InvecchiatIGP: Vino Nobile di Montepulciano 2001, Le Berne.
Il Nobile di chi le vigne le ha zappate
Egisto Natalini, che fondò l’azienda Le Berne nei lontani anni ’60 assieme al figlio Giuliano, era ormai anziano e camminava lungo la strada di Cervognano un po’ ingobbito dagli anni e dai lavori agricoli. Si ferma accanto a lui un auto. Era guidata dall’allora titlare di una cantina a Montepulciano, famoso per essere anche proprietario di un gruppo alimentare molto importante e di una squadra di calcio di Serie A. Si era perso e così apre il finestrino e chiede a Egisto “Scusi, qual è la strada per Corte alla Flora. Sa, mi sbaglio sempre.” Egisto lo guarda e gli dice “Se l’avesse zappate tutte queste colline, la strada la saprebbe!”
Questo Nobile di Montepulciano 2001 si era perso nella mia cantina in una zona piuttosto umida e l’etichetta lo dimostra. Avevo quasi paura ad aprirlo e infatti il tappo si è spezzato a metà e ho dovuto fare varie operazioni per toglierlo senza sbriciolarlo. Non vi nascondo che con un’etichetta e un tappo del genere ero titubante a versare il vino nel bicchiere. Lo verso e il colore, ambrato con unghia aranciata, mi sembra il terzo indizio che fa una prova. Poi però penso che il colore in un sangiovese di 22 anni dovrebbe essere più o meno quello e così metto il bicchiere sotto il naso e le cose cambiano, non di poco.
In bocca freschezza, tannicità ancora viva e un po’ rustica ti accompagnano con equilibrata armonia al lungo finale, che lascia la bocca pulita con un tono sapido, aumentando così la soddisfazione del sorso. Sinceramente, con questa pienezza, freschezza e importanza non si pensa ad un vino base ma ad una Riserva. Questo è il bello dei piccoli-grandi vini: se fatti bene hanno l’equilibrio per dare grandi soddisfazioni nel tempo, che spesso quelli più concentrati e impegnativi promettono ma non portano a compimento.
Un vino figlio dell’annata e di un modo classico di fare Nobile di Montepulciano che dovrebbe avere più seguaci. Un grazie ad Andrea per aver prodotto un “vino base” che potrà dire la sua per altri anni e un grazie anche alla vendemmia 2001, sicuramente se non la prima, la seconda grande annata del nuovo secolo.
Carlo Macchi