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Gambellara: tutte le sfumature della Garganega

Quella di Gambellara è una piccola denominazione dove si producono unicamente vini bianchi con l’uva Garganega.
In realtà le denominazioni sono due, Gambellara Doc e Recioto di Gambellara Docg ed il vitigno utilizzabile non è unicamente la Garganega, permettendo il disciplinare di produzione -del solo Gambellara Doc- l’utilizzo, sino al 20%, di Pinot bianco, Chardonnay e Trebbiano di Soave, purché queste uve siano presenti nei vigneti, mentre per la produzione del Recioto l’unico vitigno utilizzabile rimane la Garganega.

Basalto colonnare

Il Gambellara Doc può essere prodotto in diverse versioni: Gambellara (anche Superiore), Gambellara Classico, Gambellara Classico Vin Santo e Gambellara Spumante, per quest’ultima tipologia viene consentito -oltre ai sopracitati vitigni-anche l’utilizzo dell’uva Durella, sempre sino ad un massimo del 20% e sempre se presente nei vigneti.

La zona di produzione del Gambellara è limitata al territorio dei comuni di Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo,  i vigneti si trovano ad altitudini comprese tra i 35 ed i 370 metri slm. su suolo composto al 95% di basalto nero di natura vulcanica ed in minima parte da calcare.

Nel 2004, tramite un lavoro di zonazione, sono state individuate sei Menzioni Geografiche Aggiuntive con caratteristiche specifiche, dando la possibilità ai vini prodotti unicamente con uve provenienti da una di queste MGA, di riportare lo specifico nome in etichette, pratica quest’ultima assai scarsamente utilizzata dai produttori i cui vini sono spesso frutto di uve provenienti da più di una d’esse.

Le MGA sono: Faldeo, Taibane, Monti di Mezzo, San Marco, Selva e Creari, quest’ultima è quella con la maggior presenza di suolo calcareo.

Giovanni Ponchia, direttor del Consorzio Tutela Vini di Gambellara

Il riconoscimento della denominazione Gambellara risale al 1970, mentre assai più recente è l’attribuzione della Docg al Recioto di Gambellara che è avvenuta solamente nel 2008.
Quest’ultima denominazione prevede la possibilità di produrre Recioto di Gambellara Classico e Recioto di Gambellara Spumante.

I numeri del Gambellara
La superficie vitata a Doc è di circa 230 ettari dai quali si ricavano annualmente circa 600.000 bottiglie, 540.000 delle quali sono di Gambellara, la produzione di Recioto di Gambellara s’attesta invece sulle 54.000 bottiglie/anno mentre quella di Vin Santo è assai più limitata (circa un migliaio di bottiglie) rendendolo di fatto un vino di estrema nicchia.

Il vitigno: la Garganega
I dati forniti dall’edizione 2020 del Which Winegrape Varieties are Grown Where? che considera la situazione mondiale dei vigneti relativa all’anno 2016, parla di un’estensione vitata di Garganega pari a circa 8.550 ettari, di questi ben 8.520 di trovano in Italia e nello specifico 4.300 sono situati in Veneto.

Grappolo di Garganega a luglio

Questi dati contrastano con quanto fornitoci dal Consorzio Tutela Vini di Gambellara che quantifica in circa 10.000 gli ettari vitati di Garganega in Italia e di circa 7.000 nel solo Veneto, questi dati corrispondono abbastanza con quelli pubblicati sul Registro Nazionale delle Varietà di Vite, ovvero 11.300 ettari, dati però riferiti al censimento agricolo del 2010, mentre ancora non sono reperibili quelli relativi all’ultimo censimento, ovvero quello del 2021.

Al di là dei numeri la Garganega è un vitigno molto antico, utilizzato in una quindicina di denominazioni (tra Doc e Docg) ed in una sessantina di vini ad Igt in diverse regioni, ma soprattutto nel Veneto dove pare fosse coltivato sin dal Medioevo.
In tempi più recenti viene citato da numerosi autori, Pier de’ Crescenti, pollini, Zantedeschi, Cosmo, Perez, Marzotto, Molon.

Il vitigno è caratterizzato da una notevole vigoria, ragione per cui deve essere accuratamente controllato per non farlo produrre eccessivamente, il grappolo è di dimensioni notevoli, tradizionalmente il sistema d’allevamento è la Pergola.

Molto duttile si rivela dal punto di vista enologico, può essere vinificato sia in acciaio come in contenitori di legno e si ricavano sia vini fermi, come pure frizzanti e spumanti, è inoltre adatto all’appassimento essendo il grappolo piuttosto spargolo -anche se la buccia non è molto spessa- per ricavarne vini passiti, Recioto e Vin Santo.

Circa l’80% dei vigneti di Garganega della denominazione Gambellara sono allevati a Pergoletta veronese, anche se sempre più, per motivi di meccanizzazione, sta prendendo piede il Guyot, questi due sistemi d’allevamento influiscono sulle caratteristiche dell’uva, la pergola garantisce maggior acidità e minor residuo zuccherino rispetto al Guyot e questo potrebbe essere un vantaggio per ottenere vini più freschi e meno alcolici.

A metà luglio abbiamo partecipato ad un press tour organizzato dal Consorzio di Tutela durante il quale abbiamo visitato alcune cantine ed assaggiato diversi vini.
Ne scriveremo prossimamente.

Brasadelo

Qui invece volevamo accennare alla visita effettuata non in una cantina, ma in un panificio, quello di Rossi Federico, situato a Sorio di Gambellara, dove abbiamo potuto assaggiare il Brasadelo, dolce tipico della zona di confine tra il veronese ed il vicentino al quale solitamente viene abbinato un bicchierino di Recioto di Gambellara.
Federico ci ha fornito due (ipotetiche) versioni sul curioso nome di questa preparazione, la prima sostiene che si tratta di forma dialettale di “abbraccio, abbracciarsi”, ovvero il movimento che s’effettua per formare questo dolce a forma di ciambella, la seconda si riferisce all’antico metodo di cottura, sulla brace.
Lorenzo Colombo