Vini bianchi dal Cile
Durante la nostra partecipazione come commissari a Le Mondial des Vins Blancs a Strasburgo, abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad una Masterclass sui vini bianchi cileni tenuta dall’ambasciatrice del vino cileno Cecilia Alarcón Salinas.
Il Cile, a causa della sua conformazione e disposizione geografica rappresenta certamente uno tra i paesi con la maggior diversità al mondo, si sviluppa da Nord a Sud per poco meno di 4.300 chilometri e la sua larghezza varia dai 445 ai 90 chilometri, confina a Nord con il deserto, ad Est con la catena delle Ande, a Sud con i ghiacci della Patagonia ed a Ovest con l’Oceano Pacifico.
La viticoltura è situata nella parte centrale del paese, tra le regioni di Atacama a Nord e Australe a Sud, poco più del 26% del vigneto cileno è occupato da vitigni a bacca bianca, tra questi il più coltivato è il Sauvignon blanc (11% del vigneto cileno e 43% dei vitigni a bacca bianca) seguito dallo Chardonnay/Pinot Chardonnay (rispettivamente 8% del totale e 30% dei vitigni a bacca bianca), molto più staccato è il Moscatel de Alexandría (3% e 12%).
Ecco i quattro i vini degustati durante la Masterclass:
– Casa Marìn – Sauvignon Blanc Cipreses Vineyard 2020
Fondata nel 2000 dall’enologa Marìa Luz Marìn, Casa Marìn si trova a Lo Abarca, nella Valle di San Antonio, questa valle è situata nella regione di Aconcaqua, a soli quattro chilometri dall’Oceano Pacifico ed a 100 chilometri ad Est di Santiago del Cile ed è a sua volta è divisa in quattro sottovalli: Leyda, Malvilla, El Rosario e Lo Abarca.
I vigneti di Cipreses hanno 19 anni d’età, e sono situati su suoli poveri di calcare e granito, la resa è bassissima (25hl/ha) anche a causa dei venti freddi portati dalla “Corrente di Humbold”.
Le uve vengono attentamente selezionate dalle zone migliori, la fermentazione -previa macerazione per 24 ore- si svolge in vasche d’acciaio a bassa temperatura (tra i 9 ed i 12°C), il 90% del vino s’affina quindi in vasche d’acciaio mentre la parte rimanente in rovere francese per quattro mesi
Color verdolino luminoso.
Intenso al naso dove presenta i tipici sentori di piselli e mais in scatola.
Fresco e verticale, con spiccata vena acida, vegetale, con sentori di mais in scatola, lunga la sua persistenza. Vino decisamente tipico.
– Estampa – Inspiratión Riesling 2018
L’azienda Estampa si trova a Palmilla, nella Valle di Colchagua, situata nella Valle del Rapel, nella regione della Valle Centrale e dispone di 400 ettari di vigneti in tre diverse aree: Palmilla, Paredones e Marchigüe.
La linea Inspiratión è composta da quattro etichette: Miscela Italiana (Fiano, Vermentino e Greco), Sangiovese, Gewürztraminer e Riesling, quest’ultimo frutto della nostra degustazione.
Il vigneto si trova a Paredones, a soli otto chilometri dall’Oceano Pacifico, su suolo granitico misto a quarzo, la resa è di 40 q.li/ettaro.
La fermentazione viene svolta in vasche d’acciaio a temperature tra i 14 ed i 16°C., il vino rimane poi in affinamento per 10 mesi prima della commercializzazione.
1.668 le bottiglie prodotte
Color verdolino scarico, luminoso.
Note tipiche del vitigno, frutta a polpa gialla, aromi di frutta tropicale, sentori d’idrocarburi.
Dotato di buona struttura, elegante, molto tipico, residuo zuccherino percepibile, chiude leggermente amarognolo e vegetale su sentori di salvia.
– Roberto Henríquez – Rivera del Notro 2018
34% Semillon, 32% Moscatel, 32% Corinto (Chasselas)
La zona di produzione è la Valle dell’Itata, nella regione del Sud, si tratta di una delle più antiche aree vitate del paese, con oltre 500 anni di storia, qui il clima è di natura mediterranea ed i suoli sono sabbioso-granitici, ricchi di minerali, le varietà più coltivate sono il Moscatel de Alexandría ed il Pais.
Le uve per la produzione di questo vino provengono da un vigneto di un ettaro d’estensione messo a dimora nel 1900 e nel 1960, coltivato a cespuglio su suoli di natura granitica.
La fermentazione si svolge con lieviti indigeni senza alcun controllo della temperatura, il vino rimane a macerare per tre mesi sulle bucce e s’affina per l’80% in vasche d’acciaio e per il 20% in botte.
Color giallo paglierino, leggermente velato.
Naso interessante, presenta note macerative, sentori di buccia d’uva e frutta a polpa gialla.
Asciutto, con accenni tannici, bella vena acida, sentori d’erbe officinali e miele balsamico, lunga la sua persistenza.
Un vino decisamente interessante e particolare.
– Pandolfi Price – Los Patricios Chardonnay 2017
Anche quest’azienda si trova nella Valle dell’Itata, precisamente a Santa Inés, nel 1992 sono stati messi a dimora 25 ettari di Chardonnay su suoli vulcanici ed argillosi e per dieci anni le uve sono state vendute ad altre cantine.
Nel 2002 Enzo Pandolfi Price ha deciso di vinificare in proprio, con l’aiuto dell’enologo François Massoc ed ha ampliato l’azienda acquistando altri ettari e mettendo a dimora Pinot noir, Sauvignon blanc e Riesling.
La linea Los Patricios è riservata ai vini di punta dell’azienda e prende il nome dal nonno di Enzo, oltre allo Chardonnay da noi degustato vi entra a far parte anche un Pinot noir.
Le uve per lo Chardonnay provengono dal Vigneto Santa Inés, fermentazione ed affinamento si svolgono in barriques dove il vino sosta per 22 mesi.
Color giallo paglierino luminoso con riflessi oro chiaro.
Naso dominato dal legno, sentori affumicati e tostati, ceppo spento nel camino, frutto giallo maturo.
Strutturato, intenso, note piccanti di zenzero e legno ancora in evidenza, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo
Nota: la mappa è tratta dal sito: Our Tasty Travels