I Vigneri ed i vini del vulcano di Salvo Foti
Nell’affollatissimo Mercato del Vini della FIVI, a Piacenza, sabato 27 novembre abbiamo partecipato alla degustazione “Etna: i vini del vulcano” riguardante i vini di Salvo Foti, da lui condotta a due mani con il giornalista Massimo Zanichelli.
L’azienda di Salvo Foti si chiama I Vigneri, il nome deriva dalla “Maestranza dei Vigneri” un’associazione di produttori-viticoltori costituitasi a Catania nel 1435 e che operava sull’Etna.
L’azienda dispone di sette ettari dei quali cinque vitati in diverse zone del vulcano, sul versante Est, a 70 metri d’altitudine, in Contrada Caselle, nel comune di Milo, si coltivano Carricante e Minnella, sul versante Nord, a 550 metri slm, in Contrada Porcarìa (Feudo di Mezzo) della frazione Passopisciaro nel comune di Castiglione di Sicilia si trovano i vitigni a bacca nera Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Grenache, mentre sul versante Nord-Ovest si trovano i vigneti più elevati, a 1.300 metri d’altitudine, in Contrada Nave del comune di Bronte, si trova una piccola vigna dove si coltivano Grenache, Minella nera, Greganico, Minella Bianca e altre varietà sconosciute.
La produzione annuale è di circa 26.000 bottiglie.
I vini degustati:
– I Vigneri – “Vinudilice” rosato 2020
Un rosato anticonvenzionale e d’altri tempi il Vinudilice, viene infatti prodotto mescolando e vinificando contemporaneamente uve a bacca rossa ed a bacca bianca.
Le vigne si trovano nel comune di Bronte, in Contrada Nava, a 1.200 metri d’altitudine (si tratta di un vigneto ultracentenario, il più elevato dell’Etna), vi si trovano, su una superficie di mezzo ettaro 5.000 ceppi tra Grenache, Minnella Nera, Grecanico, Minnella Bianca ed altri.
Il sistema d’allevamento è ad alberello etneo, con tutori in castagno e la resa per ettaro è di 50 ettolitri per una produzione totale di 3.000 bottiglie.
Le lavorazioni in vigna sono totalmente manuali e ci s’avvale dell’aiuto di un mulo, la vendemmi s’effettua solitamente tra fine ottobre ed inizio novembre.
Le uve vengono pressate senz’essere diraspate, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio utilizzando lieviti indigeni, il vino poi vi rimane in affinamento per cinque mesi.
Color rosa antico di discreta intensità.
Al naso si colgono piccoli frutti rossi macerati ed accenni di fieno.
Strutturato e decisamente sapido, vi ritroviamo i piccoli frutti di bosco molto maturi, buona la sua persistenza.
Un rosato particolare e molto interessante. 86
– I Vigneri – “Vigna di Milo” Etna Bianco Superiore 2017
Le uve per la produzione di questo vino -Carricante in purezza- provengono da un vigneto di 0,8 ettari nesso a dimora nel 2010 e situato a 750 metri d’altitudine sul versante Est dell’Etna, in Contrada Caselle, nel comune di Milo, i suoli sono sabbiosi con importante presenza di lapilli e pomice.
La sua particolarità è data dal fatto che parte delle viti sono franche di piede, ovvero non innestate.
Il sistema d’allevamento è ad alberello con tutore in castagno con densità è di 8.000 ceppi/ettaro e con una resa di 60 q.li/ha, tutte le lavorazioni vengono svolte manualmente e la vendemmia s’effettua nelle prime tre settimane del mese d’ottobre.
La fermentazione viene svolta tramite l’utilizzo di lieviti indigeni in botti da 20 ettolitri, mentre l’affinamento per una durata di 12 mesi avviene in botti da 25 ettolitri.
la produzione annuale s’aggira sui 35 ettolitri.
Color giallo dorato luminoso, tendente all’oro verde.
Bello ed ampio al naso, vi ritroviamo sentori di fiori gialli e frutta gialla matura, mela acerba, miele, leggeri accenni speziati e note sulfuree.
Dotato di buona struttura, succoso, vi ritroviamo il frutto giallo maturo con accenni speziati di zenzero, leggere note sulfuree, buona la sua persistenza. 87-88
– I Vigneri – “Palmento Caselle” Etna Bianco Superiore 2017
Anche questo vino viene prodotto con uve Carricante in purezza, provenienti dalla stessa zona dell’Etna Bianco Vigna di Milo, in questo caso però, il vigneto di 0,3 ettari è interamente composto da viti non innestate, messe a dimora sempre nel 2010 con le stesse modalità e caratteristiche del precedente vino.
Si tratta di 2.400 ceppi che danno una resa di 32,5 ettolitri/ettaro per una produzione totale di 1.700 bottiglie/anno.
Per questo vino l’affinamento viene svolto in vasche d’acciaio per un periodo di sei mesi.
Color giallo oro luminoso, sembra olio.
Bel naso, fieno, erba secca, nespole, buccia di mela matura, accenni sulfurei.
Buona la struttura, sapido e morbido, succoso, emerge un bel frutto giallo con accenni piccanti di zenzero, nespole, fichi d’india, note vegetali d’erbe officinali, lunga la sua persistenza.
Vino di notevole qualità. 88-89
– I Vigneri – “I Vigneri” Rosso 2019
Si tratta certamente del vino più tradizionale, un vino arcaico, vinificato senza alcun ausilio della moderna tecnologia, frutto di 90% Nerello mascalese e 10% Nerello cappuccio allevati ad alberello etneo con densità di 7.500 ceppi/ettaro e con una resa di 55 ettolitri/ha, tutte le lavorazioni in vigna sono effettuate manualmente.
La vendemmia s’effettua tra la prima e la seconda decade del meso d’ottobre, le uve vengono pigiate in palmento, senza diraspatura con i piedi, come avveniva molto anni addietro, la fermentazione si svolge in maniera spontanea, senz’aggiunta di lieviti e l’affinamento, per una durata di sei mesi, s’effettua in giare di terracotta interrate.
La produzione è di 10.000 bottiglie/anno.
Profondo il colore, rubino-granato scuro.
Buona l’intensità olfattiva come pure la sua ampiezza, con nota alcolica percepibile, vi si colgono leggere note selvatiche, sentori di sottobosco, ciliegia matura macerata, accenni leggermente ossidativi che ci ricordano (lontanamente) un Porto Tawny.
Strutturato, asciutto, con bella trama tannica, legno percepibile, leggeri accenni vegetali, lunga la sua persistenza.
Un vino molto interessante 88-89
– I Vigneri – “Vinupetra” Etna Rosso DOC 2015
Iniziamo dal nome che nel dialetto locale sta a significare “vino prodotto in terreno pietroso” e così in effetti è, il piccolo vigneto (3.800 metri quadri d’estensione), chiamato Vigna Calderara, che si trova in Contrada Porcaia, nel comune di Castiglione di Sicilia, sul versante Nord del vulcano, a 580 metri d’altitudine ha un suolo ricoperto in gran parte da pietre vulcaniche di piccola e media dimensione.
Qui, allevati ad alberello, con tutori in castagno, con una densità di 10.000 ceppi/ettaro si trovano viti di Nerello Mascalese 80%, Nerello Cappuccio 10%, Grenache e Francisi 10% (con quest’ultimo temine vengono indicati i vitigni “forestieri” dei quali non si conosce il nome.
L’impianto, dove tutt’ora sopravvivono viti ultracentenarie è stato parzialmente reimpiantato nel 2005, la resa è di 60 ettolitri/ettaro per una produzione totale di 3.100 bottiglie.
la vendemmia s’effettua verso la metà del mese d’ottobre, la vinificazione prevede una pigiatura con il 30% dell’uva non diraspata, la fermentazione, con macerazione di 15 giorni, su svolge in tini di legno da 25 ettolitri, utilizzando lieviti indigeni, l’affinamento per un anno, viene effettuato sia in barriques come in tonneaux da 500 litri.
Color granato intenso.
Intenso al naso dove troviamo un vino di buona alcolicità, balsamico, con sentori di sottobosco, foglie bagnate, frutto rosso macerato, ciliegia sotto spirito.
Alcolico, succoso, asciutto e leggermente piccante alla bocca, con note pepate, bella la sua trama tannica, vi cogliamo un leggero accenno di carbonica, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo