Pizzolato ed i vini da vitigni PiWi
In merito ai vitigni PiWi (Pilzwiderstandfähig) avevamo scritto un articolo nel dicembre 2018, dopo una degustazione di oltre una quarantina di vini, avvenuta a margine del Merano Wine Festival di quell’anno.
Non vogliamo quindi qui dilungarci oltre, se dovesse interessarvi saperne di più basta cliccare qui.

Vigneti e cantina
Andiamo invece a scoprire il rapporto che esiste tra questi vitigni a l’Azienda Pizzolato.
L’Azienda Pizzolato Settimo & Gino si trova a Villorba, in provincia di Treviso, nasce nel 1981 ed al principio è dedita sia all’allevamento di bestiame ed alla produzione di frutta; il vino è unicamente un prodotto marginale, venduto sfuso, ma già d’allora, Settimo, appena giunto in azienda ad affiancare il padre Gino, inizia a sperimentare l’agricoltura biologica.
Nel 1987 per la prima volta si imbottiglia il vino prodotto, sono 6.000 bottiglie di Verduzzo, Merlot e Cabernet.
Nel 1991 la superficie a vigneto viene ampliata e raggiunge i sette ettari e mezzo, in quello stesso anno l’azienda ottiene la certificazione biologica. La produzione sfiora le 50.000 bottiglie.

Vigneti
Tre anni dopo vengono prodotti i primi due spumanti e la produzione raggiunge le 150.000 bottiglie.
Siamo nel 1999, l’estensione vitata ha raggiunto i 58 ettari e la produzione arriva la milione di bottiglie.
Nel 2007 vengono prodotti i primi vini senza solfiti aggiunti, si tratta di tre rossi, inseriti in un’apposita linea produttiva.
Nel 2010, seguendo un percorso volto alla sostenibilità, vengono installati i primi pannelli fotovoltaici; la produzione ha ormai raggiunto 1.800.000 bottiglie, due terzi dei quali tra frizzanti e spumanti.
Nel 2012 si ottiene la certificazione “Vegan” e nel 2016 vede alla luce la nuova cantina e la produzione supera ormai i 4 milioni di bottiglie.
Nel 2017 vengono messe a dimora le prime barbatelle di vitigni resistenti (PIWI), che nel 2019 hanno fornito le uve per la produzione dei primi quattro vini, tre dei quali andremo ora ad assaggiare.

Messa a dimora barbatelle PIWI
Quello dei PIWI quindi è un progetto molto recente i cui risultati andrebbe visti nel tempo.
L’impianto dei vigneti, come scritto sopra, risale solamente ai primi mesi del 2017, quando sono state messe a dimora 15.200 barbatelle in 4,3 ettari; i vini che quindi abbiamo degustato sono frutto di vigneti giovanissimi, alla loro prima produzione d’uva.
I vitigni PIWI
Qui sotto trovate una sintetica descrizione dei vitigni utilizzati per la produzione di questa linea di vini; oltre che per la possibilità di ridurre in maniera drastica i trattamenti in vigna (2-4 trattamenti all’anno) questi vitigni offrono anche la possibilità di essere utilizzati in zone dove la normale viticoltura è perlomeno sconsigliata.
In Italia i vitigni PIWI non possono essere al momento utilizzati per la produzione di vini a denominazione controllata mentre il loro uso è consentito per quelli ad IGP/IGT.
– Johanniter: vitigno a bacca bianca ottenuto nel 1968 a Freiburg incrociando Riesling x ( Seyve-Villard 12- 481 x (Ruländer x Gutedel)) è riconosciuta come varietà resistente alle principali malattie funginee.
Iscritto al Registro Nazionale delle varietà di vite dal luglio 2013, è presente in Lombardia, Trentino e Veneto e può essere utilizzato in 11 vini ad Igt tra Veneto e provincia di Trento.
– Bronner: vitigno a bacca bianca creato nel 1975 nell’Istituto di Viticoltura di Friburgo; incrocio fra la vite europea (Vitis Vinifera) e la Vitis Labrusca. E’ una varietà con una forte resistenza ai principali funghi patogeni (come oidio e peronospera).
Iscritto al Registro Nazionale delle varietà di vite dal marzo 2009, è presente in Lombardia, Trentino – Alto Adige e Veneto e può essere utilizzato in 12 vini ad Igt.
Poco meno di 90.000 le barbatelle prodotte nel 2018.
– Merlot Korus: vitigno a bacca rossa frutto di un progetto congiunto dell’Università di Udine e dell’IGA (Istituto di genomica applicata) per la costituzione di viti resistenti alle malattie attraverso processi naturali di incrocio e selezione, iscritto al Registro nell’agosto 2015 è utilizzabile in 10 Igt tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
– Cabernet Cortis: ottenuto nel 1982 dall’Istituto statale di Friburgo tramite incrocio tra Cabernet sauvignon e Merzling ed iscritto nel luglio 2013 nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite; diffuso tra Lombardia e Veneto, può essere utilizzato in undici vini ad Igt di quest’ultima regione.
– Prior: come molti altri vitigni resistenti, il Prior è stato creato dall’Istituto statale di Friburgo, nel 1987.
Si tratta di un incrocio tra Joan Seyve x Merzling, a loro volta vitigni creati tramite incrocio tra altre varietà.
Inserito nel registro nazionale della Varietà di Vite nel luglio 2013, la sua coltivazione è ammessa in Lombardia e Veneto e può essere utilizzato in undici vini ad Igt di quest’ultima regione.
Nel 2018 ne sono state prodotte circa 17.000 barbatelle.
I vini
La prime due cose che ci hanno colpito sono le particolarissime etichette ed i nomi dei vini, abbiamo quindi chiesto delucidazioni all’azienda su quest’ultimi, ecco la loro risposta:
“Sono tutti e tre termini che provengono dall’immaginario dell’esplorazione, termini che rimandano al nuovo e al lontano”.
“HO’OPA: La lingua Hupa o Hoopa (endonimo: Na:tinixwe Mixine:whe) lit. “language of the Hoopa Valley people”) appartiene alla famiglia linguistica Athabaska (della superfamiglia Na-Dené), parlata dal popolo Hupa, lungo la parte inferiore del fiume Trinity nel Nord-ovest della California, e, prima dei contatti con gli europei, anche dai Chilula e dai Whilkut. Il significato letterale del nome nativo è: “Lingua del popolo che abita la valle dell’Hoopa”.
HUAKAI: spostamento che si compie da un luogo di partenza a un altro e da un viaggio si sa, si torna sempre diversi. Significa proprio “viaggio” nelle etimologie asiatiche. Huakai è un vino che può durare il tempo di un luogo viaggio.
KONTI-KI: Il Kon-Tiki è la zattera usata dall’esploratore e scrittore norvegese Thor Heyerdahl nella sua spedizione nel 1947 attraverso l’Oceano Pacifico dal Sud America alle isole della Polinesia. Il battello fu così chiamato secondo un antico nome Inca del dio della pioggia (Kon).

Etichetta parlante Huakai
Tornando alle etichette notiamo che su tutte è riportata una libellula, simbolo di un’agricoltura pulita, inoltre si tratta di etichette “parlanti”, infatti staccandole dalla bottiglia si possono trovare sul retro le informazioni sopra fornite. (Vedi foto a lato)
La nostra degustazione
– Igt Veneto Bianco Frizzante Col Fondo “Ho-OPa” – La Meta- (Vitigno utilizzato Johanniter)
La vinificazione avviene tramite l’utilizzo di lieviti indigeni, dopo la fermentazione malolattica il vino viene posto in bottiglia ed aggiunto di MCR (Mosto concentrato e rettificato), qui, in circa due mesi, si svolge la seconda fermentazione.
La chiusura della bottiglia è effettuata con tappo a corona.
Premettiamo che la bottiglia è stata capovolta prima dell’apertura, come consigliato dall’azienda per cogliere appieno l’effetto della rifermentazione col fondo.
Il colore è giallo paglia con riflessi verdolini, opalescente e leggermente velato, bella l’effervescenza che s’osserva nel bicchiere.
Buona l’intensità olfattiva, si colgono sentori di lieviti che rimandano alla birra e note di mela, leggeri accenni vegetali.
Fresco e fruttato al palato “birroso”, sapido ed agrumato, tornano le note di mela, discreta la sua persistenza.
In definitiva un vino fresco e sbarazzino che ci è molto piaciuto, facile da bersi, anche per via della sua bassa alcolicità (11% vol.). Una bella interpretazione dei rifermentati col fondo.
– Igt Veneto Bianco “HuAKai” -Il Viaggio- (Vitigno utilizzato Bronner)
Il 10% del mosto fermenta in barriques, l’affinamento si protrae per quattro mesi sui propri lieviti.
Color giallo paglierino di buona intensità, giallo paglia tendente al dorato.
Pulito e fresco al naso, di buona ampiezza olfattiva e media intensità, fruttato (mela, pera matura, pesca, frutta tropicale), note floreali di fiori gialli, accenni di fieno e d’agrumi.
Succoso, con sentori di buccia di mela e zenzero, sapido, leggere note piccanti che rimandano al pepe bianco, spiccata vena acida, leggero di corpo, chiude leggermente amarognolo.
– Igt Veneto Rosso “KoNTI-ki” Senza solfiti aggiunti -Il Mezzo-
Blend tra tre vitigni PIWI: Merlot Korus, Cabernet Cortis e Prior
Frutto di una classica vinificazione in rosso con macerazione di dieci giorni, questo vino vanta un contenuto in solforosa di poso superiore ai 10 mg/litro.
Molto bello il colore, rosso rubino luminoso.
Intenso al naso, vinoso, si colgono una ciliegia matura leggermente speziata e sentori di caramella al rabarbaro.
Fresco e succoso, fruttato (ciliegie, susine e frutti di bosco maturi) tannini morbidi, leggere note vegetali, discreta la sua persistenza.
Un vino molto giovane ma già godibile.
Sarebbeb certamente interessante poter riassaggiare questi vini tra qualche anno, quando i vigneti avranno raggiunto una maggiore età e quando si potranno verificare le caratteristiche dei vini rapportate alle diverse annate climatiche.
Lorenzo Colombo
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