Assaggiare l’uva per capire il vino e la lezione di Vitruvio
Le diverse espressioni del Catarratto Lucido
Il Registro Nazionale delle Varietà di Vite contempla due tipologie di Catarratto: il Catarratto Bianco Comune ed il Catarratto Bianco Lucido, di entrambe ammette – dal 21 novembre 2018- il sinonimo “Lucido”, da utilizzarsi unicamente per le uve provenienti dalla regione Sicilia.
I dati forniti dall’UIV (Unione Italiana Vini) relativi all’estensione vitata nel 2015 parlano di poco più di 32.000 ettari sommando le due varietà, con un decremento della superficie vitata di circa il 9%.
Le tre tipologie si differenziano tra loro anche sensibilmente, già dal punto di vista visivo, semplificando il tutto possiamo dire che la varietà Comune è quella più produttiva, matura prima e dona vini alcolici, strutturati e con note agrumate, il Lucido è meno produttivo, matura più tardi e dona ai vini note leggermente speziate, infine l’Extralucido è una via di mezzo tra i due e dona maggior freschezza ai vini prodotti.
Tutte queste indicazioni, unitamente ovviamente alle analisi chimiche dell’uva, saranno importantissime per costruire un database del vigneto e forniranno preziose indicazioni sulla successiva vinificazione e sul risultato finale del prodotto vino.
«Imperciocchè se le radici degli alberi, o delle viti, o di altre piante non producessero i frutti a seconda del succo che ricevono dalla qualità della terra, in ogni luogo e regione sarebbero tutti i frutti dello stesso sapore»
Ci pare questa una gran bella definizione, in netto anticipo sui tempi, del concetto di “terroir”.
Lorenzo Colombo
Trackbacks & Pingbacks
[…] aver scritto in merito alla degustazione delle uve Catarratto (vedi) e dei vini prodotti con uve Grillo (vedi) veniamo ora ad affrontare la degustazione dei Sicilia […]
[…] e, dopo l’articolo pubblicato giorni fa e dedicato alla degustazione dell’uva Catarratto (vedi), oggi ci dedichiamo al […]
I commenti sono chiusi.