InvecchiatIGP: Ruffino – Chianti Classico Riserva Ducale Oro 1982
Nel mondo del vino non ci sono tanti punti di riferimento ma, se parliamo di storicità, non possiamo non citare Ruffino, azienda vitivinicola fondata nel 1877 a Pontassieve, vicino Firenze, che da oltre cento anni è sinonimo di grandi vini di Toscana come, ad esempio, il Brunello di Montalcino Greppone Mazzi, il pluripremiato Modus e, soprattutto, il Chianti Classico Riserva Ducale e Riserva Ducale Oro, vera e proprio “cult wine” che ha consolidato l’immagine chiantigiana in tutto il mondo.



Sandro Sartor
Qualche tempo fa a Roma, per salutare il debutto ufficiale della nuova etichetta del Chianti Classico Riserva Ducale Oro Gran Selezione, l’azienda, con la presenza di Sandro Sartor, presidente e amministratore delegato di Ruffino, si è tenuta una storica verticale di Riserva Ducale Oro, attraverso 5 decadi, dagli anni ’70 ai giorni nostri. Un’etichetta, come già scritto, che nel corso degli anni è diventata uno dei simboli di Ruffino. Se la creazione del Chianti Stravecchio, all’inizio dello scorso secolo, consentì all’azienda fondata dai cugini Ilario e Leopoldo Ruffino di diventare fornitore ufficiale della Casa Reale Savoia, la nascita della Riserva Ducale nel 1927, e successivamente quella della sua evoluzione “Oro” nel 1947, hanno consentito all’azienda di Pontassieve di poter custodire e tramandare sino ad oggi un pezzo importante della storia della viticoltura e dell’enologia toscana e italiana.
Per la rubrica InvecchiatIGP ho scelto di parlare dell’annata 1982, un millesimo che per la sua integrità gusto-olfattiva mi ha lasciato davvero di stucco.



1982 nel bicchiere
La chiusura dell’articolo la lascio alle parole di Sartor che, al termine della splendida verticale, ha così commentato: “Stasera abbiamo avuto la fortuna di poter apprezzare, a distanza di molti anni dalla loro nascita, vini che sono stati realizzati dal lavoro di persone che erano in azienda prima di noi. Mi piace pensare che a distanza di oltre 40 anni si possa ancora parlare di questi vini perché qualcuno è stato in grado di custodire i terreni e l’ambiente nei quali vengono prodotti”.
Andrea Petrini