, , , ,

Vinchio e Vaglio e la Barbera

Si può, senza timore d’essere smentiti, affermare che la Cantina Sociale di Vinchio e Vaglio Serra e la Barbera siano un tutt’uno.
Basti pensare che dei quasi 500 ettari di vigneti, gestiti dai 197 soci della cantina, circa 350 sono allevati con questo vitigno col quale vengono ricavate ben 10 etichette di vino e che, dei 45.645 quintali d’uva conferiti dai soci alla cantina nella vendemmia 2021 ben 20.703 erano di Barbera.

La Cantina Sociale di Vinchio e Vaglio Serra è stata fondata nel 1959 da 19 viticoltori dei comuni di Vinchio e di Vaglio Serra, in provincia d’Asti e la cosa appare sorprendente e curiosa tenendo conto del campanilismo che solitamente è insito negli abitanti dei piccoli paesi.

Sin da subito ci sono stati piccoli contenziosi, il primo dei quali ha riguardato la sede della cantina, con entrambi i comuni che la volevano sul proprio territorio, la questione è stata poi risolta utilizzando un terreno ai confini tra i due comuni.
Alla guida della cantina ci sono un presidente ed un vicepresidente, uno per ciascun comune (attualmente la funzione di presidente è svolta da Lorenzo Giordano, di Vinchio e quella di vicepresidente da Cristiano Fornaro, di Vaglio).

Sin da subito si è puntato sulla Barbera tanto che la Cantina di Vinchio e Vaglio viene definita “Il nido della Barbera”, qui il vitigno viene interpretato in differenti modalità dipendentemente dalla zona di provenienza delle uve, dalle caratteristiche dei suoli, dall’esposizione delle vigne e dalla modalità di conduzione del vigneto.
Si hanno così vini freschi e profumati come pure vini giocati sulla struttura e sulla capacità d’invecchiamento.

Sin dalla metà degli anni ’80 la cantina di Vinchio e Vaglio ha capito l’importanza dell’età dei vigneti, cercando di conservarli il più a lungo possibile, tanto che oggi può vantare vigne di oltre ottant’anni d’età.
Per ovviare alla minor produzione che le vigne di una certa età posso dare, la cantina stimola i propri soci pagando maggiormente le uve da questi vigneti purché rispettino determinati parametri qualitativi, così facendo ha innescato una sorta di competizione tra i soci, desiderosi di poter essere selezionati per questo progetto.

I vini

Abbiamo avuto la possibilità di degustare sei vini, tutti prodotti con uva Barbera in purezza, ma contraddistinti da zone di produzione e da metodi produttivi diversi che ne vanno a caratterizzare le peculiarità organolettiche.
Li abbiamo trovati tutti interessanti anche se le nostre preferenze vanno a due vini in particolare,  il  Vigne Vecchie 50 nel quale abbiamo trovato tutto quanto ci aspettavamo da una Barbera, frutto, succosità, spina acida, bevibilità, l’altro è il Sei Vigne Insyntesis, vino completamente diverso dal precedente, del quale abbiamo apprezzato le potenzialità della barbera affinata in legno e la sua capacità d’invecchiamento senza peraltro snaturare il vitigno, ma anzi conservandone tutte le sue caratteristiche originarie.

 – Barbera D’Asti Docg “Sorì dei Mori” 2020
Le uve per la produzione di questo vino provengono da un vigneto situato a 250 metri d’altitudine allevato a Guyot con densità di 4.500 ceppi/ettaro, l’esposizione è Sud e Sud-Ovest ed il suolo è sabbioso, con presenza di marne, argilloso-calcareo.
La vendemmia è stata effettuata nella terza decade di settembre, la vinificazione e la prima parte dell’affinamento si svolgono in vasche d’acciaio, il vino viene quindi posto in vasche di cemento dove sosta sei mesi prima d’essere imbottigliato.

Molto bello il colore, rubino luminoso di buona intensità.
Intenso al naso dove emergono i sentori di frutta fresca, ciliegie mature e more uniti a leggeri accenni balsamici.
Strutturato, intenso di buona alcolicità, asciutto e con buona vena acida, bel frutto, leggere note piccanti, chiude con buona persistenza su note leggermente amaricanti.

 – Barbera D’Asti Docg Superiore “I Tre Vescovi” 2019
Questo vino viene ormai prodotto da quasi vent’anni ed è frutto di uno dei primi progetti della cantina volto a valorizzare i terroir, il nome deriva dal fatto che le vigne per la sua produzione sono situate ai confini di tre Diocesi, quelle di Acqui Terme, Alessandria e Asti.
I vigneti si trovano su un suolo argilloso-calcareo, sono posti a 250 metri d’altitudine con esposizione Sud e sono condotti a Guyot con densità di 4.000 ceppi/ettaro.
La vendemmia è stata effettuata nella terza decade di settembre, fermentazione in acciaio ed affinamento parte in botti da 75 ettolitri di rovere francese e parte in barriques, il tutto per un anno, seguono sei mesi di sosta in bottiglia prima della commercializzazione.

Il colore è rubino, profondo e luminoso.
Fresco al naso dove cogliamo intensi sentori di ciliegia matura venata da leggere note speziate-vanigliate ed accenni di pepe, chiodi di garofano e cioccolato al latte, note floreali di rosa e viola completano il quadro olfattivo.
Dotato di buona struttura, frutta a bacca scura, spezie dolci ed accenni di pepe e di legno, piacevolmente amaricante il suo fin di bocca.

 – Barbera d’Asti Docg “ Vigne Vecchie 50” 2020
Presentato per la prima volta nel 2009, in occasione del cinquantenario dalla nascita della cantina, rispetto all’originale Vecchie Vigne non vede l’uso del legno.
Le uve provengono dallo stesso vigneto dal quale si produce il Vecchie Vigne (il nome deriva dal fatto che debbano avere almeno cinquant’anni d’età), situato a 250 metri d’altitudine su suolo sabbioso-argilloso con esposizione Sud e con sistema d’allevamento a Guyot con densità di 4.000m ceppi/ettaro.
Vinificazione in vasche d’acciaio ed affinamento per 16 mesi tra acciaio e vasche in cemento, seguono sei mesi di sosta in bottiglia prima della commercializzazione.

Questa è la barbera come ce la siamo sempre immaginata.
Dal profondo color rubino e dall’intenso sentore di ciliegia, connotata da una leggerissima vena speziata-vanigliata, fresco ed invitante.
Succoso al palato, fresco, fruttato, con spiccata vena acida e dalla lunghissima persistenza su sentori di ciliegia.
Un vino dalla piacevolissima e rinfrescante beva, snello, con un’importante nota alcolica che però non si percepisce (se non dopo aver finito la bottiglia) e con un’elegante sfumatura vanigliata.
Due sole parole per definirlo “buonissimo” e “godibilissimo”.

 – Barbera d’Asti Docg “Vigne Vecchie” 2017
Il progetto Vigne Vecchie nasce nel 1987 un periodo storico assai problematico per il vino italiano, soprattutto piemontese ed in particolare per la barbera, ricordiamoci infatti che l’anno prima ci fu lo scandalo del “metanolo” che causò una ventina di morti e numerosi casi di cecità.
Nel 1987 la cooperativa di Vinchio e Vaglio Serra iniziò a censire i vigneti più vecchi scegliendo quelli non soggetti a diserbo selezionandone le uve per ottenere un vino di qualità superiore, il Vigne Vecchie, le stesse regole, applicate per la produzione di questo vino saranno poi la base di partenza per il successivo disciplinare di produzione del Nizza Docg.

I vigneti sono situati a 250 metri d’altitudine su suoli sabbiosi-argillosi, il sistema d’allevamento è a Guyot con densità di 4.000 ceppi/ettaro e l’età minima delle vigne è di 50 anni.
Le uve, accuratamente selezionate vengono vinificate in vasche d’acciaio il vino s’affina poi parte in barriques e parte in tonneaux dove sosta per 14 mesi, dopo l’assemblaggio in vasche di cemento viene messo in bottiglia dove rimane per un anno prima della commercializzazione.

Vino dal color rubino profondissimo e luminoso.
Intenso al naso dove presenta note vanigliate e di frutto a bacca scura, ciliegia matura, vaniglia, cacao.
Strutturato, alcolico, spezie dolci, vaniglia e cannella, caffè, cacao amaro, liquirizia, accenni di pepe, lunga la sua persistenza su note leggermente amaricanti.

 – Barbera d’Asti Superiore “Sei Vigne Insyntesis” 2016
Presentato per la prima volta nel 2004 il vino deve il suo nome -individuato tramite un concorso tra 5.000 consumatori- al numero di vigneti, per l’appunto sei, dai quali provengono le uve.
Questi, accuratamente selezionati, sono situati su suoli di diversa natura, sabbie, terre rosse, terre astiane.
Alla sua uscita, Carlin Petrini, presidente di Slow Food, lo definì “Madre di tutte le Barbere”.
Le vigne, con età minima di 60 anni,  sono situata a 250 metri d’altitudine con esposizione Sud, il sistema d’allevamento è a Guyot con densità di 4.000 ceppi /ettaro.
La vendemmia viene svolta nella seconda metà del mese di settembre, effettuando un drastico diradamento dei grappoli che arriva al 50%, dopo la fermentazione alcolica, svolta in vinificatori d’acciaio orizzontali, il vino s’affina per circa 20 mesi in barriques per poi essere trasferito, per fare la massa, in vasche di cemento, dopo l’imbottigliamento riposa un ulteriore anno prima della commercializzazione.

Il colore è rubino-granato, profondo e luminoso.
Intenso al naso, dotato di buona eleganza, vi si coglie frutta rossa matura, prugne e ciliegie, accenni vanigliati, pepe, cioccolato, caffè, note floreali di viola.
Dotato di buona struttura e bella vena acida, ampio, more, prugne, ciliegia matura, spezie dolci, cannella, caffè, cioccolato amaro, liquirizia, legno dolce, piacevolmente amaricante il fin di bocca.

Il Nizza Docg

Storicamente il territorio situato attorno a Nizza Monferrato è sempre stato ritenuto tra i migliori per la produzione di Barbera, nonostante questo la storia della sua denominazione è assai recente e risale al 2000, anno in cui, unitamente ad altre due zone (Tinella e Colli Astiani) il Nizza venne riconosciuto come sottozona dell’allora Barbera d’Asti Superiore Doc.
Nel 2008 la Barbera d’Asti Superiore ottiene la Docg e questo riconoscimento vale ovviamente per le tre sopracitate sottozone.
Arriviamo infine al 2014 e il Nizza si stacca completamente dalla denominazione Barbera d’Asti Superiore ottenendo una propria Docg, ovvero Nizza. Le cose maggiormente significative di questa nuova denominazione sono due, l’eliminazione del termine Barbera, ovvero l’esaltazione del puro territorio e l’utilizzo del vitigno in purezza.

 – Nizza Docg “Laudana” 2019
Il nome del vino deriva dal Bricco Laudana zona dalla quale provengono la maggior parte delle uve destinate alla produzione di questo vino.
Situato a 250 metri d’altitudine su terreno sabbioso con lieve presenza di argilla è allevato a Guyot con densità di 4.000 ceppi/ettaro, l’età media delle viti è di 50 anni.
La vendemmia s’effettua nella seconda metà del mese di settembre, la fermentazione viene svolta in vinificatori orizzontali e l’affinamento avviene in barriques dove il vino sosta per un anno.
Segue quindi la formazione della massa in contenitori di cemento e l’imbottigliamento.

Color rubino luminoso di buona intensità con riflessi color granato.
Di discreta intensità olfattiva, si colgono spezie dolci, note vanigliate, cannella e radici, frutto a bacca nera maturo, accenni di cioccolato al latte.
Dotato di buona struttura, con nota alcolica importante, succoso, presenta leggeri accenni piccanti, il legno è ancora percepibile, piacevolmente amaricante il lungo fin di bocca su sentori di radici.
Lorenzo Colombo

 

 

 

1 commento

Trackbacks & Pingbacks

  1. […] ne avevamo ampiamente scritto qui –apprezzandola molto-  quando avevamo recensito buona parte delle Barbera prodotte […]

I commenti sono chiusi.