Gnirega, i vini dell’avvocato…
Eccoci a Gnirega, minuscola contrada di Marano di Valpolicella, dove ci troviamo di fronte la cantina dell’Azienda agricola GNIREGA. Ci accoglie l’avvocato Pietro Clementi, elegante e signorile, con il quale iniziamo subito la visita della nuova e moderna cantina, costruita nel 2002. Al piano terra è situato il locale per l’appassimento, dove sono ancora accatastate in cassette, le uve che daranno l’Amarone 2008, al piano interrato è situata la cantina di vinificazione, con vasche in acciaio inox termocontrollate, mentre, ancora un piano sotto, c’è il locale di affinamento, con 150 barriques e 20 botti da 30 ettolitri.
I vigneti, tutti collinari, si trovano in parte attorno alla casa e alla cantina, in parte in località sotto Masua, e in parte sulla Masua, collina che divide il Comune di Marano dal Comune di Negrar, a 300 metri di altitudine; il suolo è prevalentemente calcareo.
I vitigni sono i classici della Valpolicella, ovvero Rondinella, Corvina e Molinara, c’è anche un poco di Croatina; le viti sono allevate a pergola semplice, gli impianti più recenti hanno 3.300 viti per ettaro; la concimazione è ridotta al minimo indispensabile.
All’inizio la produzione di vino avveniva nella cantina sottostante l’abitazione, si trattava di una piccola produzione per uso familiare e per gli amici, e l’avvocato era aiutato in questo da contadini del luogo.
Nel 2002 l’avvocato “ormai anziano” (parole sue), decide di costruire questa cantina dove il titolare, ormai esperto cantiniere, con l’aiuto di un amico vinifica, il sabato e la domenica, circa la metà delle uve prodotte in azienda, mentre l’altra metà viene venduta.
Ci spostiamo quindi nella casa padronale, acquistata nel 1969 assieme ai terreni circostanti, circa 20 ettari, di cui 17 a vigneto.
La degustazione che segue avviene in maniera informale e un poco disordinata: si parte con l’idea di assaggiare due o tre vini e invece, man mano che si prosegue, il numero di bottiglie aumenta, senza rispettare la logica sequenza che consiglia di partire con i prodotti più giovani e meno alcolici.
Si susseguono quindi tre Valpolicella Classico Superiore Ripasso, il primo che assaggiamo è del 2004 e si presenta con un luminoso colore rubino/granato, poco intenso al naso ed un poco chiuso, fresco e sapido alla bocca, con un buon frutto.
Segue quindi lo stesso prodotto dell’annata 2006, dal colore granato/rubino non molto intenso, sia al naso che alla bocca ricorda decisamente il vino precedente, è però più speziato, asciutto e persistente.
Chiudiamo la sequenza dei Ripasso con l’ultimo nato, il 2007: rubino di media intensità, luminoso, speziato, intenso, con un bel frutto al naso. Le stesse sensazioni le ritroviamo alla bocca, dove il vino, sapido ed asciutto, presenta una leggera nota chinata; buona la persistenza.
L’avvocato Clementi ci informa che nel 2005 non ha ritenuto di dover produrre un Ripasso, poiché riteneva il Valpolicella Classico di quell’annata “sufficientemente profumato, saporito e gradevole”.
L’assaggio di questi tre vini ci convince che esiste un filo conduttore logico che li accomuna, la decisa nota sapida che li caratterizza, una sensazione diremmo minerale, che ritroveremo in seguito anche negli altri prodotti che assaggeremo, inoltre c’è un qualcosa di non ben definito, difficile da esprimere, quasi una certa sensazione di leggera “aromaticità” che non ricordiamo di aver mai notato nei seppur tanti vini della Valpolicella assaggiati e che sia pure in modo differente caratterizza tutta la produzione aziendale.
Proseguiamo quindi con due Valpolicella Classico Superiore, il primo, dell’annata 2005 si presenta color rubino, di buona intensità, bello il naso, anche se un poco chiuso all’inizio; sapido alla bocca e con una notevole spina acida.
Il vino dell’annata 2006 è anche lui rubino, luminoso, al naso è simile al precedente, compreso quell’iniziale chiusura, diremmo quasi timidezza; buono il frutto speziato alla bocca, sapido e con leggeri sentori chinati.
Si arriva quindi agli Amarone della Valpolicella, il vino dell’annata 2004 è rubino alla vista, al naso frutta matura (amarena) e note speziate. Buono il frutto alla bocca, speziato, leggermente chinato, fresco e sapido, con una buona nota alcolica.
Intenso il colore dell’Amarone del 2005, rubino profondo; un poco chiuso al naso, speziato, con sentori di ciliegia sotto spirito. Fresco e sapido alla bocca, con un buon frutto speziato, leggermente chinato e lungo.
Terminiamo infine con il Recioto della Valpolicella 2007: dall’intenso color violaceo; fruttato al naso con un deciso sentore di ciliegia sotto spirito (ricorda un Mon Chery). Molto fruttato anche alla bocca, fresco, con tannino leggero e buona persistenza. Peccato per una leggera carbonica, sintomo di un inizio di rifermentazione.
Si è trattato di una piacevolissima scoperta, non solo per il modo di fare assai garbato dell’avvocato Clementi, persona davvero squisita, ma soprattutto per i vini prodotti, che si caratterizzano e si differenziano da buona parte della produzione della Valpolicella; quella leggera chiusura iniziale comune a quasi tutti i vini degustati; la sapidità e la nota minerale che certamente sono dovute alle caratteristiche del terreno, ma anche la mano dell’uomo fa la sua parte.
Tutti molto buoni, infine, i vini assaggiati, collochiamo sopra tutti i due Amarone ed il Ripasso 2007.
Nei giorni seguenti, una volta tornati a casa abbiamo deciso di approfondire l’argomento, e spulciando tra libri e siti internet andiamo a scovare che l’ingegnere Giovanni Battista Perez, nel suo “La provincia di Verona ed i suoi vini”, Memorie Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona ,vol. LXXXVI, 1900, scriveva: “gli aromatici vini di Marano”…
Lorenzo Colombo
Pubblicato in origine su www.vinealia.org