Querceto di Castellina
Nuove annate e nuovi vini
Nello scorso mese d’aprile avevamo incontrato i vini di Querceto di Castellina nel corso di una degustazione in remoto, tramite Zoom con Jacopo Di Battista, che con il fratello Filippo e la moglie Mary gestisce l’azienda di famiglia.
Allora avevamo assaggiato tre vini, uno dei quali di due diverse annate, vi rimandiamo quindi a quell’articolo per maggiori informazioni sull’azienda, sui vigneti dai quali provengono le uve e sui metodi produttivi dei vini. (vedi)
Nei primi giorni del mese di novembre abbiamo incontrato personalmente Jacopo ed abbiamo potuto assaggiare le nuove annate e nuovi vini duranze un pranzo stampa presso la Trattoria Míbabbo, a Milano.
Iniziamo dunque la nostra degustazione da un vino che non avevamo assaggiato nell’incontro virtuale d’aprile, ovvero l’Igt Toscana Bianco “Livia”, unico vino bianco prodotto da Querceto di Castellina, e lo facciamo attraverso due annate, la 2019 e la 2020.
Le uve per la sua produzione, Viognier e Roussane in parti uguali (piuttosto curioso l’impianto di questi vitigni), provengono da un piccolo vigneto situato a Castellina in Chianti, messo a dimora nel 2008, si tratta di 2.000 mq dove sono state impiantate 2.000 barbatelle dalle quali si ricavano circa 2.000 bottiglie/anno.
L’affinamento prevede che per circa il 30% del vino si svolga in tonneaux di rovere francese da 500 litri, mentre la parte rimanente s’affina in vasche d’acciaio, il tutto per 10 mesi, seguono tre mesi di sosta in bottiglia.
Abbiamo trovato i due vini assai differenti tra loro con il 2019 segnato da un’impronta olfattiva data dal legno piuttosto decisa dovuta all’utilizzo di tonneaux nuove, mentre nel vino dell’annata 2020, l’utilizzo di botti già usate ha fatto emergere la freschezza del frutto ed anche una certa aromaticità.
Personalmente abbiamo decisamente preferito il vino dell’annata 2020, certamente più fine ed elegante.
– 2019
Color dorato.
Naso intenso, vanigliato, legno piuttosto percepibile con note tostate in evidenza.
Strutturato, con sentori di frutta tropicale e vaniglia, buona la sua persistenza.
– 2020
Color paglierino-dorato luminoso.
Bel naso, fresco, dove si colgono sentori di frutta gialla matura ed accenni di confetto.
Fresco e verticale alla bocca, con note d’erbe officinali e leggeri accenni aromatici, piccantino il fin di bocca, con ricordi di zenzero, buona la sua persistenza.
Il terzo vino che andiamo a degustare è il Chianti Classico “L’Aura” 2019, già assaggiato nel mese d’aprile in anteprima, quando ancora non era in commercio, possiamo così verificare, a distanza di sette mesi, e dopo che ha subito il caldo estivo, la sua evoluzione.
Il colore è rubino-purpureo, intenso e luminoso.
Il vino è intenso anche al naso, fresco e pulito, vi cogliamo sentori fruttati di ciliegia uniti ad accenni speziati.
Di buona struttura e fresco alla bocca, succoso, presenta leggere note piccanti ed una lunga persistenza.
Praticamente l’impronta del vino rimane la stessa, vi si trova unicamente un vino più maturo e pronto, con un miglior amalgama tra le varie componenti e di conseguenza un maggior equilibrio complessivo.
26.000 le bottiglie prodotte.
– Chianti Classico Gran Selezione “Sei” 2018
Color rubino luminoso di buona intensità.
Mediamente intenso al naso, dove troviamo un frutto scuro con sentori di legno dolce e note balsamiche, molto buona la sua eleganza olfattiva.
Strutturato e con bella trama tannica, vi ritroviamo il frutto scuro speziato con leggere note piccanti, lunga la sua persistenza.
9.000 le bottiglie prodotte
– IGT Toscana Rosso “Podalirio” 2018
Profondissimo e luminoso il colore, unghia purpurea.
Intenso al naso, un poco austero, frutto scuro, spezie e note date dal legno.
Strutturato ed alcolico, con bella trama tannica, frutto scuro, spezie, note piccanti, molto lunga la sua persistenza.
Tra 3.000 e 4.000 le bottiglie prodotte annualmente.
Infine un altro vino non assaggiato in precedenza: l’Igt Toscana Rosso “Venti” 2017
Prodotto con uve Sangiovese e Merlot in parti uguali, vinificati separatamente, il Merlot s’affina poi per venti mesi (da qui il nome del vino) in barriques francesi, mentre il sangiovese per ugual tempo in tonneaux da 500 litri sempre di rovere francese, dopo l’assemblaggio il vino sosta per un anno in bottiglia.
La produzione è limitata a 1.200 bottiglie/anno.
Molto profondo il colore, con unghia purpurea.
Di media intensità olfattiva, vi si coglie un frutto scuro e note balsamiche e di legno dolce.
Decisamente strutturato, con un bellissimo frutto venato da accenni piccanti, lunga la sua persistenza.
Nel complesso confermiamo il giudizio più che positivo che avevamo espresso in aprile, con tre vini che eccellono per la loro qualità: il Chianti Classico Gran Selezione Sei, e gli Igt Podalirio e Venti.
Lorenzo Colombo