InvecchiatIGP: Quando Bordeaux è in provincia di Trento
Teroldego Rotaliano Diedri 2003, Dorigati
Il Teroldego Rotaliano è uno dei miei vini del cuore e questo di Dorigati è sempre stato tra i preferiti perché riesce a miscelare potenza con rotondità e perfetto uso del legno. Non è facile fare un Teroldego Rotaliano (scusate se insisto sul termine “Rotaliano” ma quelli fatti in altre zone, anche vicine, sono diversi) perché devi modellare e mixare la belluina presenza di antociani con l’atavica scarsità di tannini, riuscendo a portare a maturazione un vino che, anche a causa di pH quasi “arrendevoli” (3.70- 3.80) rischia di nascere piatto oppure con tannini verdi.
Paolo Dorigati, anima del gruppo di giovani produttori “Teroldego Revolution” (ve ne parlerò in un prossimo articolo) mi ha stappato questo 2003, lasciandomi a naso e bocca aperta. A parte il colore che sembra non degradare mai il naso è un insieme potentissimo che in prima battuta ricorda i grandi Bordeaux del Medoc grazie a note di cassis, di paglia, di liquirizia e a raffinate note floreali e vegetali, il tutto perfettamente armonizzato dal legno. La bocca è concreta ma docile: i tannini sono perfettamente fusi, setosi ma delineati. Lunghissimo e equilibrato chiude con misurata dolcezza tannica, lasciandosi ancora del tempo per stupire.
Carlo Macchi