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Chianti Classico: capire il vino attraverso paesaggio e terroir

Un paio di settimane fa avevamo scritto a proposito dell’evento “Chianti Classico a Colpo d’Occhio”, tenutosi a Milano lo scorso 19 ottobre, pubblicando il comunicato stampa del Consorzio Vino Chianti Classico ed evidenziando l’amara sorpresa dovuta alla cancellazione “senza preavviso” del banco d’assaggio.

L’evento, che presentava il lavoro effettuato da Alessandro Masnaghetti, volto a mappare tramite l’ausilio di un drone il territorio ed il paesaggio del Chianti Classico, si basava sull’assaggio di vini provenienti delle diverse zone con un percorso che andava a toccare sette degli otto comuni sui quali si estende la denominazione, unico comune non toccato da questo tour virtuale è stato Poggibonsi, dove per la verità, la parte di territorio comunale rientrante nella denominazione è assai limitata.

Dieci i vini assaggiati, scelti tra i Chianti Classico annata, quelli che secondo Alessandro dovrebbero essere meno influenzati dalla pratiche enologiche, e quindi in grado di valorizzare al massimo i terroir dai quali provengono, scopo principale di questa degustazione.
Vero questo, ma solamente in parte, secondo noi, basta infatti vedere i diversi vitigni utilizzati in abbinamento al Sangiovese e le diverse modalità –ed i diversi contenitori- utilizzati durante l’affinamento.

Tutti i vini –a parte due- provenivano dalla vendemmia 2018.
Questa volta però non andiamo a descriverli dal punto di vista organolettico, ma ci limitiamo a delineare la loro provenienza e le caratteristiche dei vigneti e dei suoli.

Vediamoli:

Greve in Chianti

 – Lamole di Lamole – Chianti Classico “Etichetta Bianca” 2017
95% Sangiovese, 5% Canaiolo – Affinamento per 6 mesi in acciaio, trasferimento in botti da 50 e 70 ettolitri per un anno.
100.000 le bottiglie prodotte

L’azienda Lamole di Lamole si trova nell’omonima nella frazione (Lamole) situata nella zona più a Sud del comune di Greve in Chianti, dove i vigneti s’estendono sino a 650 metri slm, tra i più alti del Chianti Classico, quasi al limite per la maturazione del Sangiovese.

I vigneti per la produzione di questo vino sono situati tra i 420 ed i 655 metri d’altitudine con esposizione Ovest e Sud-Ovest.
Allevati a Cordone speronato e ad archetto chiantigiano con densità tra i 3.300 ed i 5.428 ceppi/ettaro, si trovano su suoli composti da scisti ed arenarie di galestro.

Vigneti a Lamole

Radda in Chianti

 – Castello di Volpaia – Chianti Classico “Volpaia” 2018
90% Sangiovese, 10% Merlot – Affinamento per 12 mesi in botti da 30 ettolitri.
120.000 le bottiglie prodotte

Anche quest’azienda prende nome dalla località nella quale è situata, si trova infatti a Volpaia, antico borgo conosciuto sin dal 1172, pochi chilometri a Nord del comune di Radda in Chianti, a 617 metri d’altitudine.
Sono 45 gli ettari a vigneto, tutti situati sopra i 400 metri d’altitudine.

I vigneti per la produzione di questo vino sono allevati a Guyot con densità di 5.435 ceppi/ettaro e con esposizione Sud-Ovest e Sud-Est e si trovano su suoli composti da arenaria ad altitudini comprese tra i 365 ed i 606 metri d’altitudine.

Volpaia

Gaiole in Chianti

 – Castello di Ama – Chianti Classico “Ama” 2018
95% Sangiovese, 5% Merlot – Affinamento in barrique usate
120.000 le bottiglie prodotte

Nuovamente un nome dovuto ad una località, Ama, frazione situata nella parte Nord-Est del comune di Gaiole in Chianti e citata sin dal 998, si trova a 500 metri d’altitudine.
A proposito di Ama, nel 1773 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo scriveva “… sono situati nel miglior luogo del Chianti per i vini”.
75 gli ettari a vigneto tra i 420 ed i 527 metri d’altitudine.

Le uve per questo vino –prodotto per la prima volta con l’annata 2010- provengono da vigneti giovani (10-12 anni l’età media), con densità di 5.200 ceppi/ettaro.

Castello di Ama – Vigneti

Ricasoli – Chianti Classico “Brolio” 2018
80% Sangiovese, 15% Merlot, 5% Cabernet sauvignon – Affinamento in tonneaux usate per circa 9 mesi
580.000 le bottiglie prodotte

Nome importante quello dei Ricasoli, Bettino Ricasoli fu infatti colui che nel 1872 codificò la produzione del Chianti definendone l’uvaggio.
L’azienda è situata nella parte Sud del comune di Gaiole in Chianti, i vigneti si trovano ad altitudini variabili tra i 220 ed i 500 metri slm attorno al Castello di Brolio, data la loro estensione (240 ettari a vigneto su un totale di 1.200 ettari in proprietà) vi si trova una grande variabilità di suoli, dal Macigno del Chianti alla Scaglia Toscana, dall’Alberese ai Depositi marini, sino ai Terrazzi fluviali antichi nei vigneti più a Sud.

Le uve per la produzione di questo vino provengono dai vigneti aziendali situati tra i 280 ed i 480 metri d’altitudine.

Vigneti Ricasoli

Castelnuovo Berardenga

 – Fèlsina – Chianti Classico “Pagliarese” 2018
90% Sangiovese, 5% Mammolo, 5% Canaiolo – Affinamento in botte grande per 12 mesi
40.000 le bottiglie prodotte

Se controllate sul sito di Fèlsina non troverete questo vino, in compenso, sempre navigando sul Web, troverete un’azienda di nome Pagliarese che è la produttrice del vino in oggetto.
Nulla di misterioso, solamente che quest’ultima azienda è stata acquisita da Fèlsina che però ha preferito lasciarle l’identità produttiva del vino.

Fèlsina è probabilmente l’azienda situata più a Sud nel territorio della denominazione del Chianti Classico, Pagliarese si trova non molto distante, solamente un poco più a Nord-Est.
Nuovamente un nome storico, la famiglia dei Pagliaresi viene infatti citata sin dal 1242.
Negli anni novanta la Fattoria dei Pagliaresi chiude e nel 1995 viene rilevata dalla famiglia Poggiali, proprietaria di Fèlsina.
La tenuta Pagliaresi s’estende su 65 ettari, 25 dei quali a vigneti situati tra i 30 ed i 390 metri d’altitudine, con esposizione Sud, Sud-Ovest, si trova in località Pagliarese, a San Gusmé, frazione del comune di Castelnuovo Berardenga.

Le uve per la produzione del vino in degustazione provengono d vigneti di varia età, i più vecchi hanno oltre trent’anni, mentre la maggior parte sono stati messi a dimora tra il 2005 ed il 2015 utilizzando marze provenienti dai ceppi più vecchi, risalenti al periodo 1966-1974.
I sistemi d’allevamento sono a Guyot ed a Cordone speronato con densità di 5.400 ceppi/ettaro, l’esposizione è Sud-Ovest ed i suoli sono piuttosto eterogenei, composti da Macigno, sabbie stratificate, Alberese, con buona presenza, nella parte più alta, di Galestro.

Pagliarese – Vigneti

 – Bindi Sergardi – Chianti Classico “La Ghirlanda” 2018
100% Sangiovese – Affinamento in botti di rovere per 10-12 mesi

Altra azienda e famiglia storica quella dei Bindi Sergardi di cui si hanno notizie sin dal 1349.
L’azienda dispone di due tenute, la Tenuta I Colli, situata tra Monteriggioni e Vagliagli e la Tenuta Mocenni, dalla quale proviene il vino in degustazione, situata a Vagliagli.

Come scritto sopra le uve per la produzione di questo vino provengono dalla Tenuta Mocenni situata a Vagliagli, frazione di Castelnuovo Berardenga, a 500 metri d’altitudine, i suoli sono costituiti da Alberese e Galestro.

Tenuta Mocenni – Bindi Sergardi

San Casciano Val di Pesa

 – Principe Corsini-Villa Le Corti – Chianti Classico “Le Corti” 2018
95% Sangiovese, 5% Colorino – Affinamento in vasche di cemento per 12 mesi
80.000 le bottiglie prodotte
L’azienda, che produce vino ed olio, dispone di due tenuta, Villa Le Corti, situata nella parte Est del comune di San Casciano Val di Pesa e Tenuta Marsiliana, che si trova in Maremma.
Villa Le Corti è una struttura rinascimentale utilizzata come location per diverse tipologie d’eventi.

Le uve per la produzione del vino in degustazione provengono da vigneti allevati a Cordone speronato con densità di 5.800 ceppi/ettaro, hanno un’età media di 30 anni e si trovano su suoli ricchi di sassi di fiume ad un’altitudine tra i 270 ed i 350 metri slm.

Tenuta Mocenni – Bindi Sergardi

Barberino Tavarnelle
Frutto dell’unione dei precedenti comuni di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa avvenuto nel gennaio 2019.

 – Castello di Monsanto – Chianti Classico “Castello di Monsanto” 2018
90% Sangiovese, 10%  tra Canaiolo e Colorino – Affinamento per 15 mesi in botti da 38 ettolitri
50.000 le bottiglie prodotte

Di proprietà della famiglia Bianchi, originaria di San Gimignano, che l’acquistarono negli anni sessanta.
La struttura principale è stata edificata nel 1740.
I vigneti, situati tra i 280 ed i 320 metri d’altitudine, occupano una superficie di 72 ettari, 56 dei quali sono destinati al Sangiovese, i cui cloni provengono da una selezione massale ricavata dal vigneto storico Il Poggio.
I suoli sono di varia natura e vanno dal Galestro al Macigno toscano,  con marne, arenaria, argille sabbiose e tufo.

Il vino in degustazione viene prodotto utilizzando le uve dei vigneti aziendali più giovani, i sistemi d’allevamento utilizzati sono il Guyot ed il Cordone speronato.

Castello di Monsanto

Castellina in Chianti

 – Villa Cerna-Tenuta della Famiglia Cecchi – Chianti Classico “Villa Cerna Primocolle” 2017
95% Sangiovese, 5% Colorino – Affinamento per 9 mesi in tonneaux
80.000 le bottiglie prodotte

L’azienda, acquistata dalla famiglia Cecchi all’inizio degli anni sessanta, si trova in località Cerna, nella parte Sud-Est del comune di Castellina in Chianti.
Qui i suoli sono argillosi e calcarei, con presenza di sabbie gialle e fossili marini.

Le uve per la produzione del vino in degustazione provengono da vigneti allevati a Cordone speronato con densità di 5.000 ceppi/ettaro, situati a 280 metri d’altitudine su suolo alcalino, di medio impasto.

Tenuta Cerna

Castagnoli – Chianti Classico “Castagnoli” 2018
100% Sangiovese – Affinamento per 14 mesi in botti grandi, di provenienza francese per il 75% e della Slavonia per il 25%
7.452 le bottiglie prodotte

La Fattoria di Castagnoli viene citata per la prima volta in un documento del 987, l’azienda è situata poco a Sud-Est del comune di Castellina in Chianti, a 400 metri d’altitudine, dispone di 80 ettari, dei quali 13,5 a vigneto con una densità di 3.000-6.000 ceppi/ettaro

I vigneti dai quali provengono le uve per la produzione di questo vino sono condotti in regime biologico da oltre 30 anni e giacciono su suoli calcarei composti da Galestro.

Castagnoli

Le foto dei vini e delle tenute sono state prese dai siti aziendali
Lorenzo Colombo

 

 

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  1. […] avevamo scritto negli scorsi mesi di ottobre e novembre (vedi qui e qui), ora il grande lavoro di mappatura del territorio (a volo d’uccello) fatto da Alessandro […]

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