Prodotto con uve Syrah -vitigno a quei tempi assai poco presente, se non del tutto assente in zona- provenienti da un vigneto situato a Suvereto, messo a dimora nel 1999 ed allevato a Guyot, viene vinificato, dal 2015, anno in cui la consulenza è stata riaffidata a Luca D’Attoma, che aveva seguito l’azienda nei primi anni di vita, in barriques aperte utilizzando parte di grappoli interi ed una percentuale di raspi, con macerazione sulle bucce che può spingersi sino ad un mese.
L’affinamento viene effettuato in barriques francesi per un periodo di 18 mesi.
La produzione s’attesta sulle 2.500 bottiglie/anno, con eccezione dell’annata 2017 dove le bottiglie prodotte, causa andamento climatico, sono state unicamente 880, viene venduto attorno ai 50 euro.
Dicevamo di vini assai diversi tra loro, strutturato e maturo il 2017, elegante e fine, soprattutto al naso la 2016, coerente la 2015 dove naso e bocca vanno nella stessa direzione e sorprendente la 2013 che s’è avvalsa di una vinificazione più tradizionale.
Ecco quindi le nostra impressioni su quanto degustato:
– 2017 – Profondo il colore, rubino intenso e luminoso.
Intenso al naso, frutta rossa matura, ciliegia e prugna quasi in confettura, note surmature, sentori speziati, accenni di cioccolato, sbuffi balsamici.
Strutturato, intenso, alcolico, piccantino (pepe), notevole il frutto, accenni di legno, lunga la persistenza.
– 2016 – Color rubino luminoso di buona intensità.
Bel naso, molto elegante, fine ed armonico, bel frutto, prugna e ciliegia, accenni vegetali e note balsamiche.
Fresco e succoso, con bella vena acida e buona trama tannica, leggeri accenni vegetali e di legno, discreta la sua persistenza.
Notevole, soprattutto al naso.
– 2015 – Rubino-granato di discreta intensità.
Buona l’intensità olfattiva come pure l’eleganza, bel frutto con leggeri accenni vegetali, balsamico, legno dolce.
Dotato di buona struttura senz’essere massiccio, fresco e succoso, bella la vena acida, bel frutto, balsamico, con leggere note piccanti (pepato), lunga la sua persistenza.
Notevole coerenza tra naso e bocca.
– 2013 – Color granato luminoso di buona profondità.
Intenso al naso, molto elegante, equilibrato, netti sentori balsamici, note autunnali, frutto rosso fresco, erbe officinali.
Discretamente strutturato, fresco e succoso, tannino leggermente astringente, accenni piccanti di pepe, lunghissima persistenza su sentori di bastoncino di liquirizia.

L’enologa Rachele Micheli
Nota: avevamo già assaggiati sia l’Hide 2017 che il 2016 durante lo scorso Vinitaly e ne avevamo scritto qui, abbiamo trovato quindi assai interessante, andando a rileggerci quanto avevamo scritto allora la coerenza rispetto a quanto riportato in quell’occasione.
Durante il pranzo, seguito alla verticale di Hide, abbiamo potuto degustare altri vini prodotti in azienda, l’Igt Toscana bianco “Tuscania” 2021, da uve Vermentino, già assaggiato, appena commercializzato, durante lo scorso Vinitaly, l’Igt Toscana “Rubino” 2020, assaggiato in anteprima, non essendo ancora imbottigliato, si tratta del vino storico di Bulichella, prodotto con un blend di uve Sangiovese, Merlot e Cabernet, la vinificazione avviene in vasche d’acciaio e l’affinamento parte in acciaio e parte in barriques usate.
Ultimo vino degustato è stato il Suvereto Docg “Coldipietrerosse” 2017, tipico taglio bordolese dove, oltre a Cabernet e Merlot s’utilizza una piccola percentuale di Petit Verdot, vino fresco, balsamico, di buona struttura che s’avvale d’un affinamento in barriques per 18 mesi.
Anche questo vino l’avevamo degustato in occasione del Vinitaly ed a distanza di cinque mesi da quella degustazione abbiamo notato che ha perso quell’iniziale austerità riscontrata allora.
Lorenzo Colombo