I vini delle Colline del Tufo
Torniamo a quanto vissuto in occasione della seconda edizione di “Maremmachevini”, evento tenutosi domenica 11 e lunedì 12 giugno presso il Resort Roccamare, a Castiglione della Pescaia e del quale abbiamo già scritto qui.
La giornata di lunedì era dedicata ai tour alla scoperta dei diversi territori maremmani con visita ad alcune cantine; cinque gli itinerari disponibili: Colli di Maremma, Colline amiatine, Colline del tufo, Colline metallifere e Costa d’argento.
Noi abbiamo optato per le Colline del tufo, lungo itinerario che ci ha condotti nella parte sud orientale della Maremma, portandoci a visitare le aziende Montauto, Poggio Cagnano, La Biagiola e Sassotondo, con una breve sosta per la visita al piccolo borgo di Sovana, dove abbiamo potuto rifocillarci presso l’Enoteca Vino al Vino.
La prima tappa del nostro tour ci porta a Manciano, in località Campigliola, qui si trova l’azienda Montauto.
Di proprietà di Riccardo Lepri che nei primi anni del nuovo millennio fa rivivere l’azienda fondata dal nonno negli anni ’60 del secolo scorso.
La gestione è completamente in biologico, vi si producono dieci etichette e m olta importanza viene data ai vini bianchi.
Abbiamo assaggiato:
– “Staccione” Igt Toscana 2016 (50% merlot, 50% ciliegiolo)
Dopo un breve contatto con le bucce il mosto viene vinificato a bassa temperatura.
Il colore è buccia di cipolla scarico. Pulito e fresco al naso, di media intensità, con sentori di piccoli frutti rossi. Fresco e decisamente sapido al palato, con sentori minerali e leggeri accenni vegetali, di media struttura e buona persistenza.
– “Gessaia” Maremma Toscana Doc 2016 (sauvignon)
Verdolino luminoso. Intenso al naso, tipico del vitigno, presenta sentori vegetali che rimandano alla foglia di pomodoro ed al sedano. Fresco alla bocca, minerale, con spiccata nota sapida, acidità pronunciata, ritroviamo i tipici sentori vegetali, molto buona la persistenza.
– “Enos I” Maremma Toscana Doc 2015 (sauvignon da vecchie vigne – Il nome del vino è quello del nonno di Riccardo)
Le vigne, di trentacinque anni d’età, sono condotte con metodo biologico, le uve vengono raccolte a piena maturità e dopo una pressatura soffice il mosto decanta staticamente per trentasei ore prima della vinificazione in acciaio.
Color verdolino scarico, luminoso. Buona l’intensità olfattiva, pulito e fresco, presenta note vegetali meno spiccate rispetto al precedente. Di buona struttura, molto sapido, verticale, tagliente, dalla lunga persistenza. Tipico.
– Metodo Classico Brut (sangiovese)
Il colore è paglierino scarico. Molto elegante al naso dove si colgono sentori di lieviti, frutta bianca ed accenni tostati che rimandano alle nocciole. Fresco alla bocca, minerale, sapido (caratteristica comune a tutti i vini aziendali), di buona struttura, con un bel frutto e note d’agrumi, bella la sua vena acida e lunga la persistenza.
– Igt Toscana Pinot nero 2015
Il vino s’affina in barriques (per 1/3 nuove) per un periodo di quattordici mesi.
Color granato-rubino di media intensità. Intenso e pulito al naso, con un bel frutto rosso e leggere note affumicate. Alla bocca ritroviamo un buon frutto ed un legno ben dosato, i tannini sono leggermente vegetali e la persistenza è buona.
Ci spostiamo quindi a Manciano, presso l’azienda Poggio Cagnano, che, essendo situata a 450 metri d’altitudine, risulta essere una delle realtà più alte della Maremma.
Questa giovane azienda dispone di ventitre ettari, solamente poco più di due a vigneto e cinque ad oliveto, vi si producono quattro vini: tre rossi ed un bianco.
I vigneti sono stati impiantati nel 2006 su suoli franco-sabbiosi.
– Vermentino Maremma Toscana Doc 2016
Il colore è paglierino luminoso, buona la sua intensità olfattiva, con sentori d’erbe officinali e fieno. Le note vegetali che rimandano al fieno si ritrovano alla bocca dove troviamo un vino decisamente sapido, con discreta vena acida ed una buona persistenza.
– “Altaripa” Maremma Toscana Doc 2014 (sangiovese)
Affinamento in tonneaux da 500 litri per oltre un anno, ulteriori sei mesi in accioa prima d’andare in bottiglia. Produzione 1.200 bottiglie/anno.
Color granato-mattonato, intenso al naso dove troviamo un bel frutto rosso e leggere note di sottobosco. Sapido, con un buon frutto e tannini ancora in evidenza.
– “Arenario” Maremma Toscana Doc 2013 (cabernet sauvignon)
Dopo la fermentazione alcolica il vino passa in barriques da 300 litri per almeno un anno, al quale seguono ulteriori sei mesi in acciaio prima dell’imbottigliamento.
Il colore è granato, profondo e luminoso. Intenso ed elegante al naso dove si colgono frutta rossa matura, note di prugna secca e confettura di more. Strutturato, con tannini decisi e legno ancora in evidenza, lunga la persistenza su note amaricanti.
Ne vengono prodotte 1.200 bottiglie/anno.
Prima del pranzo abbiamo un breve lasso di tempo per visitare un’altra azienda, si tratta di La Biagiola, situata a Sovana, in località Pianetti. Qui siamo su suoli vulcanici ed il tufo la fa da padrone.
L’azienda, di recente costituzione, possiede circa otto ettari di vigneti dai quali ricava quattro vini, per una produzione totale di 45mila bottiglie/anno. Inoltre ha attivato una collaborazione con la Drunk Turtle, azienda pisana che produce anfore in Cocciopesto.
Dopo una veloce visita ad un sito archeologico situato sui terreni aziendali (i resti di una villa romana d’età imperiale costruita su una precedente costruzione arcaica e riutilizzata in seguito come necropoli longobarda), il poco tempo rimasto a disposizione ci ha permesso di assaggiare unicamente due vini.
– “Matan” Doc Maremma Toscana Vermentino 2013 (oltre al vermentino c’è un 15% di viognier – la vinificazione avviene in acciaio)
Intenso al naso, con note vegetali ed accenni aromatici. Fresco, minerale e decisamente sapido alla bocca, dotato di buona struttura e lunga persistenza.
– “Pesna” Igt Toscana bianco (vermentino)
La fermentazione avviene in tonneaux dove il vino s’affina per quindici mesi)
Color paglierino di buona intensità. Al naso presenta sentori di frutto giallo maturo, buccia di mela e note nocciolate. Dotato di buona struttura, sapido, con note tostate date dal legno, lunga la persistenza.
L’ultima azienda che visitiamo, nel pomeriggio, è Sassotondo, dove siamo già stati un paio di volte nel passato e della quale abbiamo più volte scritto, ad esempio qui.
Edoardo Ventimiglia e la moglie Carla Benini provenienti da attività completamente diverse arrivano in questa zona nel 1990 ed acquistano un vecchio casolare circondato da oltre settanta ettari di terreni semiabbandonati.
Negli attuali dodici ettari vitati, situati tra Pitigliano e Sovana, e condotti in regime biodinamico si coltivano diversi vitigni, sia a bacca rossa che a bacca bianca, con speciale predilezione per il ciliegiolo, e derivano appunto da questo vitigno i vini che abbiamo assaggiato:
– Maremma Toscana Doc Ciliegiolo 2015
Bel naso, elegante, intenso, pulito, con frutto rosso (ciliegia) leggermente speziato in evidenza.
Sapido e fresco alla bocca, fruttato, speziato, con bella trama tannica e buona vena acida, buona la persistenza.
– “San Lorenzo” Maremma Toscana Doc 2004
Le uve provengono da un vigneto di oltre cinquant’anni, la fermentazione avviene con lieviti indigeni e l’affinamento si svolge in botti da dieci ettolitri per un periodo variabile da diciotto a trenta mesi, ai quali seguono ulteriori dodici mesi di sosta in bottiglia.
Tredici anni d’età per questo vino dal color granato luminoso. Intenso ed elegante al naso, dove si colgono sentori terziari e note sulfureo-affumicate (dipendono di suoli vulcanici), senza però aver perso le note di frutta rossa ancora fresca (ciliegia). accenni di sottobosco contribuiscono alla complessità olfattiva del vino.
Ancora fresco alla bocca, supportata da una bella vena acida, i tannini appaiono ben amalgamati e la persistenza è molto lunga. Unica caratteristica che ne denota l’età è data dalla perdita di un poco di struttura.
Lorenzo Colombo
pubblicato in origine su www.vinealia.org